MUSSOMELI – A distanza di due anni dall’ultimo incidente, ha rischiato ancora una volta la vita sulla strada per Caltanissetta l’insegnante Fina Mingoia. E ancora una volta suo figlio, il trentenne Luis Calà, alza il tono della voce e lamenta: “Se la manutenzione sulle strade provinciali venisse assicurata per come sarebbe giusto fare, le persone non rischierebbero la vita per andare a lavorare e portare a casa il necessario per vivere, senza contare che buona parte dello stipendio rimane per via stante proprio lo stato disastroso delle strade e i danni che provoca alle auto. Altro che terzo mondo e Africa, qua è peggio.”
Cosa è accaduto dunque?
Ancora il figlio della signora: “Venerdì mattina, lungo la strada per Caltanissetta, dopo le miniere nei pressi del ponte che è poco agibile, la ruota dell’Audi di mia madre è scoppiata letteralmente. Per fortuna non è successo nulla di irreparabile perché il tratto era rettilineo, e si sono fermati in tantissimi pendolari a soccorrere mia madre. Sono andato anch’io sul posto e ci hanno aiutato a cambiare la ruota, che costa almeno 200 euro, e che per fortuna non è scoppiata in curva, altrimenti oggi saremmo qui a raccontare ben altro. Questa è la terza volta che mia madre rischia su quella strada a causa del fondo stradale viscido, delle buche, della mancata manutenzione. La prima volta era finita fuori strada ed era volta nel sottostante fiume a causa della fanghiglia non rimossa che rendeva il fondo stradale molto scivoloso. Due anni fa invece, a gennaio, era stato il ghiaccio a farla volare da una scarpata e rimase viva per miracolo”.
In quell’occasione la signora Mingoia, insegnante di scuola materna, era finita sotto una scarpata mentre si recava alla scuola di Montedoro, dove lavora, ed era rimasta imprigionata nella Ford Fusion, ribaltatasi. Erano state poi le forze dell’ordine e i soccorsi ad estrarla, malconcia ma cosciente.
“Viviamo in un contesto –dice ancora Luis Calà- in cui le strade del Vallone sono totalmente abbandonate. Per l’ennesima volta mi rivolgo quindi alla stampa per denunciare il totale abbandono di queste strade, in particolare la strada per Caltanissetta che ogni giorno è percorsa da centinaia di persone che lavorano, da ammalati, da studenti. Una strada molto pericolosa quando c’è il fango, e basta vedere come ogni giorno diventa la macchina di mia madre o quella degli altri che fanno quella strada avanti e indietro. E dobbiamo pure ringraziare qualche agricoltore che con la pala del trattore leva tutto il fango che c’è perché altrimenti non si pensa nessuno, siamo abbandonati da tutti. Quando mia madre rientra dal lavoro, non si capisce dove finisce il fango e comincia la macchina. A questo siamo ridotti.”
Passano gli anni insomma, i decenni si sommano ai decenni, ma l’agonia di una strada che versa in condizioni disdicevoli è sempre lì, a segnare la vacuità delle promesse dei tanti che predicano sviluppo e si fanno fotografare in poso auliche, salvo poi ritrovarsi ad ogni inverno strade indegne di essere chiamate tali. E mai nessuno che abbia il rossore di individuare responsabilità e porvi rimedio. Al contrario, ad ogni intervento tampone, che dura una stagione, bisogna sempre ringraziare il padrino o la madrina che si intesta il finanziamento.
E si spiega da sé, tra chi continua a chiedere strade vere e chi si limita a fare riparare le trazzere provinciali, del perché questa provincia è sempre agli ultimi posti in tutte le classifiche nazionali di vivibilità. (FONTE: LA SICILIA: Roberto Mistretta)