Questa mia riflessione la pubblicai circa due anni fa, adesso la ripropongo, ovviamente riveduta e corretta, alla luce degli ultimi avvenimenti. Un “repetita iuvant” 2.0. La società di oggi vive e si confronta sempre più tramite i social; per molti è diventato un vero e proprio strumento di informazione, utile ma pericoloso allo stesso tempo, dipende infatti da come e da chi viene utilizzato, dall’approccio e dalla capacità di ognuno di noi nel saper scindere il vero dal falso, il corretto dallo “scorretto”. Anche nei social, come nella vita, non tutto è “bello” per come sembra. Quella che era nata come una piattaforma per condividere immagini, si è via via trasformata in un luogo virtuale, di scambi di idee, opinioni e notizie. Da un po’ di tempo inoltre sono nati gruppi di discussione di vario genere, alcuni mono-tematici, cucina, viaggi etc. altri dichiaratamente politici.
A livello locale c’è un proliferare di vari gruppi di discussione, più o meno seguiti, parlo di interazioni e non di iscritti, che affrontano, chi più chi meno, tematiche interessanti. Purtroppo, dietro quello che dovrebbe essere un utile servizio reso gratuitamente ai cittadini, veicolare cioè informazioni, tramite discussioni su varie problematiche, con l’intento di essere anche da stimolo e pungolo verso i nostri politici, in alcuni casi si fa del vero e proprio “curtiglio”. Fin qui nulla di anomalo o quasi, far politica è una cosa nobile ed ognuno deve poter liberamente esprime le sue idee, nel reciproco rispetto, anche se ciò comporta spesso contrasti duri; altra cosa è quando si trasformano in veri propri “curtigli”, somiglianti a trasmissioni alla Barbara D’Urso, dove il pettegolezzo la fa da padrona e dove i contrasti sono “sedati” da un confortante buonismo, vista la leggerezza di alcune tematiche; anche fin qui nulla di anomalo, ognuno gestisce il proprio gruppo come meglio crede.
Quando però ci si organizza per attaccare mediaticamente qualcuno il quadro cambia e anche la persona più educata rompe gli indugi e dice la sua. In città purtroppo lo sport preferito di certa ‘gentaglia’ è l’attaccare gli altri, trattasi principalmente di gente frustrata che si sente chissà chi, ma che dietro la maschera dell’ipocrisia palesano la loro inconsistenza: chi li conosce sa realmente quanto valgono, avendoli “pesati” a suo tempo. Svariate le loro matrici. Chi lo fa per invidia, perchè magari qualcuno è riuscito a fare un qualcosa che loro non sanno o non sono riusciti a fare, forse per i propri fallimenti personali o professionali, per il non essere riusciti a sfondare in politica o nel mondo del lavoro per come volevano. Altri perché sono coscienti di ricoprire un “ruolo” solo perchè si sono quotidianamente genuflessi al potente di turno per ottenere un qualcosa che da soli non avrebbero mai ottenuto. Poi ci sono coloro i quali si sono creati un’immagine falsa.
Qualunque sia la matrice hanno una sola fissazione, attaccare chi ha sempre dimostrato il coraggio e la tenacia di dire le cose per come realmente stanno senza timore di essere smentito e soprattutto senza timori reverenziali, non dovendo ringraziare nessuno. Attacchi pretestuosi a soggetti perbene sui quali nulla possono dire tranne che insinuare illazioni, visto che in questi anni hanno in tanti scavato e cercato di trovare un qualcosa con il risultato di aver trovato il nulla assoluto. Una siffatta persona, che però a differenza loro, per serietà ed educazione mai ha parlato male di loro o ha rivela fatti e circostanze che ben conosce e che li metterebbero talmente in crisi da costringerli a sparire. Una persona del genere per loro va distrutta mediaticamente e di conseguenza moralmente, sperando di metterlo a tacere mettendolo alla berlina ed esponendola alla gogna mediatica, senza però fare mai una sana autocritica, si perchè loro si inebriano di un “siamo perfetti”….si perfetti FALSI, e lo dimostra anche il fatto di non aver il coraggio di fare nomi e cognomi, ma riferimenti puerili ad uccelli, balconi, sceriffi etc etc.
Già non giustifico i “protagonisti”, figuriamoci quelli che pur di compiacere all’autore di un post, e per sentirsi finalmente anch’essi protagonisti, non essendolo stati mai, neanche tra le mura domestiche, commentano in maniera stupida, con frasi povere di contenuto, buttandola sulla becera ironia o in caciara, usando, nello stesso tempo, battute obsolete e toni aggressivi, al limite della querela.
