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Covid. Da cinema a ristoranti, riaperture anche in zona ‘rossa’ ma con il tampone

Redazione

Covid. Da cinema a ristoranti, riaperture anche in zona ‘rossa’ ma con il tampone

Dai ristoranti agli spettacoli, dalle piscine alle palestre. La bozza preparata dalla Conferenza regioni prevede anche la ripresa delle attività anche in zone di rischio, previo 'testing'
Gio, 15/04/2021 - 15:45

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Ristoranti aperti anche a cena, al cinema con il tampone, ritorno dei buffet e della briscola nei bar. Sono alcune delle linee guida per le riaperture proposte dalle Regioni per imboccare la strada del ritorno alla normalità dopo le restrizioni della pandemia Covid. Le misure dovranno essere sottoposte al parere del Cts prima di essere poi approvate dal Governo. Le misure previste nel documento prevedono anche l’applicazione nelle regioni ‘rosse’ previo ‘testing’. 

Fedriga: speriamo che il parere del Cts arrivi il prima possibile

“La Conferenza delle Regioni ha oggi aggiornato le linee guida per la riapertura di alcune attività in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei protocolli di prevenzione”. A dirlo, il presidente Massimiliano Fedriga. “Si tratta di proposte elaborate dai Dipartimenti di prevenzione delle Regioni su cui chiederemo il parere del Cts che ci auguriamo arrivi il prima possibile – spiega – per permettere al Paese, in modo progressivo e ferma restando l’applicazione del principio di massima cautela in termini di contenimento della diffusione del Covid-19, di imboccare la strada del ritorno alla normalità”. Il documento licenziato dalla Conferenza tratta nello specifico la ristorazione, le palestre, le piscine, le strutture termali, i cinema e gli spettacoli dal vivo. 

“Su questo versante – sottolinea Fedriga – il Governo può contare sulla massima collaborazione da parte delle Regioni. Riteniamo infatti fondamentale che le istituzioni si muovano di pari passo con i cittadini, superando gradualmente la fase dei divieti e introducendo una nuova stagione di riaperture accompagnate da regole per evitare nuove impennate nella curva dei contagi. Stiamo infine valutando anche altre linee guida per le ulteriori attività produttive soprattutto in relazione alla revisione e al riscontro dei diversi scenari di rischio. Occorre poi verificare che alcune attivita’ di servizio alla persona, quali parrucchieri ed estetisti, attualmente chiuse nelle zone rosse possano, con l’attuazione di rigidi protocolli, riprendere il loro lavoro in sicurezza”. Di seguito la bozza che verrà sottoposta al Comitato scientifico:

Per i ristoranti 2 metri di distanziamento dei tavoli al chiuso, 1 all’aperto

“Negli esercizi che somministrano pasti, privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni. E’ comunque consentito l’accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano, nel rispetto delle misure di prevenzione previste. In tali attivita’ non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere; In tutti gli esercizi: disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale. Detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tali distanze possono essere ridotte solo con barriere fisiche di separazione. i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo; favorire la consultazione online del menu tramite soluzioni digitali, oppure predisporre menu in stampa plastificata, e quindi disinfettabile dopo l’uso, oppure cartacei a perdere; al termine di ogni servizio al tavolo, assicurare pulizia e disinfezione delle superfici”. 

“Le presenti indicazioni si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie (anche se collocati nell’ambito delle attivita’ ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali), nonche’ per l’attivita’ di catering (in tal caso, se la somministrazione di alimenti avviene all’interno di una organizzazione aziendale terza, sara’ necessario inoltre rispettare le misure di prevenzione disposte da tale organizzazione)”, si legge nella bozza di linee guida delle Regioni.

“Le misure, se rispettate, possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo, che della cena. Inoltre tali misure possono consentire il mantenimento del servizio anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening/testing. Predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità”.


