L’autore di “Il conte di Montecristo” e “I tre moschettieri” si spegneva il 5 dicembre 1870 Roma, 4 dic. – (Adnkronos) – Alexandre DUMAS, riconosciuto maestro del romanzo storico e d’avventura e del teatro romantico, uno dei più prolifici e popolari scrittori francesi del XX secolo, moriva esattamente 150 anni fa, il 5 dicembre 1870, a Puys, presso Dieppe. E’ famoso soprattutto per “Il conte di Montecristo” e per la trilogia dei moschettieri formata da “I tre moschettieri”, da “Vent’anni dopo” e da “Il visconte di Bragelonne”. Monumento della letteratura francese, le sue ceneri sono state trasferite al Panthéon di Parigi il 30 novembre 2002 con una solenne cerimonia lungo i viali degli Champs-Élysées.
Nato il 24 luglio 1802 a Villers-Cotterets (Aisne), è figlio di Thomas-Alexandre Davy de La Pailleterie, soldato semplice figlio di un marchese, e di una schiava nera di Santo Domingo, Marie Cessette DUMAS, dalla quale eredita il cognome. Alcuni anni dopo la morte del padre, nel 1823 il giovane Alexandre viene inviato a Parigi per intraprendere gli studi di legge. Nella capitale riesce a ottenere, grazie alla sua buona calligrafia, diversi incarichi presso il Duca d’Orléans, il futuro re Luigi Filippo.
Con un modesto assegno vive alcuni anni insieme con Marie-Catherine Lebay, una vicina di pianerottolo, da cui nasce nel 1824 il figlio Alexandre. Il figlio segue le orme paterne ed è anch’egli scrittore di fama (è autore, tra l’altro, di “La signora delle camelie”). Dal 1823 al 1828 si dedica fervidamente allo studio dei classici francesi e stranieri, esaltando Shakespeare, Goethe e Schiller, e ritornando con passione a Walter Scott. Con “Enrico III e la sua corte” (1829) dà alla Comédie Française il primo dramma storico romantico in prosa, rivelando la genialità e la robustezza del proprio temperamento.
La rivoluzione del 1830 interrompe la sua attività letteraria: si schiera tra gli insorti e riceve dal Lafayette l’incarico di ordinare la guardia nazionale in Vandea. Chiusa la breve parentesi politica, ritorna, con tenacia e ardore, a scrivere per il teatro, componendo drammi tragici. Una violenta passione per Mélanie Waldor gli ispirò il primo dramma moderno, “Antony” (1831), trionfalmente accolto per la sua arditezza innovatrice, vietato poi dal ministero dell’Interno per le rimostranze dei deputati conservatori. Scioltosi da ogni vincolo di tradizioni letterarie, DUMAS porta nel teatro francese un grande rivolgimento con numerosi drammi in prosa. Conseguita l’agiatezza bramata, inizia i suoi viaggi all’estero e arriva anche in Italia, soggiornando parecchi mesi a Firenze con l’attrice Ida Ferrier, che sposò nel 1840.
Di questi viaggi pubblica una serie d’impressioni. Poco dopo esce il suo più celebre romanzo storico: “I tre moschettieri” (1844), seguito da “Vent’anni dopo” (1845) e da “Il visconte di Bragelonne” (1848). Con questi e con gli altri suoi lavori di carattere storico – come “La regina Margot” (1845), “La dama di Monsoreau” (1846), “I Quarantacinque (1847), “Giuseppe Balsano”, “La collana della regina” (1850) – DUMAS intende rievocare tutta le storia di Francia, così come con “Isaac Laquedem” (1852) si propone un’opera ben più vasta: il romanzo storico dell’umanità.
Fra i numerosi romanzi sono rimasti popolari in Francia e all’estero anche “Il cavaliere di Harmental” (1842), “Il conte di Montecristo” (1844), “Il tulipano nero” (1850), “La Sanfelice” (1865). Con l’arrivo del successo, DUMAS inizia condurre una vita al di sopra delle proprie possibilità economiche. Nel 1844, a seguito dell’acquisto di un terreno nei pressi di Parigi, a Port-Marly, fa costruire il “Castello di Montecristo”, un edificio frutto di una miscellanea di diversi stili, dal rinascimento, al gotico, al barocco. Nel 1847 inaugura un proprio teatro, il “Théâtre-Historique” dove vengono rappresentate i suoi drammi e le opere dei maggiori autori del passato, da Shakespeare a Goethe, da Calderon de la Barca a Schiller. Dopo solo tre anni di attività però il teatro fallisce.
Rovinato dai debiti DUMAS mette all’asta il suo castello e nel 1851, cercato da più di 150 creditori, deve riparare in Belgio. Nel 1854, risolti i suoi problemi finanziari, torna a Parigi e pubblica il giornale letterario “Le mousquetaire” (1854-57), tollerato dalla censura imperiale, nonostante il carattere frondista e la vivacità.
DUMAS scrive ancora drammi e romanzi, e, ricostituita una certa fortuna, sente rinascere la febbre dei viaggi. Va in Russia, visita Mosca e si spinge fino al Caucaso. Ritornato in Francia, acquista una goletta per recarsi in Oriente; ma nel suo primo scalo, a Genova, il 16 maggio 1860, saputo che Giuseppe Garibaldi marciava su Palermo, fa vela per la Sicilia, e lo raggiunge a Palermo. Gli offre tutto il suo denaro, 50.000 franchi, per l’acquisto di armi e munizioni, che egli stesso va a comprare a Marsiglia. A Napoli Garibaldi lo nomina direttore onorario delle Belle Arti e DUMAS fonda il giornale l'”Indipendente” e si occupa degli scavi di Pompei.
Ma, caduto in disgrazia, ritorna a Parigi e scrive ancora, tra cui “Le memorie di Garibaldi” (1860) e la monumentale storia di “I Borboni di Napoli” (1862). Dal 1865 al 1867 viaggia tra Austria, Ungheria, Italia e Germania. Nel settembre del 1870, dopo una malattia vascolare che lo lasciò semiparalizzato, si trasferisce nella villa di suo figlio Alexandre, a Puys, dove muore il 5 dicembre.