Questi veri “leoni da tastiera”, organizzati in branco o gruppo, hanno formato una nuova categoria, che io amo definire, “squadristi da tastiera”, che sfacciatamente ci mettono la faccia e non si rendono conto che spesso non esprimono la loro idea, ma sono spinti a farlo in quanto sono “utilizzati” come gregari; scendono infatti nella vasta prateria del Web ed intervengono entrando a gamba tesa, prendendo di mira il “nemico” di turno da abbattere, spesso, come già detto, per semplici e meschine vendette personali. Aggrediscono verbalmente, offendendo, nella speranza di intimorire e mettere a tacere, anche e in alcuni casi, per pararsi il “posteriore”.
Credetemi, non faccio questo ragionamento solo ed esclusivamente perchè vittima di un recente, vergognoso ed indecente attacco mediatico, infatti, come detto all’inizio, questa mia riflessione è di circa due anni fa, oggi l’ho solo riveduta e corretta, a dimostrazione che la problematica non è nuova. Il problema però non va è sottovalutato, perchè quello che ieri è successo a me, è successo in passato anche ad altri, ed in futuro potrebbe riguardare altre persone. Io ho un carattere forte e questa gentaglia, come si suol dire, “me la mangio a colazione”, quando non ho fame, ma c’è molta gente che certi attacchi non riesce a superali facilmente con le conseguenze che ben sappiamo e che la cronaca ci ha spesso raccontato.
Quello che più mi sconcerta, a conferma della grande loro ipocrisia, non sono i commenti che ho letto, visti i pulpiti da quali arrivano me li lascio facilmente e serenamente scivolare addosso, ma è poi il ricevere certi messaggi o peggio incontrare per strada alcuni di questi “personaggi” e vedersi salutare come se nulla avessero detto su di te…anzi, i più sfacciati, falsi ed ipocriti, si complimentano pure l’impegno, la pazienza e la caparbietà che dimostri sui social; ma fortunatamente esistono persone serie e corrette che pur facendoti notare l’errore ti riconoscono stima, fiducia e solidarietà.
Questo capita perchè se non sei un “potente” molti si sentono quasi autorizzati ad attaccarti, mentre se sei uno “importante” tutti ci vanno con i guanti gialli oppure tacciono….insomma il classico forti con i “deboli” e deboli con i “forti” Personalmente ritengo che se vogliamo creare una società migliore, bisogna contrastare con tutte le forze questo fenomeno e questa gente, a costo di rimetterci e commettere anche dei passi falsi, ma coloro che vogliono mettere a tacere le persone libere, a colpi di post e commenti “violenti”, vanno combattuti e sputtanati, anche perchè, essendo la città piccola, ci conosciamo un po’ tutti e sappiamo “pesare” le persone per quello che realmente sono e soprattutto valgono, sia sotto l’aspetto professionale che sociale.
Tale fenomeno, molto pericoloso per la società, lo contrasto e lo contrasterò sempre; si può cadere, si può sbagliare, nessuno è perfetto, ma l’importante è rialzarsi avendo schiena dritta e moralità limpida, contrariamente a chi vive di un’immagine diversa da quello che realmente è. Ma il tempo è galantuomo, lo sappiamo.
Quanto descritto ai molti potrà sembrare esagerato o espresso solo perchè è successo a me, ma vi posso assicurare che così non è, bisogna “passarci per capirlo”(cit.). Ho riflettuto parecchio prima di riscrivere questa mia riflessione, anche perché a me personalmente come a tanti altri, rimangono due possibilità, rimanere e contrastare l’arroganza, l’egocentrismo, la presunzione, la falsità e la volontà di qualcuno nel voler attaccare tutti e tutto per rimanere “solo al comando”, o abbandonare e lasciare spazio agli squadristi. Io “mi piego ma non mi spezzo”, ma soprattutto non mi lascio di certo intimorire da personaggi che potrei mettere facilmente nel ridicolo…ecco sta proprio qui la differenza, tra me e loro. Io scelgo sempre e comunque di lottare e di mettermi al servizio della collettività, nei limiti delle mie capacità e possibilità, altri scelgono zone fangose, zone che, per mia natura, ho sempre evitato di frequentare cercando di inculcare lo stesso comportamento anche ai miei figli.
Ad Maiora