Sfidando il rischio di “ filosofare” o “ teologizzare”, più del dovuto, con questa riflessione vorrei soffermarmi su una espressione che assai di frequente affiora sulla labbra di tanta gente: e cioè : SIA FATTA LA VOLONTA’ DI DIO “ . Spero che non sia superfluo riflettere sulla frase e scorgere la valenza assai densa del suo significato. Essa non deve avere il valore di un intercalare distratto senza calcolarne la importanza. Molti di noi conosciamo chi usa , senza una funzionalità al discorso, o relazione insomma con quello che si sta dicendo, per esempio, “ in sé e per sé” oppure “ nientedimeno” , quasi un tik verbale incontrollato. Non sarebbe bello se si verificasse questo con la frase presa in esame oggi. Io credo che senza “ forzare “ l’intelletto possiamo dire che la locuzione “Sia fatta la volontà di Dio equivalga ad una professione di fede vera e propria. Forse incosciamente si fa il riconoscimento della sua paternità, della sua Provvidenza; è il riconoscimento che noi non siamo in grado di risolvere certi problemi, o di superare, impotenti, certe difficoltà, e si riconosce anche che “Dio non permette, in quel determinato caso, l’attuazione di quanto richiesto in preghiera e l’uomo è costretto ad arrendersi altrimenti potrebbe significare che non si dà alcuna importanza alle parole, e quindi sono vuote di significato. Non escludendo che c’è sempre l’ombra del mistero che ci sovrasta in ogni cosa. Penso, in questo caso, a certuni che si dichiarano “ atei” e tuttavia ragionando dicano “ grazie a Dio …. Me la sono cavata. “ E’ chiaro che se non sono credenti , non sono nemmeno “atei”, Non è difficile rilevare che è essenziale per la vita cristiana, per la consapevolezza della propria fede, dare il giusto valore alla espressione. Non si può vivere nella sistematica dimenticanza di Dio, stare lontani da Lui come “ sconosciuti”. Eppure siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio e, come dice S. Agostino, “ci hai fatti per te , o Signore, e il nostro cuore sarà sempre inquieto se non riposa in te”. I cristiani dovremmo esprimere questa “ appartenenza a Dio “ questo istintivo desiderio e interesse, di cercare Dio, di vedere il suo volto , come dice il salmo : “il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto. Vivere senza il ricordo di Lui significherebbe essere “ disertori di Dio “ . E S, Clemente ammonisce: “qual mondo accoglierà un disertore di Dio”? Del resto anche Gesù , esplicitamente, al momento del giudizio dirà (a quelli che lo meritano) “andate via non vi ho mai conosciuto”- Se viviamo trascurando la sua presenza nella nostra vita, noi che siamo legati a Lui come Principio vitale di ogni essere, siamo come lo stelo verde che si scorda della sua radice o come goccia di acqua di torrente che ignora la sua sorgente. Bella e lodevole l’espressione “sia fatta la volontà di Dio”, se è un consapevole riconoscimento di Dio Padre, cosi come lo invochiamo nella preghiera, dichiarandoci figli che lo amano con volontà decisa e lucida e piena di gratitudine. L’anima nostra porta, per così dire, il DNA di Dio, nella coscienza, perché è Lui la fonte della verità, della bellezza, della gioia. Diciamo, allora, convinti e devoti “. Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto”, ( Salmo)
Le tessere e il mosaico : “Sia fatta la volontà di Dio”
Dom, 03/01/2021 - 08:40
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