Inter-Juventus è da sempre la partita più importante del campionato, quella che tifosi, società, allenatori, tifosi e appassionati di scommesse Serie A attendono con maggiore trepidazione. Una partita speciale che la celebre firma del giornalismo italiano Gianni Brera ha definito il Derby d’Italia, proprio per quel fervore che animava le strade di Milano e Torino quando scendevano in campo Inter e Juventus. In una doppia intervista a L’Insider Riccardo Ferri, ex difensore nerazzurro dal 1981 al 1994, e Alessio Tacchinardi, centrocampista bianconero dal 1994 al 2005, hanno raccontato, loro che ne hanno disputati tanti, cosa significhi il Derby d’Italia. Dai ricordi più belli legati a questa gara imparagonabile sono passati poi ad analizzare la situazione attuale delle loro ex squadre, commentandone i principali protagonisti e gli allenatori.
Cosa
significa il Derby d’Italia e perché è
imparagonabile
Per Ferri il Derby è “la partita con la posta in palio molto
alta. Una di quelle gare che
assomigliano molto a un esame importante e che insieme al Derby di Milano
focalizzi appena escono i calendari di inizio stagione”. È imparagonabile
perché “la Juve è la squadra che ha vinto di più in Italia e tutte le
squadre vorrebbero batterla. L’Inter è sempre stata una grandissima rivale e
nella storia recente alcune sfide hanno rafforzato il concetto di rivalità ed
antagonismo che dà un sapore diverso rispetto alle altre sfide. Secondo
Tacchinardi Inter-Juve “è una partita fantastica perché giochi contro altri
grandissimi giocatori, la competizione è altissima e la gara molto sentita.
Una partita inspiegabile, una partita che ha fatto la storia,
in cui si confrontano giocatori che vogliono superarsi”.
Qual è il ricordo più bello in un Derby?
Il ricordo più bello dell’ex difensore nerazzurro è l’11 novembre 1984, data che coincide col suo primo gol in Serie A. “Il valore aggiunto è che in quell’occasione marcavo Platini, una partita straordinaria e un ricordo indelebile”. Per Tacchinardi è il 14 aprile 2001 quando realizzò il suo sogno: segnare in un Derby. “Vincemmo la partita 3 a 1. Aprì io le marcature, poi segnarono Del Piero e Inzaghi. Quello è il mio ricordo più bello: vincemmo la partita e segnai anche un bel gol”.
Il giocatore più forte mai affrontato in un Derby
Sono stati numerosi i campioni affrontati, ma per Ferri il più forte è stato “Platini, un giocatore senz’altro difficile da marcare, che a volte dava l’impressione di estraniarsi, ma magari proprio in quel momento faceva la gioca che faceva la differenza o a livello realizzativo era decisivo”. Tacchinardi invece ricorda il primo Ronaldo, “ il giocatore che mi ha veramente impressionato, un extraterrestre, il fenomeno vero e assoluto sia tecnicamente che fisicamente. Aver avuto la fortuna di giocare con Zidane, Del Piero, Ibra e Trezeguet e aver giocato contro un giocatore come Ronaldo è stato qualcosa di veramente emozionante”.
Chi vince il Derby?
Domenica 17 gennaio 2021 alle 20.45 a San Siro Inter e Juventus si sfideranno nel celebre Derby d’Italia. Tacchinardi sostiene che “indipendentemente dal fatto che abbia giocato nella Juve e sia tifoso” la Juventus abbia la forza di battere l’Inter, mentre Ferri pensa che a trionfare sarà la squadra in grado di esprimere il miglior calcio sul campo e si augura sia l’Inter.
Inter, Milan o Juventus: chi vince lo scudetto?
A differenza degli ultimi 9 anni, “in cui erano scontati la forza e lo strapotere della Juventus”, secondo l’ex difensore nerazzurro c’è una lotta a 3 per lo scudetto. “Il Milan è sicuramente una di quelle squadre che in questo momento ha più continuità per quanto riguarda il gioco; l’Inter viaggia a corrente alternata, ma è una di quelle squadre che ha un potenziale capace di ribaltare qualsiasi tipo di pronostico e non tralascerei la Juventus perché non posso pensare che possa rinunciare a essere competitiva fino alla fine”. Un campionato bello ed equilibrato con diverse squadre che si giocano lo scudetto per Tacchinardi, la cui preferita rimane la Juventus.
Il caso Eriksen
Secondo Ferri Eriksen “ha dimostrato in passato di avere dei colpi da grande giocatore, però nell’Inter non è mai riuscito a ritagliarsi uno spazio, frutto di un lavoro durante la settimana che non ha convinto Conte. Da Eriksen ci si aspetta qualcosa in più e forse cambiando ambiente può avere la possibilità di mostrare di nuovo tutte le sue qualità”. Tacchinardi all’inizio sosteneva Eriksen, ritenendo che le difficoltà fossero date dal fatto di non giocare nel suo ruolo, “poi però quando il tempo passava vedevo un Eriksen che quando giocava doveva fare di più, indipendentemente dal ruolo, dal minutaggio e oggi sto con Conte”.
Il caso Dybala
Per Ferri e Tacchinardi non c’è un caso Dybala. Ferri sostiene che l’attaccante argentino sia “andato incontro a una stagione difficile quando ha contratto il Covid 19 e ha avuto una grandissima difficoltà a ritrovare la condizione fisica. In più aggiungerei l’arrivo di Morata che è andato a chiudere uno spazio lì davanti ed è indubbio che Cristiano Ronaldo non viene messo in discussione quindi anche Dybala deve cercare di convincere Pirlo e se stesso che può fare un salto di qualità e riuscire riconquistarsi un posto in squadra. È molto più difficile rispetto alla scorsa stagione”. Tacchinardi considera Dybala un giocatore forte, “che ha avuto problemi fisici, ma è di grande qualità. L’anno scorso è stato nominato il miglior giocatore della Serie A. Vuol dire che sul campo ha fatto tanto, tanto bene. Ha bisogno di continuità, di un piccolo salto mentale per essere ancora più forte nelle difficoltà, ma è un grande giocatore”.
Conte o Pirlo?
Entrambi preferiscono Conte. Ferri si dice comunque sicuro che Pirlo abbia tutte le qualità per diventare un grande allenatore. “Antonio è un allenatore sanguigno, è indubbio che abbia usato toni forti, ma io vorrei soffermarmi sull’aspetto tecnico-tattico. Ha dato un’identità alla squadra, un senso di appartenenza alla squadra e all’ambiente. Credo nel suo lavoro e nella sua professionalità” Secondo Tacchinardi è un confronto tutt’altro che facile, perché “Antonio Conte sta facendo la storia del nostro calcio, e l’ha fatta anche all’estero. Scelgo Conte, anche se Pirlo per me ha qualcosa di speciale. Conte vuole portare la società ai massimi livelli, è una persona molto esigente e un allenatore fantastico.
Per quanto riguarda le critiche mosse a Pirlo, Ferri ritiene che l’attuale allenatore bianconero, sedendosi su quella panchina, le abbia messe in conto, soprattutto nel momento di rendimento incostante per la squadra. Tacchinardi non le considera fondate perché pensa che Pirlo stia facendo un percorso difficile, ma a lui piace “per la sua tranquillità, la gestione della pressione, il suo farsi voler bene dai calciatori”.