Sono iniziate a Palermo le prime procedure per la sospensione degli operatori sanitari non vaccinati. Da quanto si e’ appreso, l’Asp del capoluogo ha effettuato una prima ricognizione di medici, infermieri, operatori delle varie professioni sanitarie e assistenti socio-sanitari, su un bacino di circa 8mila unita’, per i quali la legge prevede l’obbligo vaccinale quale requisito per l’esercizio della professione.
La direzione sanitaria aziendale avrebbe cosi’ provveduto stamane alla segnalazione ai relativi ordini professionali del personale interno che, senza adeguata e motivata giustificazione, non si e’ vaccinato. Si tratterebbe di “pochi casi”, mentre e’ stato escluso solo chi per motivi di salute non poteva ricevere la somministrazione. La palla passa quindi agli ordini professionali che, su indicazione delle Asl, come chiarito dal ministero della Salute pochi giorni fa, dovrebbero adottare i provvedimenti dando comunicazione direttamente agli interessati.
Al momento, tuttavia, “non e’ arrivata alcuna segnalazione”, ha puntualizzato il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato che poi ha spiegato: “E’ una procedura su cui non abbiamo alcuna autonomia, ci limitiamo a prendere atto di un dato amministrativo. Certamente pone interrogativi che dovrebbero essere chiariti in seno alla nostra federazione e con il ministero. L’Asp, ad esempio, puo’ decidere di sospendere il rapporto con le aziende o spostarli ad altre mansioni, ma i diretti interessati potrebbero continuare a esercitare attraverso la libera professione. Su questo punto attendiamo chiarimenti – ha ribadito – noi comunque rivendichiamo l’autonomia di giudizio degli ordini che, caso per caso, potrebbero valutare le singole ragioni del personale a non vaccinarsi”.
E anche per infermieri e personale sanitario, secondo il Nursind, al momento non risultano segnalazioni, ad eccezione dei 25 dipendenti dell’Asp di Ragusa: “E l’unico episodio di cui siamo al corrente – ha sottolineato il coordinatore regionale del sindacato delle professioni infermieristiche, Salvatore Calamia -. Molti di questi, nel frattempo, hanno deciso liberamente di vaccinarsi e cosi’ sono stati reintegrati. Gli altri potrebbero seguire la stessa strada oppure scegliere di fare ricorso al provvedimento di sospensione – ha concluso – perche’ riteniamo che in alcuni casi la procedura non sia stata seguita correttamente”.