“Chi era MARADONA? Il più grande di tutti i tempi, il più memorabile artista. Io li amo, gli artisti. E li ho sempre invidiati perché sanno creare. Sa, io sono un portiere e il mio lavoro è parare la creatività degli altri, solo questo”. Sono le parole di Dino Zoff, ex portiere della Juventus, a ‘La Repubblica’ su Diego Armando MARADONA.
“A un artista si concede tutto? Mai mi sono permesso di giudicarlo perché l’arte è prepotenza, illumina ogni cosa. Un artista non si comporta come i comuni mortali. Diego è stato il più speciale fenomeno che io abbia mai visto su un campo di pallone”. Da allenatore: come avrebbe gestito un tipo così? “Lo avrei lasciato libero di fare quello che voleva. Mica puoi rompere le scatole a un genio, o chiedergli di fare il terzino, di coprire. Anche se poi era amatissimo dai compagni perché non li lasciava mai soli a sgobbare per lui. Dava fiducia agli altri, che pensavano: teniamo duro, tanto lui ci fa il numero e vinciamo”, aggiunge Zoff che sulla possibilità di giocare insieme nella Juve, dice: “Magari! Ma non credo che Diego sarebbe stato diverso, non penso che qualcuno avrebbe potuto addomesticarlo. Ci saremmo goduti, nel caso, il MARADONA assoluto che è sempre stato.
Meglio di Pelé? Secondo me, sì. Pelé era forse più completo ma meno geniale, meno folle. In Messico nel ’70 aveva fatto quasi il centrocampista, era meraviglioso, ma non era Diego. C’è qualcun altro che si potrebbe accostare a MARADONA? Direi Sivori. Possedeva un tempismo stratosferico, innaturale, ma non il fisico di Diego. Era gracile, mentre MARADONA era un torello. Sivori scappava, sentiva le gambe del difensore come un medium, non lo atterravi mai. Non restava che prenderlo a calci nel sedere. Anche se una volta, veramente, io lo sderenai”.