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San Valentino tra storia e leggenda. Chi era il Vescovo degli innamorati? E perchè si festeggia?

Marcella Sardo

San Valentino tra storia e leggenda. Chi era il Vescovo degli innamorati? E perchè si festeggia?

Ven, 12/02/2021 - 12:37

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San Valentino divide l’opinione pubblica tra chi ama e desidera festeggiare la “festa degli innamorati” e chi, invece, la ritiene soltanto un’occasione legata al consumismo.

Come ogni tematica, però, anche la festa del 14 febbraio va interpretata andando a bilanciare i riferimenti storici, la leggenda costruita attorno e le strategie imprenditoriali.

Iniziamo, quindi, con ordine.

Chi era San Valentino?

Valentino di Interamna (l’antica Terni) fu un Vescovo cristiano morto martire il 14 febbraio del 270 d.C.

La leggenda racconta che il religioso decise di unire in matrimonio il centurione romano Sabino con la cristiana Serapia. Un grave reato vietato dalla legge romana e che, all’epoca equivaleva a una condanna a morte.

Proprio come è avvenuto per il Natale, anche per San Valentino la chiesa ha voluto scegliere una data simbolica per sostituire un rito pagano, in questo caso quello del dio Lupercus della “Fertilità”.

Gli antichi romani, in questa data, usavano mettere in due urne i nomi degli uomini e delle donne. La coppia sorteggiata avrebbe vissuto insieme per un intero anno. Al termine di questo periodo un bambino (richiamando simbolicamente un cupido) estraeva a sorte un’altra coppia facendo ripetere il rito.

Tradizione ritenuta dalla Chiesa inaccettabile e, dunque, sostituita con quella più casta e pudica del vescovo cristiano.

Perché si offrono i fiori a San Valentino?

Tra le tante leggende che ruotano attorno al Santo c’è quella della capacità di far riconciliare gli amanti.

Un giorno – secondo la tradizione – Valentino incontrò in un giardino dei fidanzati che avevano litigato e, per farli riappacificare, suggerì all’uomo di cogliere una rosa e donarla alla sua donna.

Cosa hanno in comune i regali, San Valentino e i bambini?

San Valentino amava molto i bambini e li accoglieva nel suo giardino. Dopo il suo arresto, però, l’area rimase chiusa e i piccoli non poterono più entrare.

Due piccioni viaggiatori, allora, volarono fino alla cella del Santo. Il sacerdote li riconobbe, capì il motivo del loro viaggio e legò al collo di uno dei due “piccioncini” la chiave del giardino e all’altro un biglietto con scritto “A tutti i bambini che amo, dal vostro Valentino”.