“Sono stati mesi difficili, che sto cercando di superare. Una fase complicata della mia vita, dal punto di vista della salute, ma sto facendo di tutto per tornare quanto prima a stare bene. Nonostante cio’, non mi sono mai perso una partita del Lane, e’ piu’ forte di me! E’ un pezzo di cuore”.
Cosi’ Paolo Rossi aveva aperto uno spiraglio sulle sue gravi condizioni di salute, nell’ultima intervista pubblicata cinque giorni fa sul Giornale di Vicenza. Nelle risposte alla giornalista Alberta Mantovani, ‘Pablito’ esprime il suo affetto immutato per la societa’ biancorossa, quel ‘Real Vicenza’ di fine anni Settanta guidato da Giovan battista Fabbri, in cui era esploso con decine di gol, dalla B alla A, e del cui cda faceva parte. Rossi parlava delle restrizioni per la pandemia da Covid.
“Credo sia tutto un po’ falsato, perche’ a volte le scelte sono obbligate. Ma e’ un destino democratico, vale per tutti, quindi non resta che giocarsela in campo. Quello che non mi piace e’ che non ci siano tifosi allo stadio. Da calciatore so quanto sia importante il calore del pubblico e da spettatore mi rendo conto di quanto il tifo faccia a volte la differenza”. A colpirlo, la notizia del primo arbitro donna in Champions: “Una bella svolta, mi piace l’idea. Anche qui, come per tutte le novita’, va assecondata. Le donne sono attente, diligenti, determinate e quando scelgono di fare una cosa la fanno al meglio, dunque avanti cosi'”
Un pensiero infine a due ex compagni di quel Lanerossi da poco deceduti, il portiere Ernesto Galli e Mario Maraschi: “Mario – ha ricordato Rossi – e’ stato una bandiera nella storia biancorossa, Ernesto, un fratello. Un amico sincero, un pilastro del Vicenza e di Vicenza. Non ho ancora smesso di piangere, mi ha colpito molto questa sua dipartita, soprattutto per le modalita’. Mi ricordo quando ho dovuto calciare un rigore contro di lui a Perugia. Io all’epoca giocavo con il Grifo, lui con l’Udinese. Ho fatto gol ma ero dispiaciuto, lui e’ venuto a rincuorarmi. Questa e’ l’essenza del nostro rapporto, sopra ogni interesse, non lo dimentichero’ mai. Ciao Ernesto”, aveva concluso Pablito