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Ci lascia l’ex questore di Caltanissetta Canale Parola, il ricordo in una lettera aperta

Redazione

Ci lascia l’ex questore di Caltanissetta Canale Parola, il ricordo in una lettera aperta

Mer, 18/08/2021 - 01:23

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Un giorno dell’ormai lontano 1998, entrai in casa e tra i messaggi della mia segreteria telefonica,
dopo il bip, sentii: “Buongiorno, sono il Questore, Mario Canale Parola, ho necessità di parlarle! Può
venire in Questura a trovarmi? Grazie, l’aspetto”. Non è per niente facile esprimere i sentimenti di
stupore e di incredulità che provai nell’ascoltare quella voce garbata e dal tono risoluto. Pur avendo
perfettamente intuito il motivo per cui volesse parlarmi, mai avrei potuto ipotizzare che mi
chiamasse personalmente, senza fronzoli e con tanta determinazione, né che avesse le idee così
chiare su cosa fosse realmente necessario per il bene per il centro storico della mia Caltanissetta.
Il pomeriggio stesso lo incontrai e la prima cosa che mi manifestò fu la sua determinazione nel volere
abbattere definitivamente per il Ministero dell’Interno i costi degli alberghi per l’alloggiamento delle
Forze di Polizia di Stato in missione a Caltanissetta. Dopo aver fatto un apposito pubblico appello,
non ebbe dubbio alcuno sul fatto che il risparmio avrebbe potuto e dovuto camminare di pari passo
con il popolamento delle strade del centro storico, attraverso la presenza dei poliziotti in missione
a Caltanissetta, affinché fosse chiaro per il cittadino percepire la presenza concreta dello Stato,
laddove tutto sembrava destinato all’abbandono da parte delle Istituzioni.
Non una delle difficoltà che seguirono alla sua inappellabile scelta fu da Lui valutata con
superficialità e le idee su tanti “aspetti” Le ebbe sempre assai chiare sin dall’inizio. Il dottor Canale
Parola fu un uomo delle Istituzioni, nel senso più nobile del termine, di quelli che mise sempre gli
interessi dello Stato e dei cittadini prima di ogni cosa. Fu un signore d’altri tempi, retto e rigoroso,
che mai si sarebbe potuto fare condizionare da qualsivoglia convenienza o da opportunismi politici,
ligio com’era ai valori ed agli alti ideali con i quali si era formato. Un uomo di quelli che ragionava
sempre con la sua testa, che seppe prendere diretta conoscenza dei problemi effettivi del quartiere
“Provvidenza”, dove arrivò anche a passeggiare con la sua signora, senza delegare niente a
interlocutori indiretti. Fu proprio il guardare con i propri occhi i problemi del centro storico che gli
permise di studiare in prima persona quella realtà, da cui acquisì la consapevolezza che, avendo quei
vicoli proprio bisogno del ri-popolamento se non si voleva farli morire, un buon numero di uomini
dello Stato avrebbero certamente contribuito a salvare il centro storico.
Parlai a lungo con Lui dei problemi della nostra città e mai una sua osservazione fu fuori luogo. Ogni
sua frase si dimostrò saggia, ferrata, concreta, autentica e, soprattutto, animata esclusivamente
dallo spirito gratuito di fare il bene della città di cui era Questore. Con l’allora Ministro dell’Interno,
On. Giorgio Napolitano, nel giugno del 1998, avviò nella Nostra Città un progetto di grande risparmio
per la Pubblica Amministrazione che vide la nascita in centro storico di una caserma alloggi collettivi
della Polizia di Stato. Mai ebbe dubbi che il suo progetto meritasse di essere portato a termine e
passata la staffetta al suo successore, Dott. Santi Giuffrè, che, nel rispetto dei nobili fini del collega,
lo portò meritoriamente a termine, venne ad inaugurarlo al suo fianco, benché fosse già in pensione.
Il dottor Canale Parola guidò la Questura nissena in un momento doloroso per la città, segnata dalla
morte del Sindaco “in jeans”, Dott. Michele Abbate, e assicurò alla Giustizia il responsabile del vile
omicidio che sconvolse l’intera collettività.
Il suo operato ha segnato una pagina di storia della nostra città ed è significativo ricordare i valori
che lo hanno sempre caratterizzato: dietro le azioni di ogni rappresentante istituzionale ci sono,
infatti, sempre i comportamenti del singolo uomo. Occorre portare a conoscenza delle nuove
generazioni i fatti storici nella loro “asciutta” rappresentazione, perché queste possano trarre
insegnamento ed esempio dalle azioni concrete e non già da sterili o fatue parole.
La signorilità, la competenza e gli ideali del Dott. Canale Parola facevano silenziosamente parte del
suo essere distinto, mai rumoroso od ostentato. Altrettanto in silenzio e con l’eleganza che Gli
apparteneva, se ne è andato in una caldissima giornata di agosto.
Alla moglie, Anna, ai suoi figli, Giuseppe e Patrizio, alla nuora Daniela e agli adorati nipotini, Giacomo
e Andrea, ed ai familiari tutti va il più sincero cordoglio di tutte quelle persone perbene del centro

storico di Caltanissetta, a cui seppe dedicare la concreta vicinanza dell’Istituzione da lui
egregiamente rappresentata.
A me, che ho scritto queste righe per ricordarlo, piace dedicarGli l’ultimo saluto con un semplice ma
eloquente ricordo, di cui io ebbi occasione di dire anche mentre era in vita: oggi, come allora, per i
poliziotti che lo conobbero rimane il Questore tenace che aveva così alto il senso del dovere e dello
Stato da non avere indugio alcuno nello spegnere personalmente le luci dei corridoi della Questura,
quando la sera, prima di tornarsene a casa sua, al terzo piano, ne trovava qualcuna ancora accesa.
Ciò a dimostrazione della ferrea regola secondo la quale i valori buoni si trasmettono con l’esempio.
A lui bastò la naturalezza di un gesto per far passare un messaggio così nobile e per esprimere molto,
molto di più di un semplice comportamento volto al mero risparmio.
Questo pubblico saluto è profondamente sentito, perché rivolto ad un uomo non comune che ha
saputo lasciare traccia buona nei cuori di quanti lo conobbero e lo compresero appieno.
Il tempo onora sempre i nobili sentimenti e le verità che hanno forza tale da essere raccontate e
trasmesse anche a distanza di anni.