(di Padre Mario Genco) – Mercoledì 23 dicembre 1761, l’antivigilia del Santo Natale, ricorre l’anniversario del giorno natalizio al cielo “dies natalis” del confratello P. Mansueto Di Noto di S. Francesco. Egli, come si vede nel quadro, era devotissimo della Sacra Famiglia ed il Signore ha voluto chiamarlo a sé in questo periodo natalizio.
In questo periodo così delicato e difficile in cui il coronavirus la fa da padrone, vogliamo presentare ai lettori questo umile frate agostiniano scalzo. E siccome, come dice il proverbio “non tutti i mali vengono per nuocere”, dalla pandemia dobbiamo trarre insegnamenti positivi: 1. l’uomo è mortale e non è padreterno preso dal delirio di onnipotenza; 2. il denaro, a cui aveva venduto l’anima, non lo salva; 3. il pensare solo a se stessi, pilastro su cui è stato costruita la società consumistica, viene a cadere. E’ una opportunità per rivedere la stabilità delle fondamenti della società, della famiglia…Che Gesù Bambino ci faccia uscire da questa pandemia più giudiziosi. Dei 113 Agostiniani Scalzi di Mussomeli (CL) tre sono ancora in piena attività: P. Vincenzo Consiglio, P. Vincenzo Sorce (Marsala), P. Mario Genco (Genova). Non vanno dimenticati anche coloro che ci hanno preceduto recentemente: Rev.mo P. Ignazio Randazzo (1882-1955), l’unico Generale dell’Ordine mussomelese, P. Giuseppe Barba (1926-2005) e P. Emanuele Barba (1913-1978) (cugini), P. Bernardino Giardina (1919-74), P. Benigno Messina (1915-1970), P. Salvatore Valenza (1887-1974), P. Lorenzo Sapia (1940-2012), P. Francesco Spoto (1918-2012) invece mussomelesi di adozione sono Fra Nazareno Scolaro (1888-1970), nato a Sutera (CL) e P. Giovanni Messina (1911-1980), nato a Reja Ville (Tunisia). Non vanno dimenticati P. Fulgenzo Messina (1887-195), passato tra gli Agostiniani e P. Angelico Sorce (1887-1969) passato al clero diocesano.
Molti di costoro si sono distinti in santità e dottrina cui è stato fatto il ritratto: Ven. P. Mansueto Di Noto di S. Francesco, P. Emanuele Mingoia di S. Silvestro, Fra Fortunato Milazzo di S. Luigi, P. Fulgenzo Pellegrino di S. Felice, P. Giuseppe Antonio Noto di S. Leonardo, P. Ignazio Randazzo di S. Luigi, P. Ludovico Castiglione di S. Giuseppe, P, Ludovico Lanzalaco del SS. Sacramento, P. Nicola Antonio Giovino dell’Addolorata, P. Paolo Mingoia del S. P. Agostino, P. Silvestro Favata di S. Adeodato e P. Silvestro Mingoia di S. Adeodato.
P. Mansueto nacque a Mussomeli (CL) da Di Noto Francesco e Giuseppa, che, al battesimo avvenuto nella parrocchia S. Giovanni Battista il 18 dicembre 1680, gli posero il nome Baldassare. Fin da ragazzo sentì la vocazione alla vita sacerdotale e religiosa e a 18 anni chiese di entrare nell’Ordine degli Agostiniani Scalzi ai confratelli del locale convento di S. Maria di Gesù. Fu esaminato e approvato dal Capitolo Conventuale di Mussomeli il 10 marzo 1699; ebbe licenza di vestire l’abito dal Vicario Generale P. Giacinto da S. Gregorio il 2 maggio 1699. Vestì l’abito il 24-9-1699 nel convento di S. Gregorio Papa di Palermo ed emise la professione dei voti di povertà, castità, povertà, ubbidienza e umiltà sabato 25 settembre 1700.
