Nella nostra rubrica settimanale sostiamo un po’ sulla fede.
Bargellini narra che trovandosi a Pisa, mentre sostava tra il Battistero e il Duomo, fu colpito e attratto da due punti lucenti sul bronzo verdastro di una delle due porte del Battistero. Avvicinandosi , vide che i punti luminosi erano dovuti al bronzo levigato e pulito da baci e carezze dei molti turisti. Uno dei due punti corrispondeva alla testa del
Bambino Gesù, nella scena ivi rappresentata, la natività, e l’altro a una lucertola con due code. Ha capito che questo era il risultato dei tanti baci e carezze dei visitatori . Ha dedotto subito che il comportamento dei cristiani, che avevano accarezzato e baciato sia la testa del Bambino che la lucertole con le due code, sia ambiguo, e così avviene che si onora il sacro ma si accarezza anche il profano, cioè si cade nella superstizione . Il che vuol dire che siamo cristiani a metà; da un lato credere di avere “ fede” nel sacro, e si illude che ha fede nelle realtà soprannaturali, ma si appoggia anche alla superstizione, cioè , falsa credenza, o credenze nelle cose false, lucidando la lucertola a due code, aspettando chissà quale protezione o aiuto da un innocuo animale che da viva striscia tra le erbe secche dell’estate. E allora che qualità ha la nostra fede ? E’ genuina, cioè vera, o è un vago sentimento molto astratto che si nutre di esteriorità, e di esibizione. In tal caso è evidente che non si ha alcun vero concetto dell’insegnamento del Vangelo e si contagia con le fatue credenze della superstizione. Con una mano si accarezza il sacro e con l’altra si accarezza la lucertola a due code, con un comportamento del tutto inaccettabile incompatibile con la “vera” fede “.Scrive il profeta Zaccaria “: credono negli indovini che dicono il falso, che raccontano sogni fallaci, che danno vane consolazioni”. Per questo, un po’ per incuriosire e un po’ per provocare una riflessione utile, ho scelto l’espressione del titolo della rubrica. Per dare una spolverata alla nostra fede, e rivedere e…. pulire la coscienza da qualche incrostazione superflua- La fede è adesione al Vangelo, alla persona di Gesù e all’insegnamento della chiesa, senza filtrarlo a piacimento con la propria mentalità. Tutte le stravaganti credenze, nei segni e nei sogni, interpretati con libera e illusa fantasia non sono compatibili con la vera fede . La fede, poi, va messa in pratica e quindi occorrono le opere che testimoniano la fede. Il tramite delle fede autentica sono: la osservanza dei comandamenti , la partecipazione alle celebrazioni liturgiche . Sapere riconoscere e fare concretamente la volontà di Dio, sapere riconoscere i segni dell’amore di Dio e ricambiandolo con sincerità di sentimenti. Dare gloria a Dio, perché è misericordioso, perché è Provvidenza. L’amore autentico sa superare gli ostacoli, così il nostro comportamento diventa la “vetrina” di Dio, cioè la nostra esistenza diventa il testimone della presenza di Dio nella nostra vita. Diceva Gesù: “chi vede me vede anche il Padre”. E così si dovrebbe poter dire : chi vede un vero cristiano vede la presenza di Dio, resa visibile, appunto, nelle opere dei cristiani. Come uno specchio che accoglie e riverbera la bontà di Dio , della sua tenerezza paterna della sua “ passione” di infinito amore per l’uomo.