Una malattia ha un impatto travolgente nella vita di una persona. Le sue ripercussioni, spesso, non sono soltanto fisiche ma anche psicologiche.
Prendersi cura, con sensibilità ed empatia, del malato è un dovere morale al quale tutti dovremmo sentirci chiamati.
A rispondere all’appello dei malati oncologici, da ormai 20 anni, è l’associazione Progetto Luna. Una realtà che negli anni è cresciuta non soltanto nei numeri degli associati (ne è arrivata a contare circa 160) ma anche in autorevolezza con le istituzioni e la cittadinanza.
“Non siamo medici e non intendiamo sostituirci a loro” spiegano le volontarie che, con molta umiltà e tatto sottolineano il loro ruolo al fianco del malato.
Un sorriso, un po’ di compagnia in attesa del trattamento o della chemioterapia, un caffè, una prenotazione in una visita di controllo, una telefonata per chiedere “come va?”, un passaggio di documentazione da un reparto all’altro per velocizzare le procedure ed evitare al paziente di muoversi o di aumentare il forte stress al quale è già sottoposto.
Piccole attenzioni così come potrebbe fare un amico o un familiare ma con la capacità di sapersi distaccare emotivamente, senza lasciarsi travolgere dai pensieri negativi. Lasciando trasparire soltanto speranza e buon umore.
I cambiamenti fisici, soprattutto in una donna, influenzano negativamente la capacità di resilienza del malato e, per contrastare questi sentimenti, le volontarie hanno deciso di avviare dei percorsi alternativi.
“Vivere un’esperienza piacevole in gruppo, dedicarsi a sé stessi aiuta la persona a creare una routine che permette, almeno per un po’ di tempo, a mettere la malattia in secondo piano” ha raccontato Ersilia Sciandra, presidentessa di Progetto Luna.
Le volontarie hanno organizzato attività in piscina, incontri formativi di trucco con un ente di formazione a indirizzo estetico e, dove è stato ritenuto necessario, anche supportato con l’acquisto di una parrucca naturale o un turbante per chi non ne aveva la possibilità economica.
“Non è una questione di estetica, ma d’identità – hanno spiegato le volontarie -. Dopo la chemioterapia il paziente perde i suoi capelli. Per una donna questo rappresenta un evento peggiore della stessa malattia poiché guardandosi allo specchio, non si riconosce più”.
“Progetto Luna”, però, è un’associazione che si autofinanzia esclusivamente con le quote associative e il 5×1000. Non sarebbe possibile acquistare delle parrucche senza il supporto di generose “donatrici di capelli”.
Contribuire all’iniziativa è molto semplice. Basterà raccogliere i capelli in una coda o una treccia della lunghezza minima di 20 centimetri, dare un taglio netto e, dopo aver contattato telefonicamente le volontarie portare tutto alla sede dell’associazione in via Valenti, 17 a Caltanissetta.
Ci vogliono circa 2,5 Kg di capelli naturali e non trattati per creare una parrucca ma con il contributo di generose volontarie è possibile realizzare una folta chioma.
All’appello hanno risposto donne adulte, ragazze ma anche le bambine e, dopo l’esempio dato dalla testimonial Francesca Michielin, arrivata a Sanremo con i capelli corti perché “donati per una parrucca solidale”, si auspica che i contributi continuino a crescere.
“Siamo lieti di ogni donazione ma molto di più se arriva da un bambino – hanno raccontato con orgoglio -. Insegnare a spendersi per il sociale fin da piccoli è sinonimo di cambiamento dell’intera società e consente di poter trasmettere al proprio figlio il valore dell’altruismo. Un gesto che ci commuove, un sentimento che vogliamo condividere non per esibizionismo ma perché la prevenzione e l’informazione passano anche attraverso una treccia donata”.
I capelli, dopo essere stati raccolti, vengono spediti a delle dipendenti di una fabbrica di parrucche che hanno messo a disposizione le loro abilità e tempo libero per il confezionamento. “Donare i propri capelli è un gesto che apre il cuore, invita alla relazione, nutre senza chiedere nulla in cambio, né riconoscimento, né conferma, ne gloria”.
