La redazione de “Il . di vista” sta godendo di meritate vacanze, gli alunni mi hanno lasciato da sola a scrivere quest’ultimo articolo dell’anno. Hanno ragione, è stato un anno faticosissimo per loro e per noi, ma c’è ancora un’attività formativa, di particolare rilievo, di cui parlare.
In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, il 21 marzo 2021, si è concluso il concorso di poesia aperto a tutti gli alunni del Liceo “Manzoni-Juvara”.
I componimenti, pervenuti alla giuria, sono stati più di 100 a dimostrazione dell’interesse che il mondo della poesia suscita nei nostri ragazzi.
L’attività nasce dalla riflessione dei docenti su i progetti che l’OMS sta curando in questi anni e cioè sulla necessità di curare, a scuola, non solo l’acquisizione di conoscenze corrette, ma anche l’acquisizione di competenze socio-emotive e relazionali per incrementare il loro benessere psico-fisico.
In sintonia con questo percorso, già dall’anno precedente il Liceo ha attivato uno sportello d’ascolto, affidato alla Prof.ssa Loredana Amico e, quest’anno, uno sportello BENESSERE curato dallo psicologo Francesco Salvatore Lombardo con il quale l’istituzione ha stipulato, per il tramite dell’Associazione nazionale Psicologi, una convenzione.
Aspetti emotivi e cognitivi sono presenti nelle poesie premiate dalla giuria composta dai Proff. Francesca Buscemi, Rosalba Rizza, Maria Pia Scaglioso, Viviana Santoro, Manuela Giglia, rappresentanti dei vari indirizzi: Scienze Umane, Economico sociale, Musicale, Artistico e presieduta dalla Dirigente Pof.ssa Agata Rita Galfano.
Il I posto è stato assegnato a Giulia Perrone della III AU e alla sua poesia che lascia spazio espressivo all’anima e che utilizza la solitudine come possibilità di riflessione e di presa di coscienza. La stesura corrisponde, su sua stessa ammissione, all’emersione, dopo questo periodo, di una Giulia più forte, matura e completa:
Anima
Pura forma del mio essere, eternamente libera e
infinita.
Spazio d’accogliente serenità, di violentissima
confusione.
Innegabile contenitore di verità individuale:
allevii o tormenti i miei pensieri.
Cresci, ridi, piangi e ti disperi:
interminabilmente tuo specchio sono e mio specchio sei.
Mia essenza, essenza umana:
io sono anima.
Il II posto è stato attribuito a Dalila Turco, della IV B Arti figurative che ha trovato, attraverso la parola poetica, una fusione ancora più intima con sua madre:
Stringimi più forte
Siediti al mio fianco quando sono fragile
e quando è tutto nero.
E aprirai le finestre
per cambiare l’aria che mi manca
e mi farai toccare l’azzurro
all’orizzonte del mare,
perchè me l’hai insegnato tu,
mamma,
e mi farai cercare il sole
anche quando non c’è più.
Stringimi più forte tra le tue braccia,
quando non ho la forza di rialzarmi,
quando non mi fido di niente e
quando niente riesce a soddisfarmi.
E ogni volta
che mi hai vista vacillare
e non sei andata via,
hai oltrepassato un confine
tra la mia anima e la tua.
Il III posto compete a Michelle Belmonte della V AU, una ragazza che ha trovato nuove risorse emotive per parlare dei femminicidi e per concedersi di ridimensionare, su un foglio, la paura e la percezione del dolore delle vittime.
Priva di aria
Come un’onda anomala
arriva;
s’infrange dentro
e mille pezzi di un dolore tetro.
Come una fiammella,
priva di aria mi spengo.
E’ tutto buio.
E’ tutto nero.
ed il sentimento del nulla
mi avvolge, fra i suoi artigli mi culla.
Michelle commenta: “La poesia dice molto del vissuto interiore del soggetto che scrive, ma non tutto può trapelare. E’ essenziale che il lettore, che si avvicina alla poesia, abbia sensibilità e voglia di conoscere l’altro”.
Questo è l’universo interiore dei nostri ragazzi. Basta ascoltarli e credere in loro!
Aurelia Armatore
Intervento del Dott. Francesco Lombardo
Leggendo questi versi giovanili, mi sento regredire a 25 anni fa, quando i sentimenti e le emozioni adolescenziali le vivevo in prima persona. È pur vero che mi sarebbe piaciuto leggere anche le altre poesie giunte in redazione, proprio per coglierne il “punto di vista”.
Premessa fatta, mi piace affermare, seguendo Vittorino Andreoli (cfr. Lettera ad un adolescente) che sto sempre e comunque “dalla parte dei ragazzi”, anche quando si sbaglia; già, anche quando si sbaglia, perché è proprio dalla consapevolezza dell’aver sbagliato che si può rimediare e recuperare; spesso il mondo adulto esprime giudizi castiganti, punitivi, etichettanti, evitando di “mettersi nei panni di…” restando sul piedistallo di “adulto, educatore, insegnante”, non sforzandosi di vedere con gli occhi di Giulia, Dalila, Michelle.
