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Le Tessere e il Mosaico: “LA VITA OLTRE QUEL GIORNO”

Don Salvatore Callari

Le Tessere e il Mosaico: “LA VITA OLTRE QUEL GIORNO”

Dom, 11/04/2021 - 08:15

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Don Salvatore Callari

Nella domenica di Pasqua appena trascorsa ci è sembrato opportuno, o forse meglio, “obligante” parlarne da una angolatura strettamente religiosa, liturgica, spirituale. Torniamo a parlare della Pasqua secondo una “veduta” storica un po’ laica, un po’ da critici. Chiunque voglia riflettere sul misterioso evento della Resurrezione non può che “partire” dalla “veridicità” del fatto. La notizia ha sconvolto profondamente i suoi contemporanei. I suoi avversari hanno fatto di tutto per parlare di inganno, di truffa, di manipolare l’evento ma non ci sono riusciti. Era impossibile contrastare quel sepolcro vuoto, di non accettare la testimonianza della Maddalena, di negare la apparizione di Gesù agli Apostoli, dai due discepoli di Emmaus. Anche tra gli ebrei stessi ci furono molti turbati dal fatto e dalla sua evidenza, che hanno riconosciuto che quell’uomo di Nazareth non poteva essere un millantatore. Con l’aiuto della storia passata e ancor di più della sana logica hanno proclamato “questa è opera di Dio, e se tale non è, tutto finirà nel gorgo delle vicende umane”. Era Gamaliele, un maestro della legge, stimato dal popolo perché saggio. E così si fermò l’onda di avversione verso Gesù e i suoi discepoli. Quello che man mano andava accadendo ha sconvolto la storia, quell’uomo che nei giorni prima aveva gridato “Eloì, Eloì, lama sabactani” “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato!”. Ma, invece dall’uomo insultato sulla croce, e annichilito, si è sprigionata tanta energia da conquistare il mondo, e il cristianesimo si estende dall’Oriente fino all’Occidente. San Paolo proclamava solennemente “se il Cristo non fosse risuscitato, vana sarebbe la nostra fede”. Se non fosse risorto in poco tempo la sua figura si sarebbe affievolita. E niente allora sarebbe rimasto di lui. Niente chiesa cristiana, che invece, la Chiesa è presenza concreta di Cristo. La chiesa parla con le parole del Risorto. E non ci sarebbero stati i martiri, i confessori, le vergini: tutti seguaci del Cristo “risorto”, che come morto è “esistito” solo per tre giorni, ora vive per sempre nella chiesa: “io sono con voi fino alla fine dei secoli”. Cristo è risorto e vive nel corpo mistico terreno, che è il suo corpo che opera nella Chiesa e con la Chiesa. E tutto è frutto della Resurrezione, che rimane il fulcro sul quale fece leva il Cristianesimo nella conversione del mondo “Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede. Clodoveo piangeva alla narrazione della passione di Gesù e avrebbe fatto “l’ira di Dio”, con i suoi franchi per difenderlo dai suoi nemici. E chissà se avrà avuto il buon senso di pensare poi di più al Risorto, che ha vinto senza di lui, e ha conquistato il mondo!! Cristo è la nostra fede, la nostra gloria, la nostra speranza.

Cristo si manifesta in maniera “mistica” che potrebbe anche dirsi “misteriosa”.

Cristus vincit! Cristus regnat! Cristus imperat!