“Non ho giudizi politici, ma si vede un cambio che porta al potere un uomo competente con una squadra di grande qualità e, soprattutto, con un sostegno larghissimo.
Per chi è fuori dall’Italia, tutto questo fa pensare a una prospettiva positiva in questa fase così difficile”.
Così Sylvie Goulard, vicegovernatrice della Banca di Francia, componente del gruppo dei saggi del Quirinale per il trattato franco-italiano e nativa di Marsiglia con tutto e quattro i nonni italiani in una intervista al Corriere della Sera.
Interrogata sulla scarsa presenza di donne nel governo Draghi l’ex consigliera politica durante la presidenza della Commissione Ue di Romano Prodi poi risponde: “Sulla composizione del governo non ho commenti da fare. In giugno avevo notato che il gruppo di esperti guidato da Vittorio Colao aveva indicato tre aree per rafforzare l’economia: digitale e innovazione, politiche per l’ambiente, ma la terza area era la parità di genere e l’inclusione.
Nel rapporto del gruppo Colao c’è un’analisi che mi pare corretta. Si dice che fra le ragioni della bassa crescita in Italia ci sono il tasso di natalità in declino e il fatto che una parte dei talenti e delle capacità intellettuali e di lavoro del Paese non sia usato al massimo, dato il tasso contenuto di occupazione femminile”, “i dati dell’Ocse mostrano come nei nostri Paesi e ancora di più nell’Europa del sud sia più bassa la quota di donne occupate o impegnate in percorso di formazione e educazione.
È un tema, come scrive Colao nel rapporto. Ma in Italia la società civile dà esempi di dinamismo. L’ho visto quando ho partecipato a eventi come il ‘Tempo delle donne’ a Milano o quelli dell’associazione ‘Valore D’. Sono dimostrazioni che i progressi si possono compiere, non è impossibile. Vede, parlare di riforme strutturali dà sempre l’idea di dover affrontare qualcosa di faticoso, penoso. Invece queste riforme migliorano la vita di tutti. Migliorano la società”.
Evidenzia poi che “se l’età a cui le donne iniziano a fare figli è sempre più alta, è anche per la difficoltà nell’avviare un percorso di lavoro. In Italia il tasso di fertilità è a 1,3 figli per donna, in Germania è a uno 1,6 e in Francia a 1,8. Alla lunga queste differenze pesano.
La crescita succede quando c’è una visione positiva del futuro”.