Salute

Antonio Bebba, un siciliano a capo del Consiglio europeo di Pfizer

Redazione 2

Antonio Bebba, un siciliano a capo del Consiglio europeo di Pfizer

Lun, 12/07/2021 - 10:32

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Antonio Bebba, classe 1983, è a capo del Consiglio europeo di Pfizer per la diversità e l’inclusione, padroneggia bene 5 lingue e a Bruxelles ha costruito la sua carriera: “Il mio è stato un percorso frammentato – racconta alla Gazzetta del Sud -, mi sono iscritto a Scienze Politiche assecondando le mie inclinazioni alle relazioni internazionali”.

Nel 2006 studio di preparazione alla lingua polacca e poi l’Erasmus in Polonia, luogo che già lo aveva colpito a 18 anni per la sua vivacità e per lo shock culturale che gli aveva procurato: “Ho imparato bene la lingua e dopo qualche anno ho fatto il progetto Leonardo sempre in Polonia come coordinatore Erasmus di tutti gli studenti italiani, occupandomi dell’accoglienza, del piano di studi, ed ero anche assistente di Diritto internazionale europeo.

Esperienza questa che mi ha fatto comprendere che non volevo rientrare in Italia”.

Altra destinazione? Londra: “Ci sono arrivato per prendere una certificazione di lingua inglese, il C2, alla Westminster University, e quando ero lì ho preso in gestione un ristorante con altri soci messinesi, conosciuti per caso camminando un giorno per andare a lezione.

Londra è un posto che ti prende a pugni in faccia, si lavora tantissimo e questa esperienza da manager devo dire che mi ha formato tanto. Anzi è lì che cominci a capire cosa significhi davvero la parola resilienza”.

Il giovane però doveva trovare la sua strada e prima di rincorrerla ha vissuto un periodo di nuovo nella sua terra, dove ha lavorato alla Miscela d’Oro nel comparto Export e al Taormina Film Festival come supporto al campus universitario e alle relazioni con la direzione artistica: “Dopo una breve parentesi nella città dello Stretto, sono partito per il Belgio, inizialmente perche volevo provare i concorsi nelle istituzioni europee, ma sapendo che dovevo imparare il francese mi sono iscritto a un corso di lingua.

Anzi ho riorganizzato la mia vita. Ho trovato un lavoro da Zara, come commesso, senza padroneggiare la loro lingua e sostenendo addirittura un colloquio in spagnolo”.

Qualcosa si mosse subito e fu assunto da una casa farmaceutica che si occupava del benessere animale, dove ha cominciato a lavorare nell’ambito delle operazioni logistiche, senza abbandonare i concorsi.

Non era tutto idilliaco. I contratti, erano accompagnati da un eterno fiato sospeso: “Assumevano e licenziavano in continuazione – continua – e vivevi con il patema d’animo di non sapere se saresti stato tu il prossimo. Un contratto a tempo indeterminato l’ho ottenuto dopo 2 anni ma dopo 3 mesi mi hanno licenziato”.

Ma dopo due settimane ricevette due offerte di lavoro di cui una dalla Pfizer: “Inizialmente sono stato assunto con un contratto settimanale trovando un ambiente stimolante e multiculturale. Ho iniziato a lavorare nella centrale logistica europea, ma nel frattempo mi hanno chiesto se fossi interessato, come attività extra, ad occuparmi di un progetto sperimentale incentrato su diversità e inclusione”.

Prima coinvolto a livello nazionale belga e messo a capo di un team locale, per poi essere invitato a far parte del Consiglio europeo della diversità ed inclusione come responsabile di comunicazione ed engagement, in aggiunta al ruolo principale in global operations, dove continua a lavorare a stretto contatto con Europa, Medio Oriente e America Latina.

Impegnato in progetti di innovazione del processo logistico-industriale a maggio gli viene proposto, se interessato a dirigere il Consiglio europeo per la diversitä ed inclusione: “Una bella scommessa perché ogni società deve dimostrare che aiuta i dipendenti a svolgere il proprio lavoro in modo inclusivo con senso di appartenenza, comprendendo il vantaggio economico nel mettere i propri dipendenti nelle giuste condizioni di lavorare al meglio, dove le diversità non vengono discriminate ma usate come vantaggio per il successo di un progetto”.