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Barunìa: la violenza sulle donne al centro del nuovo romanzo di Marcella Di Miceli, in arte Mamidi

Marcella Sardo

Barunìa: la violenza sulle donne al centro del nuovo romanzo di Marcella Di Miceli, in arte Mamidi

Mar, 10/08/2021 - 11:04

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Dopo l’apprezzato consenso al suo primo libro, “Penna e Tavolozza”, l’autrice sancataldese Mamidi è tornata a scrivere cambiando genere letterario e pubblico di riferimento.

“Barunìa” arriva a circa un anno dalla pubblicazione della raccolta di fiabe per bambini e si concentra su una storia dal sapore agrodolce dove si incontrano e scontrano realtà culturale, paesaggistica e immaginativa.

Protagoniste sono Zarina e Anita, due figure che incarnano gli antipodi in ambito culturale, sociale e valoriale ma entrambe alla ricerca di diritti negati. Due donne vittime di un sistema che le identifica come “oggetto di piacere di cui approfittare” piuttosto che persone meritevoli di riconoscimento e dignità.

“Il mio romanzo – ha spiegato Marcella Di Miceli in arte Mamidi – nasce in Sicilia, terra che si specchia sulle sponde faraoniche, ma che ha riposto il suo “oro” nelle infinite distese di grano, di agrumi, nella bellezza architettonica, paesaggistica e nella genialità femminile, spesso invisibile. Un contesto luminoso nell’immaginario di tutti, che di fatto ha proiettato le sue ombre con la povertà e con le armi. Il romanzo, infatti, trae spunto da una cruda realtà accentuata dal secondo conflitto mondiale. Periodo che i siciliani hanno vissuto in modo diverso da altri connazionali. Un popolo confuso che identificava la guerra negli stenti e nella miseria, piuttosto che nel fine politico. In questo quadro, il “potere” e l’analfabetismo sono dipinti come i veri padroni delle “anime”, delle menti e soprattutto delle donne”.

Quel che emerge è un romanzo – denuncia sulla condizione femminile in un contesto culturale maschilista del dopoguerra siciliano e del retaggio di cui, ancora oggi, la donna non è riuscita a liberarsi del tutto. “Basta guardarsi intorno, leggere i giornali o guardare i servizi in televisione – ha proseguito – per capire che la violenza sulle donne e il femminicidio è un argomento di grande attualità”.

Una piaga che, per essere curata e sanata, deve prima bruciare. Solo se quel dolore diventa insopportabile alla maggior parte della società – e non soltanto al genere femminile – si potrà iniziare il percorso di cura. Per risvegliare le coscienze si potrà usare ogni mezzo, dal fatto di cronaca al romanzo di fantasia, proprio come ha fatto Mamidi con Barunìa.

“Il romanzo – ha spiegato l’autrice – è consigliato a un pubblico maggiore di 16 anni ma io vorrei che i genitori, dopo averlo letto, ne raccontassero il significato profondo ai figli più piccoli, per poter iniziare a stimolare in loro una coscienza civica e un rispetto per la propria persona e quella altrui”.

Marcella Di Miceli promette al lettore un concentrato di emozioni, passioni, misteri, intuizioni. Un romanzo che non si pone come un libro da sfogliare, ma “come un teatro, una musica da ascoltare, un dipinto da leggere, vivere e assaporare rigo per rigo”.

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