Penso che riuscire a com-prendere (prendere insieme) i vissuti quotidiani dei “nostri ragazzi”, offra la possibilità di mettersi in gioco per rispondere ai bisogni di essere accolti, orientati, rassicurati o “semplicemente” ascoltati; il mettersi in gioco presuppone la capacità/competenza/volontà di destrutturarsi, distaccarsi momentaneamente dal ruolo “adulto, educatore, insegnante”, dal “raggiungere gli obiettivi didattici” per rispondere a quel “Stringimi più forte”, “il sentimento del nulla mi avvolge, fra i suoi artigli mi culla”, “interminabilmente tuo specchio sono e mio specchio sei”. Se davvero abbiamo a cuore i “nostri ragazzi”, i ragazzi di domani, il benessere della società, abbiamo a cuore noi stessi poiché la reciprocità delle continue interazioni tra “dentro e fuori, mondo interno e mondo esterno, individuale e sociale” si infrangono l’Uno nell’Altro, costituendo quella rete sociale globale che istante per istante fonda la nostra identità.
Avere cura dei “nostri ragazzi” significa avere cura del benessere sociale (cfr. Di Maria Franco), avere cura del futuro, adesso nel presente, hic et nunc, senza rimandare al domani, senza aver paura di perdere tempo. Il tempo dedicato ai ragazzi è il miglior investimento che un adulto può fare, smollando le pretese “mettendo in folle”, lasciandosi trainare ove vogliono andare, per con-di-videre (vedere insieme) i mondi della loro “anima”.
In questo pezzo, mi sono lasciato “trainare e condurre” dai versi delle poesie, dagli incontri con i ragazzi conosciuti nell’attività di supporto avviata ad Aprile, nelle mattinate con le “classi parallele” e nei pomeriggi on line, dentro e fuori dalle “mura” scolastiche e, proprio questo lasciarsi trainare, mi ha condotto da Voi, a chiudere in-sieme questo particolare anno scolastico che tornerà su tutti i libri di storia, o forse sarebbe meglio dire e-book?
Intervento della Prof.ssa Loredana Amico
Lo Sportello d’Ascolto nasce all’IISS “Manzoni- Juvara”, su iniziativa della Dirigente scolastica, nel corso dell’anno scolastico 2018-19. Esso si configura come uno spazio neutro dedicato prevalentemente agli studenti, ai loro problemi, alle loro “difficoltà” con la scuola, con la famiglia, con i pari ma anche come un possibile luogo di incontro e confronto per i genitori e i docenti al fine di comprendere e affrontare, nel modo più consono, i problemi che naturalmente possono sorgere nel rapporto con un figlio o un alunno che cresce. E’ un luogo non giudicante, dove ciascuno può sentirsi nelle condizioni di esprimere i propri vissuti nel rispetto assoluto della privacy. E’ un luogo di scambio e di supporto finalizzato alla promozione del benessere di tutti gli utenti della scuola. Il personale specializzato presente al suo interno non fornisce consigli o prescrizioni, ma sostiene la persona a raggiungere la consapevolezza di sé e a trovare dentro di sé le risorse per effettuare i cambiamenti necessari .
Lo sportello ha funzionato, con la mia consulenza in qualità di psicologa fino a Marzo dello scorso anno e poi da Dicembre 2020 fino a Febbraio 2021. Già nella seconda metà dello scorso anno e durante l’anno scolastico appena concluso, proprio a seguito dell’emergenza sanitaria, alcune situazioni di disagio si sono inevitabilmente acuite: questo ha fatto sì che alcuni studenti tornassero più volte, sia pure in modalità online, cosa che ha consentito di creare una “relazione” che ha permesso loro di uscire dall’angoscia derivante dall’isolamento e gestire in maniera più consapevole la propria condizione di “sofferenza”.
Rispetto alle problematiche emerse, esse afferiscono prevalentemente alla sfera relazionale con i pari e/o con i docenti, alla sfera familiare, alla dimensione emotivo- affettiva, alla personalità, al metodo di studio, all’orientamento.
Particolarmente complessa negli adolescenti è la costruzione dell’autostima che ha come caratteristica fondamentale quella di essere una percezione prettamente soggettiva e, in quanto tale, non stabile nel tempo ma dinamica e mutevole. Il senso di autostima deriva principalmente dalle relazioni che ogni persona interiorizza e rielabora, sia le relazioni che vanno verso se stessi che quelle interpersonali. Da questo deriva il fatto che gli individui influenzano in continuazione il loro senso di autostima e a loro volta sono influenzate da esso.
Altro “disturbo” ricorrente è legato all’ansia che può causare unalimitazione della capacità di adattamento dell’individuo.
A volte invece gli adolescenti devono essere accompagnati nell’acquisizione e/o nel consolidamento del metodo di studio cioè quell’insieme di tecniche e di accorgimenti da mettere in pratica per affrontare in modo efficace il percorso di apprendimento.
In altri casi diventa prioritario l’orientamento scolastico e/o professionale per cui è necessario affrontare le tematiche relative alla conoscenza di sé, dei propri interessi e delle proprie attitudini al fine di mettere in luce le proprie aree di potenzialità e le proprie predisposizioni.
Per lo più le manifestazioni di disagio si risolvono nell’arco di un tempo relativamente breve. Talora invece i sintomi si strutturano, persistono nel tempo e possono ostacolare lo sviluppo, per cui diviene opportuno indirizzare verso un possibile percorso terapeuticoper evitare che la situazione si cronicizzi e diventi più complessa da affrontare.
Entrambi i progetti hanno come obiettivo comune quello di creare all’interno dell’organizzazione scolastica, un ambiente confortevole basato sulla centralità dell’alunno ed una relazione educativa empatica, finalizzata all’ascolto dei discenti.