Nel primo Capitolo Provinciale della Provincia Palermitana, tenutosi dal 23 aprile al 6 maggio 1703, fu assegnato come chierico studente al convento di S. Nicola di Palermo. La stessa assegnazione ebbe in quello del 1706, essendo già sacerdote, ma ancora studente di teologia. Il Definitorio del Capitolo Provinciale del 22-26 aprile 1709 lo destinò al convento di S. Maria delle Grazie di Caltanissetta, dove nel 1712 fu sottopriore. Ben presto godette da parte dei Superiori dell’Ordine e della Provincia stima e apprezzamento da affidargli diverse volte il delicato e difficile incarico di educatore dei giovani novizi e chierici. Infatti il 7-5-1715 fu eletto sottomaestro dei novizi nel convento di S. Nicola di Palermo e nel maggio 1721 passò con lo stesso delicato incarico nel convento palermitano di S. Gregorio Papa.
P. Mansueto si distinse in modo particolare per l’ obbedienza accettando gli incarichi affidatigli, anche se, per motivi di salute e di coscienza, ne chiese la rinuncia. E sempre per obbedienza accettava i successivi incarichi pur essendo nelle stesse difficoltà, che lo portavano a rinunziare. Infatti:
– Fu eletto nel 1724 sottopriore del convento di S. Maria di Gesù di Mussomeli, ma poco dopo diede la rinuncia, che fu esaminata dal Definitorio provinciale il 19-5-1724. La rinuncia fu accettata e al suo posto fu eletto P. Melchiorre di S. Rosalia.
– Passò al convento di Gesù, Maria e Giuseppe (Itria) di Trapani come maestro dei professi.Ma anche da qui il 21-10-1724, per gravi motivi di salute quali forti mal di testa da renderlo stolido ed inapplicabile, presentava al Definitorio Provinciale un’altra lettera di rinuncia, che fu accettata e al suo posto fu eletto P. Benedetto della Concezione. L’11-5-1726 il Definitorio Provinciale lo assegnava sottopriore del convento di S. Maria delle Grazie di Caltanissetta.
– Il 7-5-1729 fu eletto sottomaestro dei novizi fino al 1733 nel convento di S. Gregorio Papa di Palermo, da dove fu trasferito nel convento di S. Agostino di Cammarata (AG) come sottopriore. Il 9-6-1734 il Definitorio Provinciale esaminava un’altra sua richiesta di rinuncia proveniente da Cammarata.
Per la sua salute malferma non ha potuto partecipare al Capitolo Provinciale del 1727 come Priore e, dei 27 convocati, fu l’unico assente.
Nel 1736 passò a Marsala (TP) con la stessa carica di sottopriore e nel 1739 e 1742 partecipò al Capitolo Provinciale come discreto del convento di S. Nicola di Palermo. Fu inoltre sottopriore del convento di S. Nicola di Palermo dal 1751 al 1754. Morì all’età di 81 anni a Palermo nel convento di S. Nicola il 23 dicembre 1761.
P. Mansueto fu uomo di grande fama, oltre che per l’obbedienza si distinse per l’ardente carità verso Dio e il prossimo. Fu insigne anche nella semplicità e devotissimo di Gesù, Maria e S. Giuseppe, come è evidenziato nel suo ritratto.
Operò molti miracoli in vita e in morte. Il suo corpo rimase esposto per sei giorni in chiesa incorrotto emanando un odore soave con ammirazione di quelli che hanno ricevuto grazie per intercessione del Servo di Dio. Per la fama di santità il 20 febbraio il suo corpo fu collocato in una cassa di piombo chiusa con due chiavi e munita dai sigilli in grande forma della Curia arcivescovile di Palermo. La cassa fu deposta dentro il sepolcro di marmo nella cappella di S. Nicola nella parte del Vangelo.
Vi erano suoi ritratti non solo nei conventi di S. Nicola di Palermo e di
Mussomeli, ma anche in altri. A Mussomeli si conserva ancora in buono stato nella sacrestia della chiesa di S. Maria. Esso misura cm 97×70. Recentemente mi stato fatto notare che, nel ritratto di P. Mansueto, la data della morte è 1741 e non 1761. Recentemente mi stato fatto notare che, nel ritratto di P. Mansueto, la data della morte è 1741 e non 1761. Pensiamo che sia uno sbaglio fatto al momento del restauro del quadro e che andrebbe corretto prima che sia troppo tardi.