Di seguito le linee guida per la ristorazione: “Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura )37,5 C. Rendere disponibili prodotti per l’igienizzazione delle mani per i clienti e per il personale anche in piu’ punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimita’ dei servizi igienici, che dovranno essere puliti piu’ volte al giorno. Adottare misure al fine di evitare assembramenti al di fuori del locale e delle sue pertinenze. Negli esercizi che somministrano pasti, privilegiare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni. E’ comunque consentito l’accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano, nel rispetto delle misure di prevenzione previste. In tali attività non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere; In tutti gli esercizi: disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale. Detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tali distanze possono essere ridotte solo con barriere fisiche di separazione”.

Tornano i buffet e la briscola al bar

“Sono consentite le attivita’ ludiche che prevedono l’utilizzo di materiali di cui non sia possibile garantire una puntuale e accurata disinfezione (quali ad esempio carte da gioco), purché siano rigorosamente rispettate le seguenti indicazioni: obbligo di utilizzo di mascherina; igienizzazione frequente delle mani e della superficie di gioco; rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra giocatori dello stesso tavolo e almeno 2 metri tra tavoli adiacenti. Nel caso di utilizzo di carte da gioco e’ consigliata inoltre una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi”. E’ quanto prevedono le linee guida per le riaperture contenute nella bozza predisposta dalle Regioni, nel capitolo relativo ai ristoranti e bar.
Inoltre, fanno la loro ricomparsa, dopo un anno di stop totale, i buffet, anche se con regole che modificano quelli tradizionali. Si legge infatti nella bozza:

“E’ possibile organizzare una modalità a buffet mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilita’ per i clienti di toccare quanto esposto e prevedendo in ogni caso, per clienti e personale, l’obbligo del mantenimento della distanza e l’obbligo dell’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie. La modalità self-service puo’ essere eventualmente consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose. In particolare, la distribuzione degli alimenti dovrà avvenire con modalità organizzative che evitino la formazione di assembramenti anche attraverso una riorganizzazione degli spazi in relazione alla dimensione dei locali; dovranno essere altresì valutate idonee misure (es. segnaletica a terra, barriere, ecc.) per garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro durante la fila per l’accesso al buffet”.


Al cinema con prenotazione e a un metro di distanza

Dalle Regioni arrivano indicazioni per le riaperture di sale cinematografiche, teatri, circhi, teatri tenda, arene e spettacoli in genere, anche viaggianti. Le misure possono essere adottate – questa la premessa – anche nelle regioni ‘rosse’ “purché integrate con strategie di screening/testing”. Bisogna “riorganizzare gli spazi, per garantire l’accesso in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale (detto aspetto afferisce alla responsabilità individuale). Se possibile organizzare percorsi separati per l’entrata e per l’uscita”.

Occorre “privilegiare, se possibile, l’accesso – si legge – tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura ) 37,5 C. La postazione dedicata alla reception e alla cassa deve essere dotata di barriere fisiche (es. schermi); in ogni caso, favorire modalità di pagamento elettroniche. Rendere disponibili prodotti per l’igienizzazione delle mani per i clienti e per il personale anche in piu’ punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimita’ dei servizi igienici, che dovranno essere puliti piu’ volte al giorno”. “Non è consentito assistere in piedi allo spettacolo”, si legge ancora. “Bisogna ottimizzare l’assegnazione dei posti distribuendo gli spettatori in maniera omogenea negli spazi consentiti al fine di garantire il massimo distanziamento possibile tra le persone. I posti a sedere (comprese, se consentite, postazioni prive di una seduta fisica vera e propria) dovranno prevedere un distanziamento minimo, tra uno spettatore e l’altro, sia frontalmente che lateralmente, di almeno 1 metro (con l’obbligo di utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie) o, in alternativa, di almeno 2 metri (con la facoltà di non indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie finché si rimane seduti al proprio posto). Tutti gli spettatori devono indossare la mascherina dall’ingresso fino al raggiungimento del posto (per i bambini valgono le norme generali) e comunque ogni qualvolta ci si allontani dallo stesso, incluso il momento del deflusso. La mascherina va indossata anche al posto a meno che non sia garantita la distanza di almeno 2 metri”.

