In relazione a qualche commento espresso in un servizio di un’emittente locale, probabilmente condizionato dalla concitazione del momento, tanto da accompagnare il testo con immagini di repertorio, girate molto prima del tempo della pandemia, che hanno costruito una comunicazione inesatta e inevitabilmente tendenziosa, riprendendo chiese affollate, sacerdoti senza mascherina ed Eucaristie distribuite in bocca ai fedeli, riteniamo di dover ribadire che la Diocesi di Caltanissetta, come tutte le altre diocesi italiane, si attiene scrupolosamente alle normative vigenti ed in particolare al protocollo tra Governo e Conferenza Episcopale Italiana.
Sin dallo scorso anno in tutte le nostre chiese sono stati rispettati i distanziamenti, l’indicazione della capienza massima degli ambienti, la sanificazione obbligatoria delle mani e l’uso tassativo delle mascherine per celebranti e fedeli, la sanificazione periodica dei locali e lo svolgimento delle attività pastorali in piccoli gruppi e a distanza. Un solo caso di persona contagiata (a sua insaputa) che si è verificato in questi giorni non può oscurare questo impegno, che ha reso le nostre parrocchie luoghi sicuri per migliaia e migliaia di persone in tutti questi mesi.
Tutte le attività diocesane si sono svolte in streaming (Lectio di Avvento e Quaresima, Esercizi Spirituali, Aggiornamento del Clero e dei Religiosi, Lectio del Martedì, Messaggi ai diversi gruppi sociali, Via Crucis con le Vare, etc) con grande impegno da parte di tutti i sacerdoti, con grande sensibilità e responsabilità soprattutto da parte del nostro Vescovo, che ha dedicato ogni possibile attenzione a coniugare azione pastorale, sostegno spirituale e conforto morale, sollecitando sempre da parte di tutti prudenza, rispetto delle regole, attenzione responsabile ai soggetti più fragili.
Le celebrazioni pasquali, che quest’anno sono previste, nel rispetto delle regole, dall’intesa tra Stato e Chiesa, sono un patrimonio spirituale irrinunciabile della comunità dei credenti, che peraltro sono liberi di parteciparvi senza alcuna costrizione.
Non può essere consentito però di ergersi ingenerosamente a censori della responsabilità di chi esercita la propria funzione con sacrificio e correttezza estrema, per garantire il diritto alla vita spirituale del popolo di Dio in tutte le sue manifestazioni, non è utile né opportuno fomentare l’allarme sociale sulla base di proprie convinzioni personali che non tengono conto delle normative vigenti e della libertà delle persone, da parte di coloro che certamente non frequentano le nostre chiese, dove avrebbero potuto constatare la responsabile osservanza di tutte le regole.
Tutti i sacerdoti stanno offrendo una testimonianza preziosa e costosa di disponibilità, spirito di sacrificio e attenzione ai più fragili, non soltanto con le azioni liturgiche o il dispensare i sacramenti, ma provvedendo alle necessità di migliaia di persone e di famiglie in difficoltà, di chi ha perso il lavoro, di chi non ha bisogno di parole ad effetto ma di una presenza concreta, responsabile e fattiva, che la Chiesa nissena sta assicurando a tutti con tutto l’impegno, le risorse e le energie che ha messo in campo da oltre un anno, e che sarebbe corretto rispettare, se non riconoscere.
(Mons. Giuseppe La Placa Vicario Generale Direttore Ufficio Stampa)