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C’era una volta… la Settimana Santa e le Varicedde

Francesco Daniele Miceli

C’era una volta… la Settimana Santa e le Varicedde

Mer, 31/03/2021 - 16:21

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C’era una volta…
Un gruppo di bambini!
Proprio così! Bambini come te!

Erano un gruppo di amici molto stretti… e ciascuno di loro era un “garzone” in una bottega! Erano come dei piccoli aiutanti per i grandi; c’era infatti chi lavorava da un barbiere, chi da un fabbro, chi aiutava i genitori a vendere la verdura…

Purtroppo, allora, non tutti i ragazzi andavano a scuola!

Un bel giorno si riunirono tutti per giocare…
Tommasino aveva portato un pallone di pezza, la cara e piccola Sofia, con le sue treccine scure, aveva portato delle bamboline fatte di sassi… Carmelina voleva giocare a campana e Michelino voleva giocare ad acchiapparello!

Improvvisamente vennero i due cuginetti, Lucia e Tanuzzo, pieni di emozione. Tanuzzo, che anche se era piccolino era “sperto”, disse a tutti:
“carusi! Mi vinni nnà bedda pinsata! Dobbiamo fare ‘na cosa bellissima!”
“E cosa?” – risposero tutti i bambini in coro.
“Dobbiamo organizzare una processione!”

Gli altri bambini lo presero per pazzo! Ma Tanuzzo, che anche se era piccolo era troppo “sperto”, subito continuò:
“I vidistivu i Vari? Su troppu beddi! L’ammu a fari puru nuaddi!… Pero picciddi! Li Vari di li Picciriddi!”

Ma c’era un problema! Come qualcuno fece notare, non avevano nessuna Vara, né tantomeno delle aste, dei carrelli o dei carretti per trasportarle in processione.

“E chi problema c’è?  – continuò il buon Tanuzzo – Li Vari nichi li facimmu ‘ccù la crita! E li purtammu ‘n capu a li Vassoi!”

Tutti gli amici, da quel momento in poi, abbandonarono i giochi di palla, la campana e le bamboline fatte di sassi e iniziarono, con l’argilla, a modellare delle piccole Vare, uguali a quelle più grandi del Giovedì Santo.

Dopo essersi ben organizzati per il Mercoledì Santo, i nostri bambini indossarono delle tunichette bianche, misero tutte queste piccole Vare sopra dei vassoi, le addobbarono con tanti fiorellini di campo e, con queste Vare di argilla tra le mani, iniziarono a girare, tutti in fila, le stesse strade della grande processione delle Vare!

Tutti i grandi li guardarono con ammirazione…perché anche se erano piccoli e avevano fatto una cosa piccola l’avevano fatta con un grande cuore! E si sa che le cose fatte col cuore sono sempre le più belle!

Di anno in anno, quei bambini, spinti da tanta passione, continuarono a organizzare, sempre meglio, la processione delle piccole Vare.

A piano a piano, quei bambini diventarono ragazzi, e coinvolsero altri bambini ancora…

Un bel giorno, spinti da tanta gioia, i ragazzini pensarono: “ e se ciascuno di noi si occupa di una piccola Vara e se la fa costruire apposta, più bella che mai?”

Tra questi c’era un piccolo ragazzetto che si chiamava Lucino; Lucino aveva un grande sogno: possedere la Scinnenza Piccolina!
Sentì dire che, nel vicino paese di San Cataldo, c’era uno scultore. Si chiamava “Lu Zannu” ed aveva imparato l’arte della scultura direttamente dal Professor Biangardi! Quello che aveva costruito le grandi Vare del Giovedì Santo!

Pieno di emozione partì a piedi per San Cataldo: era un viaggio lungo e duro!

Non appena arrivò da Lu Zannu subito gli disse: “Voi che siete uno scultore! Mi dovete costruire una nuova bellissima Vara piccolina! Voglio fatta la scinnenza!” e rovesciò sul tavolo tutte le monetine che aveva faticosamente guadagnato e risparmiato una per una!

Lu Zannu guardò il bambino, poi diete una bella boccata alla sua pipa. E dopo un attimo di silenzio esclamò:
“Picciriddu! ‘ccù sti 4 sordi non ti posso fare la Scinnenza! Al massimo il Cireneo, che è più piccola!”

Ma il buon Lucinu non  si perse d’animo, perché per lui le Vare erano tutte belle! E poi… sicuramente il Cireneo era più leggera da trasportare.
Quando la piccola scultura fu pronta, il piccolo Lucino se la mise sulle spalle e fece il viaggio sino a Caltanissetta con la Vara sulle spalle.

Oltre il Cireneo, in quegli stessi anni, vennero costruite la Pietà, la crocifissione…fino a quando, pochi anni dopo, un ragazzo di nome Turidduzzu, che aveva la sua bottega in Via Angeli, vicino la chiesa di San Domenico, portò in piazza una piccola Vara, l’Ecce Homo, e la lasciò nel negozio di un Carbonaro, in modo che tutti potessero vederla…poi fece la Scinnenza, che tenne per sé.

Da quegli anni in poi sono state create 19 nuove piccole Vare che tuttora vanno in processione.

Le Varicedde stanno tutto l’anno nelle case: alcune in salone, alcune in garage, alcune addirittura in camera da letto! Ed oggi appartengono ai figli dei figli dei figli di coloro che, cento anni fa, le fecero costruire!

Certo, adesso non si portano in giro più su vassoi, ma su Carrellini.
Una tradizione speciale…perché appartiene a tutti i bambini! Le Varicedde, infatti, sono piccole come loro!

Scoprile, guardale, ammirale: sono bellissime tutte! E appartengono a tutti i bambini della città! Anche a te!

(continua…)

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