Si è svolta nella cappella maggiore del seminario vescovile di Caltanissetta la celebrazione eucaristica dedicata ai giornalisti. Una funzione celebrata da S .E. il Vescovo Mons. Mario Russotto.
Il Pastore ha invitato i professionisti ad andare oltre la notizia per contribuire, con le loro parole e immagini, a rendere il luogo nel quale vivono e viviamo un posto migliore.
“Bisogna aprire la conchiglia del cuore” ha detto introducendo la celebrazione svolta il giorno in cui si ricorda San Francesco Sales, patrono dei giornalisti. Durante l’omelia il Vescovo ha sottolineato la necessità di fare quel salto di qualità che permette di passare dall’informazione alla comunicazione. Un concetto che già Papa Francesco aveva richiamato invitando tutti gli operatori del settore ad essere comunicatori al passo con i tempi, sempre attenti ad offrire la verità dei fatti.
“La pandemia ci ha insegnato che dobbiamo costruire un modo nuovo di abitare le relazioni”. Distanziamento fisico, infatti, non deve necessariamente rappresentare un’assenza di contatto umano. Basta solo trovare un differente canale sul quale sintonizzarsi.
“E’ necessario superare l’informazione e stabilire una comunicazione. Una forma indispensabile per costruire una relazione, un contatto che si muova da persona a persona”.
Monsignor Russotto ha voluto ribadire che solo scomodandosi dalla propria poltrona e agendo per raccontare ciò che di bello ci circonda sarà possibile diventare veramente utili per la propria città. “Non bisogna lasciarsi sconfortare dalle statistiche nazionali che ci collocano sempre all’ultimo posto – ha proseguito -. Esistono iniziative e attività che, invece, vengono apprezzate sia dai nostri concittadini sia da altre realtà italiane. Non dovete mai perdere il coraggio di prendervi a cuore e prendere a cuore l’altro. E’ questo che rende una persona veramente eccezionale.
Restituire la speranza ai cittadini è possibile e dovete essere tutti uniti nel veicolare questa forma di comunicazione che potremmo definire anche solidarietà. Voi avete un compito altissimo – ha concluso il Vescovo -. È quello di ridare la speranza alla gente e ridisegnare l’utopia della civiltà contribuendo a cambiare la storia e segnare sentieri possibili di cittadinanza. Mi fido di voi perché so che siete onesti nel cuore e lo sarete anche con la mente e con le azioni per agire nel modo giusto”.
La celebrazione si è conclusa con un estratto del Messaggio del Pontefice per la 55esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Signore, insegnaci a uscire da noi stessi, e a incamminarci alla ricerca della verità. Insegnaci ad andare e vedere, insegnaci ad ascoltare, a non coltivare pregiudizi, a non trarre conclusioni affrettate. Insegnaci ad andare là dove nessuno viole andare, a prenderci il tempo per capire, a porre attenzione all’essenziale, a non farci distrarre dal superfluo, a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità. Donaci la grazia di riconoscere le tue dimore nel mondo e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto”.