Compleanno importante per Francesco De Gregori che il 4 aprile compie 70 anni. Quasi 50 anni di carriera artistica vissuta tra l’amore per la musica cantautorale americana e uno stile affascinante grazie a testi ermetici, onirici e misteriosi. Ritroso e distante dal clamore dello star system, il “Principe” (soprannominato così da Lucio Dalla durante Banana Republic) ha pubblicato 49 album, tra live, studio e raccolte, scrivendo canzoni che fanno parte della nostra memoria collettiva.
STILE E IMPORTANZA – Come tutti i grandi artisti, De Gregori ha fondato uno stile, imitatissimo ma irraggiungibile, scardinando le regole della composizione tradizionale: ha portato nei testi la sua cultura, trasfigurando nel linguaggio poetico, la narrazione non lineare e il fluire della Storia. Ha vissuto la sua lunga carriera con coerenza contribuendo a dare alla canzone un valore nuovo e più culturalmente elevato, come forma di espressione autonoma, la canzone d’autore.
GLI INIZI – Nato a Roma il 4 aprile 1951, aveva iniziato nel 1969 ad esibirsi al Folkstudio di Trastevere, suonando cover di Leonard Cohen e soprattutto Bob Dylan, suo nume tutelare e ispiratore a cui ha dedicato più di un lavoro discografico. Nel locale muovono i primi passi Mimmo Locasciulli, Paolo Pietrangeli e Antonello Venditi. Prorpio con lui condivide l’album “Theorius Campus” nel 1972. Il debutto solista è dell’anno successivo, “Alice non lo sa”, trainato dalla partecipazione di De Gregori a Un Disco per l’Estate con la canzone “Alice”, nonostante l’ultima posizione in classifica.
IL SUCCESSO – Dopo l’album omonimo (accusato di avere testi complessi e introspettivi), il grande successo arriva con “Rimmel” del 1975, uno dei dischi più venduti del decennio e più importanti per la musica italiana. In quel periodo nasce la collaborazione con Fabrizio De André, per la realizzazione del disco “Volume 8”, con brani inediti in parte scritti in tandem. E si consolida quella con Lucio Dalla, che collabora anche al successivo album “Bufalo Bill” del 1976.
LA FAMOSA CONTESTAZIONE – La sua folgorante carriera sembra avere una decisa battuta d’arresto con un evento che lo segna. Il 2 aprile 1976, durante un concerto al Palalido di Milano subisce un “processo pubblico” in cui viene contestato da attivisti della sinistra extraparlamentare che lo accusano di fingersi di essere di sinistra, speculare sui giovani, ammiccare a certi atteggiamenti solo per fare i soldi. Il cantautore ne esce così traumatizzato da annunciare: “Non canterò mai più in pubblico”.
LA RIPRESA, TRA ANNI 80 e 90 – Dopo due anni di silenzio sposa la compagna di liceo Alessandra Gobbi (testimone di nozze fu l’allora segretario della Fgci Walter Veltroni), e ritorna a pubblicare un album: “De Gregori”, che contiene anche “Generale”. Arriva poi la fortunata tournée “Banana Republic”‘ con Lucio Dalla, dopo aver pubblicato il 45 giri “Ma come fanno i marinai”, che porterà la canzone d’autore negli stadi. Gli anni 70 si chiudono con “Viva l’Italia” mentre gli anni 80 sono segnati da un altro album importante, “Titanic”, nel quale spicca “La donna cannone”.
SANREMO – Il Festival della Canzone Italiana è uno dei riti italiani a cui De Gregori non fa mistero di sottrarsi molto volentieri. Nel 1980 fa la sua unica esperienza, ma da autore: scrive il testo di “Mariù”, su musica di Ron, che viene presentata da Gianni Morandi.
De Gregori è ormai il cantautore per eccellenza e negli anni successivi prosegue il suo successo sia discografico che live. Negli ultimi anni, sembra poi aver rinunciato almeno in parte alla sua leggendaria ritrosia, dando vita a quella che qualcuno ha definito una seconda giovinezza: tour in piccoli locali o teatri, partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e televisive un tempo impensabili. Fino al riavvicinamento con Antonello Venditti. E proprio come all’inizio della sua formidabile carriera, è pronto a tornare sul palco insieme a lui. Il grande concerto annunciato allo Stadio Olimpico di Roma per settembre 2020 è stato spostato per la pandemia al prossimo 17 luglio…