Nel mese che precede la beatificazione del giudice Rosario Livatino, che sarà celebrata nella Cattedrale di Agrigento il prossimo 9 maggio, per volontà di Papa Francesco la Croce della Misericordia visiterà tutte le carceri siciliane e sarà nella Diocesi di Caltanissetta dal 24 al 26 aprile.
La Croce arriverà dal Pagliarelli di Palermo alla Casa circondariale “Malaspina” la mattina di sabato 24. Nella Cappella del carcere saranno celebrate due SS. Messe per permettere la partecipazione dei detenuti dei vari reparti: la prima il 24, subito dopo l’arrivo della Croce, la seconda domenica 25, alla quale parteciperanno gli agenti della Polizia Penitenziaria. Quest’ultima S. Messa sarà animata dai giovani della Madrice di Delia.
Nei due giorni di permanenza a Caltanissetta che la Croce della Misericordia sarà a Caltanissetta visiterà anche l’Istituto Penale Minorile e la Comunità Terra Promessa.
Lunedì mattina 26 aprile la Croce visiterà la Casa di reclusione di S. Cataldo, dove rimarrà per l’intera giornata. Martedì 27 sarà accompagnata ad Enna per proseguire il suo pellegrinaggio.
La Croce della Misericordia è stata consegnata da Papa Francesco il 14 settembre del 2019 ai 250 Cappellani delle Carceri italiane, alla presenza dell’Amministrazione Penitenziaria e dei Provveditori, insieme all’Ispettore generale.
Dalla Sicilia la Croce proseguirà il suo itinerario attraverso l’Italia, da sud a nord, dopo avere iniziato il cammino nel carcere di Secondigliano, in Campania (dove era detenuto il mandante dell’omicidio del giudice Livatino) e poi a Nisida, da dove è arrivata in Sicilia.
Sul legno della Croce, realizzata dai detenuti del carcere di massima sicurezza di Paliano (Frosinone), dove il Papa era andato in visita due anni fa, sono state dipinte scene bibliche di liberazione, di riscatto e di redenzione, ma anche le immagini di mamme in carcere con i loro bambini.
«È una Croce messaggio», ha dichiarato l’Ispettore generale dei Cappellani delle carceri italiane, don Raffaele Grimaldi, «dove le immagini dipinte richiamano la nostra attenzione su alcuni episodi biblici, la Liberazione di Pietro e di Paolo dalle prigioni, il buon ladrone, e i Protettori, San Basilide (Patrono della Polizia Penitenziaria) e San Giuseppe Cafasso (Patrono dei Cappellani delle carceri). Sul fondo della Croce immagini di bambini con le loro madri in carcere. Questa immagine vuole rappresentare il desiderio ché le tante madri con i loro bambini possano scontare in luoghi alternativi al carcere la loro pena, in modo che, ai loro piccoli, loro malgrado, non venga tolta la speranza».
Il rapporto tra chi sconta una pena detentiva e la presenza pastorale della Chiesa, attraverso il lavoro dei cappellani nelle carceri, ha voluto costruire negli anni percorsi di riabilitazione, non soltanto spirituale ma per quanto è possibile anche civile, come testimonia l’impegno dei tre cappellani delle carceri diocesane, don Giuseppe Alessi (Malaspina), don Alessandro Giambra (Istituto Minorile) e padre Enrico Schirru (S. Cataldo).