Nelle piscine 7mq di superficie di acqua a persona

Le Regioni hanno preparato un documento per le riaperture che riguarda indicazioni anche per le piscine pubbliche e “le piscine finalizzate ad uso collettivo inserite in strutture gia’ adibite in via principale ad altre attivita’ ricettive (es. pubblici esercizi, agrituristiche, camping, etc.) ove sia consentito l’uso natatorio”. Occorre – si legge nella bozza del documento – “predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione. I frequentatori devono rispettare rigorosamente le indicazioni impartite dagli istruttori e assistenti ai bagnanti. Il gestore dovra’ prevedere opportuna segnaletica, incentivando la divulgazione dei messaggi attraverso monitor e/o maxi-schermi, per facilitare la gestione dei flussi e la sensibilizzazione riguardo i comportamenti, mediante adeguata segnaletica. Potra’ essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura ) 37,5 C. Redigere un programma delle attivita’ il piu’ possibile pianificato in modo da dissuadere eventuali condizioni di aggregazioni e da regolamentare i flussi degli spazi di attesa e nelle varie aree per favorire il rispetto del distanziamento sociale di almeno 2 metri, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Se possibile prevedere percorsi divisi per l’ingresso e l’uscita”.

Palestra con prenotazione e a due metri di distanza

“Le presenti indicazioni si applicano a enti locali e soggetti pubblici e privati titolari di palestre, comprese le attivita’ fisiche con modalità a corsi (senza contatto fisico interpersonale). Le misure di seguito riportate, se rispettate, possono consentire il mantenimento dell’attivita’ anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening/testing”. E’ quanto si legge nella bozza delle proposte sulle riaperture preparata dalla Regioni. Occorre “predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare. Redigere un programma delle attivita’ il piu’ possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni; mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni”. “Potra’ essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura )37,5 C. Organizzare gli spazi e le attivita’ nelle aree spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 2 metri (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate) o separare le postazioni con apposite barriere”. Bisognerà “regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza: almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attivita’ fisica; almeno 2 metri durante l’attività fisica”.

La ripartenza di spettacoli e danza

In vista dell’allentamento delle misure le Regioni avanzano proposte per la ripartenza delle produzioni liriche e sinfoniche, per gli spettacoli musicali, per le produzioni teatrali e della danza: “L’entrata e l’uscita dal palco – si legge nella bozza delle Regioni riguardo le riaperture – dovrà avvenire indossando la mascherina, che potra’ essere tolta durante l’esecuzione della prestazione artistica se sono mantenute le distanze interpersonali, e in maniera ordinata, mantenendo il distanziamento interpersonale, dando precedenza a coloro che dovranno posizionarsi nelle postazioni piu’ lontane dall’accesso (in fase di uscita dal palco, si procedera’ con l’ordine inverso). “I professori d’orchestra – si legge nella bozza – dovranno mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro; per gli strumenti a fiato, la distanza interpersonale minima sarà di 1,5 metri; per il direttore d’orchestra, la distanza minima con la prima fila dell’orchestra dovra’ essere di 2 metri. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet”. “Per gli ottoni, ogni postazione dovrà essere provvista di una vaschetta per la raccolta della condensa, contenente liquido disinfettante. I componenti del coro dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti sul palco. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. Si dovra’ evitare – si aggiunge – l’uso di spogliatoi promiscui e privilegiare l’arrivo in teatro degli orchestrali gia’ in abito da esecuzione”. Per quanto riguarda le produzioni teatrali “l’accesso alla struttura che ospita le prove deve avvenire in maniera ordinata, mantenendo il distanziamento interpersonale; lo stesso distanziamento va garantito al termine delle prove in uscita dalla struttura. Negli spazi comuni che consentono di accedere ai camerini degli artisti, al laboratorio sartoriale, alla sala/area trucco ed ai locali/aree che ospitano i sistemi di gestione delle luci e dei suoni, all’ufficio di produzione, etc. deve essere mantenuto il distanziamento interpersonale e individuati passaggi che consentano di escludere interferenze”.

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