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Caltanissetta, processo Borsellino: anomalie durante le intercettazioni

Redazione 2

Caltanissetta, processo Borsellino: anomalie durante le intercettazioni

Ven, 23/04/2021 - 13:15

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C’erano frequentemente anomalie durante l’ascolto delle telefonate intercettate. Ne ha parlato nel corso dell’udienza del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, che si celebra a Caltanissetta, Carmela Sammataro, sovrintendente capo della Squadra Mobile di Palermo, sentita come teste.

L’avvocato Giuseppe Panepinto, legale di uno degli imputati, si e’ soffermato in particolare sul periodo in cui il falso pentito Vincenzo Scarantino si trovava a San Bartolomeo a Mare, in localita’ protetta, e la sovrintendente si occupava di ascoltare le telefonate dello stesso Scarantino e della moglie. “Succedeva di continuo.

A volte uscivano numeri anomali – ha spiegato – altre volte l’apparato non stampava. E quindi chiamavamo spesso i tecnici della Sip che venivano a risolvere quelli che noi chiamavamo guasti tecnici. Con gli strumenti di oggi non succede, ma allora era quasi una costante. Magari i problemi erano di linea e non proprio dell’apparato”.

La teste, che ha fatto parte del gruppo Falcone-Borsellino, gruppo costituito per fare luci sulle stragi, ha anche svolto servizio a Jesolo dove Scarantino si trovava con la sua famiglia. “Non ricordo se ho visto magistrati andare in casa di Scarantino. Il mio non e’ un no, ma e’ un non ricordo”, ha spiegato. Poi la teste ha aggiunto: “A me Scarantino non ha mai detto di avere accusato persone innocenti della strage, e che io sappia non l’ha detto nemmeno ad altri colleghi”.

Imputati del processo sono i poliziotti Fabrizio Mattei, Mario Bo’, e Michele Ribaudo. L’accusa e’ di calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa Nostra. Secondo l’accusa i tre poliziotti avrebbero indotto il falso pentito Vincenzo Scarantino a rendere false dichiarazioni sottoponendolo a minacce, maltrattamenti e pressioni psicologiche.