Nove persone sono state rinviate a giudizio dal gup del tribunale di Caltanissetta, Alessandra Maira, per l’omicidio, avvenuto il 3 giugno dello scorso anno, di Adnan Siddique, 32 anni, originario del Pakistan, ucciso a Caltanissetta, per aver aiutato alcuni suoi connazionali che lavoravano come braccianti a denunciare episodi di sfruttamento sul lavoro e a ribellarsi al caporalato.
Gli imputati, tutti pakistani, eccetto una giovane canicattinese, sono accusati a vario titolo, dell’omicidio del pakistano e di sfruttamento di lavoratori. Il 32enne venne accoltellato da un commando che fece irruzione nella sua abitazione di via San Cataldo, a Caltanissetta.
Altri tre imputati risultano al momento irreperibili, uno ha chiesto di patteggiare la pena e un altro ha nominato un nuovo difensore. A chiedere il processo i pm Gabriele Paci, Chiara Benfante, Massimo Trifiro’ e Stefano Strino. In totale sono ben 42 i capi di accusa messi insieme dalla Procura dopo le indagini di carabinieri e polizia coordinate dalla procura nissena.
Il giudice ha accolto la richiesta di costituzione parte civile, oltre che dei familiari della giovane vittima, anche del Comune di Caltanissetta, del Movimento volontariato italiano (Movi) con l’avvocato Salvatore Patri’, della comunita’ I girasoli di Milena e di alcuni ospiti della stessa associazione, assistiti dall’avvocato Giovanni Annaloro. Si e’ costituita parte civile anche l’associazione Proxima e alcune vittime di caporalato.