Si è spento a 94 anni l’avvocato Peppino Mancuso, sindaco di Caltanissetta dal 1993 al 1997, uno dei politici nisseni più amati del capoluogo nisseno.
Uomo di spiccate virtù morali, esemplare rappresentante della destra, durante la sua vita professionale ed il suo impegno in politica, è sempre stato un punto di riferimento per gli alleati ed i suoi avversari. La notizia ha destato grande commozione in città ed in molti hanno inondato i social di pensieri e foto dedicate all’amato ex primo cittadino, nato a Caltanissetta il 30 aprile del 1927.
Raccontare la sua vita in politica è arduo, considerato il suo impegno, in favore della città e del territorio: pugnace e mai domo, determinato e lungimirante, amava la sua terra come pochi ed era realmente orgoglioso delle sue origini. Alcune delle sue battaglie in favore di Caltanissetta sono diventate ricordi iconici dei nisseni.
Consigliere comunale a Caltanissetta, si candidò alle elezioni regionali in Sicilia del 1971 per il collegio provinciale di Caltanissetta nelle liste del Movimento Sociale Italiano, ottenendo 9 359 preferenze e divenendo deputato per la VII legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana. Restò all’ARS fino al 1976.
Fu poi eletto nel consiglio comunale di Caltanissetta, dove ricoprì la carica di capogruppo consiliare per il MSI, in occasione delle elezioni comunali del 1985 e del 1990.
Alle elezioni comunali del 1993, le prime con elezione diretta del sindaco, si candidò alla carica di primo cittadino di Caltanissetta con il sostegno del Movimento Sociale Italiano, che allora si presentava sotto le insegne dell’Alleanza per la Rinascita di Caltanissetta. Mancuso ottenne il 34,1% dei voti al primo turno e il 51,7% al ballottaggio, sconfiggendo il candidato di centro-sinistra Michele Campione, e diventando il primo sindaco di Caltanissetta direttamente eletto dai cittadini, in forza della legge regionale del 1992 che introduceva l’elezione diretta dei sindaci.
Dopo quarantaquattro anni di governo democristiano incontrastato, l’amministrazione della città passò alla destra; per la vittoria di Mancuso furono decisivi proprio i voti degli elettori della DC, il cui candidato era stato eliminato al primo turno. Nel 1996 minacciò di lasciare il partito cui aveva aderito nel 1995, Alleanza Nazionale, con il quale era entrato in polemica; tuttavia AN fu l’unica a sostenere la sua ricandidatura a sindaco alle successive elezioni del 1997, nelle quali ottenne il 24,1%, risultando terzo per numero di voti dopo Michele Abbate, candidato del centro-sinistra (poi eletto sindaco), e Raimondo Maira, sostenuto da CDU, CCD e Rinnovamento Italiano, mentre Forza Italia presentò un candidato proprio che giunse quarto.
Si ripresentò ancora alle elezioni comunali del 1999, sostenuto dalla Lista Mancuso e dal Partito Siciliano d’Azione, senza di nuovo accedere al ballottaggio: ottenne infatti il 25,2% dei voti, dietro il candidato del centro-sinistra Salvatore Messana (che divenne sindaco) e quello del centro-destra Francesco Panepinto. Tuttavia fu rieletto in consiglio comunale, che aveva lasciato nel 1997. Alle elezioni comunali del 2004, nonostante il sostegno dall’intera coalizione di centro-destra, ottenne il 33,3% dei voti e fu sconfitto al primo turno dal sindaco uscente Messana. Lasciò definitivamente il seggio in consiglio comunale.