P. MANSUETO DI S. FRANCESCO – DEVOTO DELLA SACRA FAMIGLIA
Infatti nel ritratto di P. Mansueto c’è un piccolo riquadro con la Sacra Famiglia. La preghiera alla Sacra Famiglia conosciuta anche ai nostri giorni, fu composta da P. Simpliciano Galtello di S. Dorotea (1625-1694), Agostiniano Scalzo, che nacque a Pennabili (PS) e morì nel convento di Firenze.
Preghiera alla Sacra Famiglia
P. Mansueto come P. Simpliciano ebbero molta devozione verso la Sacra Famiglia, che invocava frequentemente con queste preci:
Gesù, Giuseppe e Maria vi dono il cuore e l’anima mia;
sia sempre meco in compagnia, nel cuore e nell’anima mia, scolpito sempre sia Gesù, Giuseppe e Maria.
Tutta si consola l’anima mia, quando pensa a Gesù, Giuseppe e Maria.
Felice e avventurata sarai, anima mia, se nel cuore terrai Gesù, Giuseppe e Maria.
Gesù, Giuseppe e Maria, abbiate misericordia dell’anima mia, e voi tutti Angeli Santi in compagnia.
Non si faccia mai la volontà mia, ma sì bene quella di Gesù, Giuseppe e Maria.
Non altro desidera l’anima mia, che di dar gusto a Gesù, Giuseppe e Maria
Il cibo e bevanda dell’anima mia, sii Gesù, Giuseppe e Maria
La ricreazione mia non sii altro, che Gesù, Giuseppe e Maria
Vorrei che tutte le azioni di vita mia, non sapessero altro, che di Gesù, Giuseppe e Maria
O quanta buona cosa è, anima mia; alloggiare nel cuore Gesù, Giuseppe e Maria
Non altro vuole, ne gusta l’anima mia, se non quello che piace a Gesù, Giuseppe e Maria
La volontà mia sii quello vuole Gesù, Giuseppe e Maria
A voi Gesù, Giuseppe e Maria, chiede, con tutto il cuore, perdono delle colpe fatte l’anima mia.
Lodato e glorificato sempre sia ogni santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria
Non altro brama, non altro vuole l’anima mia, che di stare unita con Gesù, Giuseppe e Maria
Sotto la vostra protezione, o Gesù, Giuseppe e Maria, intendo e voglio che sia la vita e la morte mia.
Gesù, Giuseppe e Maria, allontanate ogni peccato dall’anima mia.
Indirizzatemi voi per la sicura via Gesù, Giuseppe e Maria
L’amicizia non ha da essere, se non con Gesù, Giuseppe e Maria; e con tutti gli Angeli e Santi in compagnia.
Gesù, Giuseppe e Maria, custodite per il Paradiso il corpo e l’anima mia
Mille volte più tosto morire, che a Gesù, Giuseppe e Maria lasciar di servire.
In Gesù, Giuseppe e Maria sta fondata tutta la mia speranza della salute dell’anima mia
Ogni operazione mia intendo fatta sia in onore di Gesù, Giuseppe e Maria
Assistete voi nella morte mia, Gesù, Giuseppe e Maria
Nelle vostre mani, Gesù, Giuseppe e Maria, raccomando lo spirito e l’anima mia
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima con tutto l’affetto
Piuttosto muoia la vita mia, che offender più Gesù, Giuseppe e Maria
Gesù, Giuseppe e Maria, venite ad imposessarvi del cuore e dell’anima mia
Il separarsi dal corpo l’anima mia, intendo sia, con l’invocare Gesù, Giuseppe e Maria
O che dolce melodia, invocare con il cuore Gesù, Giuseppe e Maria
Gesù, Giuseppe e Maria, conducete al Paradiso l’anima mia
(P. Gianbartolomeo da S. Claudia, Lustri Storiali de Scalzi Agostiniani, Milano, 1700 f. 608-609).