Con il supporto di un parrucchiere professionista la donna sceglie il colore di capelli e il modello più indicato per il proprio viso in modo da rendere più fluido e naturale il passaggio dalla propria capigliatura alla parrucca. “E’ commovente il momento della consegna della parrucca. Vediamo una nuova luce brillare nel volto di quella donna. Vogliamo ringraziare Elisabetta, la prima donatrice nissena (nella foto di copertina). Quando ha maturato la decisione di tagliare i suoi capelli e donarceli ha messo in moto una macchina meravigliosa che non si ferma più. La donazione non finisce nel momento in cui i capelli vengono tagliati ma continua in un legame profondo tra donna e donna”.
Il Covid ha cambiato le abitudini delle volontarie allontanandole anche dai loro assistiti. Un distanziamento fisico necessario per preservare soprattutto i pazienti. “Ci auguriamo di poter tornare presto nei reparti accanto alle persone – hanno raccontato -. Vogliamo essere al loro fianco, condividere ogni momento del loro percorso per poter essere utili. Le prime a donare qualcosa, infatti sono proprio loro, le <<nostre>> donne che ci mostrano, con l’esperienza, il valore della vita”.
Il direttivo al momento è composto da Ersilia Sciandra Presidente, Antonia Aurora Paternò vice presidente, M. Angela Gattuso tesoriere, Nuccia Ilardo segretaria, Carmen Cardullo, Assunta Caruso, Mirella Torregrossa Consigliere. Un ringraziamento la presidentessa lo ha voluto rivolgere anche a tutte le volontarie attiviste e accreditate: Ardilio Anna, Bingo Maria, Cannavo’ Lorenza,Cappalonga Tanina,Cardullo Carmela,Caruso Assunta,Contino Mariolina,Crucilla’ Biagia, D’asaro Mariolina, Falzone M. Giovanna, Gattuso Angela, Giambra Paola, Giarratano Maria, Guagenti Giusy, Hondrea Aspazia, Iacolina M. Grazia, Ilardo Nuccia, La Bruna Nunziatina, Latorre Antonella, Lazzara Delizia, Maira Gina, Marchese Cinzia, Mule’ Francesca, Pilato Clara, Tricoli Giuseppina, Vendra Rosaria.
Prima della pandemia le volontarie del Progetto Luna erano a disposizione degli utenti la mattina, dal lunedì al venerdì, nella loro sede all’ospedale Sant’Elia, accanto al CUP. In contemporanea altre 4 volontarie salivano in reparto. Oggi hanno cambiato i loro ritmi e le loro attività.
Continuano, in linea con la convenzione gratuita siglata con l’ASP, a contattare le utenti sensibilizzando sulla prevenzione contro i tumori e incentivando i controlli gratuiti previsti dal sistema sanitario nazionale rassicurando sul protocollo di sicurezza adottato. “La nostra funzione di ponte tra i cittadini e l’azienda, in questo ultimo anno, è diventata ancora più preziosa. Molti pazienti si sono trovati sperduti, bloccati a casa ma con la necessità di proseguire le cure. Noi abbiamo cercato di aiutarli a proseguire i percorsi indicati loro dai medici curanti”.
Non hanno abbandonato nemmeno i loro incontri formativi curati da “Europa Donna”, appuntamenti che hanno iniziato a seguire quando hanno deciso di costituire l’associazione e che non hanno mai trascurato. “Da loro abbiamo imparato tutto ciò che serve per portare avanti un’associazione ma soprattutto l’approccio da adottare con l’utenza, soggetti fragili di cui avere cura e rispetto”.
Non basta, infatti, essere disponibili con il proprio tempo. E’ necessario anche essere dei buoni volontari. E quelli di “Progetto Luna” lo sono.
Per ulteriori informazioni su “Progetto Luna ONLUS” è possibile contattare le volontarie al numero di telefono 0934559686, al cellulare 3288156903 o alla pagina Facebook “Progetto Luna”.
Per donare il proprio 5×1000 basta indicare il codice fiscale 92039350852.