“In verita’ non c’e’ un reato di cui parlare e Cicero questo lo ha dovuto riconoscere. Sul piano della legalita’ all’Asi e all’Irsap si operava tutti insieme, poi nello specifico operava Cicero. Si e’ sentito un po’ troppo vittima quando tutti lo sostenevano e nessuno mai lo ha abbandonato. Ha fatto il presidente dell’Irsap dalla nascita alla morte”. E’ quanto ha affermato l’avvocato Carlo Taormina, legale di Antonello Montante, al termine dell’esame di Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap Sicilia, parte offesa e parte civile, nell’ambito del processo che si celebra con il rito abbreviato in Corte d’Appello a Caltanissetta sul cosiddetto “Sistema Montante”.
“Abbiamo cercato – ha detto Taormina – di far capire alla Corte che si e’ trattato di una vicenda nella quale” e’ stato chiesto “se era Montante che gli facesse commettere reati e lui ha detto di no”. Il processo proseguira’ con l’interrogatorio di Montante. “Si parlera’ di tutto. Dalla nascita di Montante fino ai giorni nostri”, hanno detto i suoi avvocati, Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto. Oltre a Montante, gli altri imputati del processo, sono l’ex comandante della Guardia di Finanza di Caltanissetta Gianfranco Ardizzone, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, il responsabile della sicurezza di Confindustria ed ex poliziotto Diego Di Simone e il questore Andrea Grassi. Sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.