CALTANISSETTA – A Caltanissetta le problematiche irrisolte sono tante, non le elenco per non cadere nella ripetitività; le motivazioni del perchè rimangano senza soluzioni ha da sempre un qualcosa di misterioso. Abbondano le versioni, le chiacchiere, ma sta di fatto che il nisseno alla fine, pur lamentandosi sui social, poco o nulla fa…o può fare. L’unica grossa questione che si è risolta, dopo anni ed anni di discussioni, di batti e ribatti, di minacce varie, è stata quella del debito ATO.
Un ‘casus belli’ che sembrava potesse far esplodere chissà quale scandalo a dire dell’opposizione, non solo quella consiliare, con ricorsi, denunce e presunte scottanti verità ma, che alla fine è passato in “cavalleria”, con buona pace di tutti, tranne che per i cittadini. Quest’ultimo esempio ci deve far riflettere su come viene fatta la politica dalle nostre parti. Prima si minaccia di scatenare l’inferno, che al confronto il Generale Massimo Decimo Meridio sembra un soldatino, per poi, non appena finita la battaglia e il problema viene risolto, si torna negli accampamenti a gozzovigliare ed amici come prima.
Assistiamo oggi ad un’apatia politica senza precedenti, consiglieri, sia chiaro di entrambi gli schieramenti, che amano fare passerelle, post ed interrogazioni spesso solo per dimostrare la loro esistenza in vita. Eletti per grazia ricevuta, per “abitudine” o per tradizione, ma che sui temi importanti non osano proferir parola e se qualcuno, timidamente ci prova, lo fa in maniera talmente “ipocrita” che sarebbe stato, per lui, meglio tacere.
Acclarate le colpe di questa ‘dannosa’ classe politica, non scordiamoci che siamo stati noi ad averli eletti ed oggi ne vediamo i risultati e ne paghiamo le conseguenza e, non “soddisfatti” abbastanza, alle prossima tornata alcuni di loro, anche i più inattivi e silenti, verranno rieletti, perchè il loro bacino di voti rimarrà tale, anzi qualcuno lo aumenterà grazie a qualche piccola “cosa” risolta a vantaggio degli amici.
Dobbiamo però, dopo aver accusato la politica, fare un esame di coscienza e dire che se alcune cose in città non vanno per il verso giusto, la colpa è anche nostra. Ci si lamenta, ci si lamenta senza sosta però non si va oltre, chi prova a farlo viene attaccato dagli stessi concittadini che poco prima si lamentavano. Dovremmo noi in primis avere il coraggio di dire le cose per come stanno, al costo di dar fastidio “all’amico”…ma, altro grosso difetto di questa città è l’ipocrisia. C’è poi chi parla di disamore, ma siamo certi che quest’amore c’è mai stato in tutti coloro che lo professano al momento delle elezioni? Diversi anni fa qualcuno scrisse che il consiglio comunale dell’epoca era il peggiore di tutti i tempi, peccato che non abbia tenuto conto dell’adagio “al peggio non c’è mai fine”.
E’ infatti impensabile che in città non ci siano persone in grado di risollevarne le sorti, città che da diversi anni ha ormai intrapreso una discesa che appare inarrestabile. Io sono convintissimo che ci sono, ma penso e non mi sbaglio, che si sono talmente disgustate e nauseate che oggi preferiscono starsene fuori o non occuparsene più, tanto sanno che i loro figli o lavoreranno qui per “eredità” o andranno fuori, visto che già ci si trovano per studiare: un vero peccato. Manca la vera discussione politica, il confronto, il dibattito. Una volta c’erano le segreterie politiche, la Piazza, il Bar Romano, la libreria Sciascia e altri luoghi, di interlocuzione e confronto: in quei luoghi, ormai storici per la nostra città, sono nate idee, coalizioni, candidature, governi locali e soluzioni.
Oggi purtroppo non esistono più, manca “l’agorà”; non esiste più o quasi quel romanzato Centro Storico e quindi la discussione si è spostata inevitabilmente sui social. La riprova di tutto ciò, anche se ad alcuni questa cosa fa da sempre storcere il naso, è che le grosse problematiche locali, i temi caldi per intenderci, trovano ampia diffusione e discussione prevalentemente sui social.
Anche i media locali si sono trasformati, tranne qualcuno che fortunatamente ancora resiste: gli altri si sono ridotti all’agevole ruolo di “duplicatori” di comunicati, asettici propinatori di incidenti e fattucoli da aule di giustizia, talvolta “prendendo” le notizie da altre testate, senza spesso neanche citarne la fonte; manca il tocco, l’aggiunta del bravo giornalista. Un vero peccato, considerato il loro ruolo; sicuramente potrebbero meglio approfondire certe situazioni, coinvolgere cittadini ed istituzioni, produrre notizie certe ed approfondite a cui i cittadini possano far riferimento. Fortunatamente c’è ancora qualcuno che sa fare il suo mestiere.
E noi semplici cittadini discutiamo sui social, questo se da un lato alla politica da fastidio, dall’altro ne da molto più ai “farisei”, a quelli che sono bravi a dire “tanto sono sempre i soliti lamentosi”.
Beh….politici tutti, non sottovalutateci, siamo pronti a fare “danni”: noi siamo la gente comune, quelle persone che hanno preso coraggio, che scrivono e denunciano disservizi, incompetenze e tanto altro: noi vi abbiamo permesso di essere dove siete, impensabile per alcuni. Quindi se mi posso permettere, molti politici dovrebbero calare la cresta e ascoltare quello che i cittadini hanno da dire, leggerci e capire: siate anche un po’ furbi, tentate di cogliere i segnali ed i messaggi, le indicazioni ed i suggerimenti che lanciamo. Ascoltarli può esservi solo utile, se poi li ascolterete sarà un bene per voi e soprattutto per noi tutti, in caso contrario alla fine, come diceva un mio amico “chi è causa del suo mal, pianga se stesso” e al prossimo giro….”signori, si scende, altro giro altra corsa”. Ad Maiora