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Le tessere e il Mosaico: Il dubbio e i dubbiosi

Don Salvatore Callari

Le tessere e il Mosaico: Il dubbio e i dubbiosi

Dom, 02/05/2021 - 08:35

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Don Salvatore Callari Callari

Abbiamo  appena celebrato  la festa di S.  GIUSEPPE  lavoratore .  Dal profondo del pozzo  della ricchezza  della sua  testimonianza di vita e della esemplarità, raccolgo un momento angustiante o addirittura drammatico: il suo dubbio sulla serietà della sua prossima sposa. Data la circostanza  possiamo dire anche un “ momento misterioso” perché  originato  dal “ prossimo mistero” della Incarnazione di Gesù. Io ho il dubbio  che possa essere utile , anche tenendo  che non sono  uno psicologo ed anche perché scrivo, come si direbbe  “ a braccio”. Non è raro sentire, con un velo di ironia, la espressione “ Beati  voi  che vi potete riposare sulla certezza, specie se si tratta di argomenti religiosi, di teologia, di verità eterne. E noi , in questa pagina, ci muoveremo su un terreno  specificamente religioso. con qualche umile accenno al dubbio in generale .  Ci sono di quelli  che “giocano” sul dubbio e in maniera eufemistica vorrebbero dire “ non ci credo”.  Ma l’espressione  pronunciate , è  sostanzialmente “negativa”  , “ ho i miei dubbi”. Quello che accade nelle ingarbugliate   faccende umane se si tratta di  argomenti  più o meno frivoli  o comunque di alcun vera importanza ,  l’alternativa che  seguirebbe  non riguarda aspetti vitali dello spirito., e vale  legittimamente  il detto “ in dubbiis  libertas”.  Cioè liberta di opinione , come nell’aneddoto , vero o falso , di Buridano e l’asino   del quale si dice “  intra due cibi distanti e moventi  di un modo  prima che  l’un de due portasse ai denti , ( Dante )  per non avere il coraggio  di decidersi, in qualunque modo. Ma la indecisione e la permanenza del dubbio non porta conseguenze di alcun genere. Se si tratta però, di verità della religione è diverso e il presunto dubbio, vale  quanto una certezza  non espressa per … pudore. Io ho i miei dubbi  che  vuol dire “ non ci credo”. Questo è un gesto di gravità morale o spirituale, peccaminosa.  Ben altro si deve dire del dubbio “ positivo” che significa la ricerca della  verità in buona fede. S. Giuseppe , non si adagia sul suo dubbio, ma nella sua “ giustizia”  cerca la conferma del suo “credo” Abramo  dinanzi  ad un  caso impossibile, la promessa della  discendenza  sceglie  di ubbidire  affidandosi a Dio, Sostanzialmente  scioglieva il dubbio “credendo” S. Tommaso apostolo,  classico esemplare di   dubbio,  vuole la conferma di una fede sicura,  non  sceglie “ a priori”  Per i comuni fedeli, magari ,sopraffatti  dall’ignoranza religiosa, il dubbio è uguale a ricerca della verità, non esclusa in partenza, e  non c’è responsabilità morale. Dice un autore :” un cristiano quando è inquieto, in questo settore, può stare quieto”, perché desideroso di conoscere la verità non di negarla . E’ responsabilità morale, invece, lasciarsi vincere dalla tentazione diabolica, stile paradiso terrestre, ma affidarsi  alla parola di Dio, L’alternativa Sarebbe  dannosa. Non è opportuno riposare sul dubbio  religioso , ( pensiamo ai dommi di fede, alle verità ed eventi  innegabili  se pur sono  nell’ombra del mistero per la mente umana. E’ necessario  ricorrere al farmaco giusto che è lo studio per vincere la ignoranza sulla  verità.  A   me rimane il dubbio di avere scritto e riflettuto in modo chiaro, Quale alternativa mi resta ?  Sperare nella buona volontà di chi legge,