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Baglioni: “Compio 70 anni, me lo ha confermato il notaio”

Redazione

Baglioni: “Compio 70 anni, me lo ha confermato il notaio”

Mer, 12/05/2021 - 08:46

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”Sto facendo fare delle verifiche a un notaio, ma pare che sia proprio così”. Claudio BAGLIONI compirà 70 anni il 16 maggio e, in un’intervista a Famiglia Cristiana, ironizza sul suo compleanno, ripercorrendo la sua carriera attraverso i versi delle sue canzoni. ”Non so com’è cominciata – afferma – forse ascoltando una radio. La mia prima maestra di canto è stata una radio a valvole che ho ancora. Per me era come una scatola magica con un occhio che si illuminava di verde quando raggiungeva la sintonia.

La pratica poi l’ho fatta quando andavamo a trovare i nostri parenti in Umbria. A volte ci donavano qualche coniglio o qualche gallina e al ritorno in treno, per non farci accorgere della loro presenza, io, mio padre e mia madre cantavamo per tutto il tempo”. I ricordi di BAGLIONI risalgono agli anni dell’infanzia, al padre ”brigadiere che scrive poesie. Sì, qualcuna l’ha dedicata pure a me. Descriveva la gioia che provava tornando dal turno di notte quando trovava il suo ragazzino che ancora dormiva. Le ho lette molto tempo dopo, anche quando lui non c’era già più”.

Il cantautore ricorda anche la madre, citando la sua canzone ”51 Montesacro’: ”Era una sarta, e io mentre cuciva andavo da lei, mi mettevo le mani sugli occhi e per giocare le dicevo quella frase ‘Mamma callo pu cciù’ (Claudio non c’è più), convinto che, siccome io non vedevo più niente, ero diventato invisibile anche agli altri”, Parla anche del verso ‘Niente soldi per comprare un fratellino’: ”Allora le famiglie erano tutte numerose e io non riuscivo a spiegarmi perché fossi l’unico a non aver un bambino con cui giocare sempre. Mia madre diceva che i bambini bisogna comprarli. Allora io mettevo dei soldi da parte e, quando mi sembrava di averne abbastanza, tornavo da lei. Lei osservava quello che avevo in mano e poi scuoteva la testa: ‘Purtroppo i fratellini sono rincarati’. Ancora oggi penso a come sarebbe stata la mia vita con un fratello o una sorella”. 

BAGLIONI parla poi della scuola, citando ‘Quante volte’: ”Non avrei voluto essere il primo della classe. Ho sempre studiato tantissimo, anche sui libri di mio padre. Ma così per tutti diventai ‘il secchione’, situazione che si aggravò quando misi gli occhiali e allora si aggiunse ‘Quattrocchi e mezzo naso”’. Ancora, riferendosi a ‘Uomo di varie età’, racconta i suoi genitori, che hanno sempre creduto in lui, ”molto più di quanto io credessi in me stesso – sottolinea – Nei concorsi canori organizzavano degli autobus di parenti e amici per sostenermi. Io volevo mollare tutto dopo ‘Questo piccolo grande amore’ che avevo concepito come una specie di disco-testamento.

Mi ero già informato per riprendere gli studi di architettura, quando scoprii che ero primo in classifica”. Ricorda , ancora, ‘Camilla’, la Citroën 2 cavalli, dell’album ‘Gira che ti rigira amore bello’, ”ero talmente legato a lei che quando non ce la faceva più, piuttosto che lasciarla da un demolitore l’ho portata in una radura e l’ho bruciata. Mi descrivevano sempre come un bravo ragazzo, ma ho avuto anche io il mio passato da fricchettone”.

 L’album ‘E tu come stai’ e i suoi due cani in copertina: “Si chiamavano Mathias e Minnie. Mi hanno donato emozioni che sono molto difficili da descrivere. Insieme, ci sentivamo i padroni del mondo”. E poi, nell”82, arriva ‘Avrai’ dedicata alla nascita del figlio Giovanni, anche lui musicista affermato: ”La musica è stata ed è un cemento molto importante nel nostro rapporto. Anche perché non sono stato sempre un padre molto presente”. Ancora, i temi sociali nei pezzi come ‘I vecchi’, ‘Uomini persi’, ‘Naso di falco’ e ‘Noi no’, quest’ultima, scritta dopo le uccisioni di Falcone e Borsellino, ”era una canzone su un generico desiderio di libertà. Qualche settimana dopo le stragi feci un concerto allo stadio La Favorita di Palermo. Il pubblico prima iniziò a cantare ‘Chi non salta un mafioso è’ e poi, con mia grande sorpresa, ‘Noi no’.

La cosa si è ripetuta e ovviamente mi ha fatto molto piacere”. Il cantautore, che per dieci anni hai organizzato a Lampedusa O’ Scià, un festival nato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’immigrazione clandestina, passa poi a parlare dell’ultimo naufragio nel Mediterraneo: ”Noi artisti siamo come trombettieri che suonano la carica, che cercano di svegliare gli animi sopiti. In questo senso mi sento come un soldato che ha perso una battaglia, perché ciò che mi fa più paura è l’assuefazione, il fatto di considerare questi morti solo come una notizia tra le tante, che non suscita scandalo: proprio ciò contro cui era nato O’ Scià.

Lo so che l’immigrazione è un problema gigantesco, ma è così complesso perché si inserisce in un sistema economico che forse andrebbe rivisto. In Sicilia per esempio vedo buttare quintali di arance e quando chiedo spiegazioni mi rispondono con la legge della domanda e dell’offerta. Razionalmente lo capisco, ma nel profondo no: vedo solo tanta roba buona che viene distrutta. Di fronte a tante spiegazioni della politica e dell’economia, alzo le mani e confesso di non capire”. ”Dicono che ha un brutto carattere”, dice ancora BAGLIONI citando ‘Dov’è, dov’è’. ”Ho sofferto come tutti per le etichette che mi sono state affibbiate senza conoscermi. Però è vero che con il passare degli anni si riesce a ridere un po’ di più di sé stessi”.

Quanto alla possibilita che il BAGLIONI di quella canzone del 1990 si sarebbe fatto mettere lo smalto sulle unghie come ha fatto nell’ultimo show di Pio e Amedeo, ”credo proprio di no – ammette – Ma non so quale tra i due sia migliore. Da un punto di vista professionale – conclude riferendosi a ‘La vita è adesso’, scritta a 34 anni – il passato mi pesa tantissimo. Tante volte mi sono chiesto che senso abbia fare un nuovo disco, tanto quelli di prima saranno sempre migliori, perché hanno una storia, perché contengono tutte le vite di chi li ha ascoltati. Ma gli ottimi riscontri che ha ricevuto il mio ultimo album mi hanno rincuorato e mi spronano ad andare avanti. Da un punto di vista umano, ora ho molto netta la sensazione che il futuro che mi aspetta non sia equivalente al passato che ho alle spalle. Alcune cose non torneranno più, se non attraverso i ricordi, attraverso una sana nostalgia. Per il resto, sono ancora un curioso della vita”