La cremazione dei defunti è una pratica che si sta diffondendo sempre di più, in Italia proprio come in altre nazioni.
A questo riguardo, le statistiche sono davvero inequivocabili: secondo i dati presentati da Utilitalia Servizi Funerari, infatti, il numero di cremazioni effettuate negli ultimi decenni è cresciuto in maniera esponenziale.
Nel lontano 1995, infatti, in Italia furono eseguite appena
15.000 cremazioni, cifra più che raddoppiata nel 2000; le cifre odierne sono
distanti anni luce da quelle citate, basti pensare infatti che nel 2019, ovvero
l’ultimo anno relativamente a cui è possibile conoscere delle statistiche ufficiali,
le cremazioni sono state quasi 200.000.
Tutto lascia immaginare che le cifre siano cresciute in maniera ulteriore ed importante anche nell’ultimo anno; nella pandemia dovuta al Covid-19, che come ben sappiamo ha purtroppo comportato tantissime vittime, il ricorso alle cremazioni è stato massivo.
Ad ulteriore conferma del fatto che la cremazione sia considerata sempre più spesso una soluzione ottimale per la gestione delle salme e per rendere onore alle spoglie della persona defunta, vi è il fatto che il numero di forni crematori è cresciuto in maniera consistente nel nostro Paese: secondo i dati di Utilitalia Servizi Funerari, infatti, nel 1995 si contavano solo 31 strutture, mentre nel 2010 si è raggiunta quota 53.
Si potrebbero dedicare fior di approfondimenti su quali potrebbero essere le ragioni alla base di questa tendenza, ma quel che è certo è che tale trend è dovuto anche a degli importanti cambiamenti di natura normativa che si sono registrati negli ultimi tempi.
Di cosa si sta parlando? Un’argomentazione molto dettagliata può essere individuata nel sito Internet di quest’azienda specializzata in cremazioni in Sicilia, ovvero www.cremazioniparisi.it: è spiegato infatti che per poter procedere alla cremazione sono necessarie procedure specifiche le quali, negli ultimi tempi, sono divenute molto più snelle.
Chiaramente, affinché si possa eseguire una cremazione occorre che la persona defunta abbia dato esplicito consenso mentre era in vita, tuttavia rispetto al passato c’è una differenza importanza.
Fino ad alcuni anni fa, come si può leggere nel sito citato, la persona interessata doveva comunicare la propria volontà di essere sottoposta a cremazione una volta defunta tramite apposito atto notarile, procedimento sicuramente più burocratizzato che comportava, peraltro, alcuni costi.
Oggi, come si diceva, ci si può muovere in modo differente, in quanto per dichiarare la propria volontà di essere sottoposti a cremazione è sufficiente un testamento olografo, ovvero il classico testamento scritto di pugno con cui una persona comunica le proprie volontà per quel che riguarda la fase post mortem.
Non solo: oggi vi è anche un’ulteriore alternativa che consente di eseguire una cremazione pur senza testamento.
Se un familiare del defunto, infatti, è certo della volontà del proprio caro di essere sottoposto a cremazione, può sporgere una testimonianza dinanzi ad un ufficiale dello stato civile, rendendo ugualmente possibile la procedura.
Non ci sono dubbi, dunque: oggi eseguire una cremazione è molto più agevole anche dal punto di vista normativo, e sicuramente anche tale aspetto ha influito sui trend di cui si è detto.