“I traditori li avete visti transitare in quest’aula e non e’ difficile capire chi fossero. Personaggi come Cicero, con il quale stava lottando alla mafia e poi, per ragioni che stiamo cercando di capire, ha preso un’altra strada”. Lo ha affermato l’avvocato Carlo Taormina, legale di Montante, parlando con i cronisti, al margine del processo in corso nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta nei confronti dell’ex leader di Confindustria Sicilia e di altri quattro imputati.
“Certamente – ha detto Taormina – non bastera’ un’altra udienza per sentire Montante e probabilmente ci sara’ un confronto con Cicero”. Poi ha aggiunto: “La verita’ e’ che in Sicilia avete avuto una grande occasione di liberarvi dalla mafia, ma non ne siete stati capaci e avete preferito trovare il primato dell’essere mafiosi. Taormina si e’ poi soffermato sui rapporti tra Montante e i magistrati. “Montante poteva contare sul loro sostegno. Erano intese forti e costanti nella scelta delle iniziative da assumere. Era un appoggio che veniva manifestato in maniera sistematica e continuativa. I magistrati sono state persone particolarmente vicine nelle iniziative che andava assumendo. Ha parlato di Scarpinato, Sava, Lari, Gozzo. Vi erano rapporti istituzionali”.
Taormina ha anche aggiunto che l’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, propose a Montante di ricoprire l’incarico di assessore e al suo rifiuto si rivolse alla Marcegaglia la quale gli rispose che Montante era troppo utile a Confindustria. “I rapporti con la politica – ha concluso Taormina – sono stati moltissimi e tutti di natura istituzionale”.
Si sta restituendo a Montante ha aggiunto l’avvocato Taormina – quella che e’ la sua reale immagine. La storia parla da sola. Sono trascorsi 12 anni in maniera lineare e limpida. L’ultima tappa e’ stata quella dell’Agenzia dei Beni confiscati alla mafia dove era stato nominato componente e dove era stato indicato presidente ma proprio allora usci’ un articolo, il 9 febbraio 2015 di Attilio Bolzoni. Non penso si tratti di una coincidenza. L’articolo in questione indicava Montante indagato per mafia dalla Procura di Caltanissetta“.
C’era, per il legale, “uno schema di don Ciotti sulle modalita’ di gestione dei beni confiscati nell’ambito dell’agricoltura. Ciotti e Montante ne avevano parlato e Ciotti invoglio’ Montante a diventare componente dell’agenzia. Si tratta della gestione di patrimoni incredibili e quindi le convergenze degli interessi sono facilmente immaginabili. Ci sono aspetti relativi alla gestione in ambito giudiziario dove la vicenda Saguto credo che l’abbia detta lunga per molto tempo, ci sono delle sacche di corruttela che tutti conosciamo in quel settore.
L’agenzia nasce non solo per la gestione impeccabile delle attivita’ imprenditoriali ma anche per liberarsi dei beni vendendoli sul libero mercato e questa logica rompeva con tutto quello che era stato in quel momento. La Sicilia – ha ribadito Taormina – ha avuto la bella occasione di liberarsi dalla mafia ma ha preferito la mafia”.