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Ciclismo. Il presidente FCI Renato Di Rocco in Sicilia: “Passione e impegno, un mix che fa la differenza”

Il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco è sceso in Sicilia per incontrare la nazionale femminile e il loro tecnico Edoardo Salvoldi, in ritiro nella pista di Noto.

Un ritorno che ha definito molto piacevole soprattutto per la calorosa accoglienza che ha sempre contraddistinto il popolo siciliano.

“La Sicilia è una terra che ha sempre amato questo nostro sport e lo ha sempre dimostrato con i fatti e non soltanto con le parole – ha ribadito il Numero Uno della FCI -. Ai Mondiali del 1984 è riuscita a organizzare ben 4 partenze in 4 punti diversi dell’isola, evento che è rimasto nella storia come unico ed eccezionale. E questa capacità organizzativa l’ha riproposta anche in questo ultimo anno quando, in piena pandemia, ha fatto ripartire le competizioni sportive in sicurezza. È stata la prima Regione Italiana in assoluto a riorganizzare il calendario delle gare e rimettere in sella gli atleti. Il suo protocollo è servito da modello per le altre regioni d’Italia”.

“Se dovessi descrivere la Sicilia a chi non la conosce sottolineerei il calore emotivo e colori paesaggistici. Un perfetto mix capace di fare la differenza. E questo plusvalore si nota anche nella crescita dei numeri degli iscritti e appassionati di ciclismo. Sempre più bambini e bambine si avvicinano al ciclismo e, imparando i valori che caratterizzano questo sport, imparano a sognare in grande”.

Renato Di Rocco ha parlato anche di unione e coesione all’interno del comitato Regionale: “In occasione del rinnovo del Direttivo è normale che emergano delle differenze di opinione e piani programmatici. Le società sportive, i dirigenti, i tecnici e gli atleti, però, sono stati capaci di circoscrivere le divergenze durante la fase di campagna elettorale e di ripartire tutti insieme, uniti, per pianificare i prossimi 4 anni con uno spirito sportivo finalizzato a crescere in qualità e professionalità. Un dialogo costruttivo che rappresenta un segnale di grande cultura e competenza che, anche in questo caso, auspico possa essere preso a modello negli altri comitati italiani spesso spaccati in più fazioni”.

Il Presidente ha voluto ringraziare anche il vicepresidente Calogero Rivituso, il Presidente della Struttura Tecnica Ignazio Saia, il responsabile della pista di Noto Rosario La Rosa e tutti i dirigenti che erano presenti per rendere il raduno della nazionale femminile il più possibile accogliente. Non sono mancati gli apprezzamenti per il lavoro svolto dal Presidente FCI Sicilia Diego Guardì e tutto il consiglio direttivo e per il sindaco Corrado Bonfanti, “persona straordinaria che ha difeso e valorizzato un impianto che è al centro della città e consente di accogliere competizioni di alto livello e scuole di ciclismo”.

“Per le nostre ragazze questa esperienza è servita anche per assaporare le bellezze di questa terra. Hanno pedalato anche all’esterno della pista costeggiando il mare e godendo del paesaggio. Sono certo che faranno tesoro di questa esperienza che le ha arricchite dentro”.

Renato Di Rocco non ha mai visto la compagine femminile come “quote rosa” da coprire bensì come valore aggiunto da valorizzare in modo adeguato. “Al mio primo mandato avevo 4 donne nella squadra del direttivo e, in più, anche il segretario generale. È stata la prima donna a ricoprire questo ruolo dopo 120 anni di storia della Federciclismo ed è stata nominata per le sue capacità”.

Il presidente Di Rocco ha scelto di non ricandidarsi al vertice e auspica che questo ruolo possa essere ricoperto dalla sua vicepresidentessa Daniela Isetti. Un incarico meritatissimo che rappresenterebbe anche un enorme salto culturale che consentirebbe, finalmente, di dare alle donne il ruolo che spetta loro.

“In Italia siamo molto indietro sul piano sociale più che in quello sportivo. È necessario sottolineare, infatti, che le nostre atlete donne ottengono degni riconoscimenti anche all’estero. Nel 2020 il 51% del medagliere è stato portato a casa proprio da loro. Non sono soltanto una rappresentanza dell’Italia. Sono parte attiva di grande talento che, ogni anno, è in continua crescita in tutte le discipline, compresa la mountain bike. Stiamo lavorando per cambiare la cultura e sono certo che ben presto raggiungeremo un livello paritario”.

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