Salute

Le tessere ed il mosaico: 1° Novembre (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

Le tessere ed il mosaico: 1° Novembre (di don Salvatore Callari)

Dom, 01/11/2020 - 08:20

Condividi su:

Don Salvatore Callari

Questa è la settimana dei morti, cioè la commemorazione di tutti quelli che hanno lasciato questo mondo . Si fa l’ottavario dei defunti, cioè otto giorni dedicati alla preghiera in suffragio di tutti i defunti. Da un lato è un materno gesto della chiesa che ricorda così tutti i suoi figli defunti , di ogni popolo e nazione. Le singole famiglie ricordano i propri cari così come la Chiesa ricorda tutti coloro che attendono di raggiungere , dopo la “misteriosa” purificazione nel luogo a ciò destinato, la pienezza della redenzione, nella più pura felicità in paradiso. Dall’altro lato è un pro memoria per tutti i credenti del ricordo con la preghiera di suffragio per i defunti di famiglia. E’ un segno di affetto , di gratitudine e nostalgia affettuosa, andarli a visitare al cimitero e lasciare un omaggio di fiori. E’ opportuno chiarire che la maniera più efficace e valida che giova ai defunti, non è quella dei fiori, che pure ha un significato e un valore, ma ciò che veramente è di giovamento alle anime che sono “ in attesa”, è la preghiera, i gesti di carità, la Messa, la elemosina e qualsiasi azione che viene in soccorso dei poveri e bisognosi. E’ evidente che è un aspetto umano, lodevole, “ segnalarsi” ai cari defunti con i fiori ma non è spiritualmente giovevole come la preghiera. Questo tributo alla usanza è come un corteccia umana, di una visibilità di valore piuttosto psicologico e, sommessamente dico, anche vanitoso. Utile può essere , intanto, qualche breve riflessione sulla morte. Tutti , i viventi, siamo impegnati, come protagonisti, in una “avventura” dalla quale nessuno uscirà vivo. ! ! E’ certamente inutile e non molto saggio, o anche dannoso, volere sorvolare su questa realtà, quasi a volerla esorcizzare, illudendosi che è meglio non pensarci. Ma ci sono testimonianze di illustri personaggi della storia di ogni tempo che sono garanti asserendo che la vita “ intesa come l’umanità intera,” non ha inventato nulla di più valido e sicuro”. Non lasciamoci ingannare dalle “sperimentazioni” tecnologiche, né dai “trionfi della medicina”. Non cambia il severo monito del Salmo biblico,” Gli anni della nostra vita sono settanta / ottanta per i più robusti / passano presto e noi ci dileguiamo/ A nessuno sfugge che tutti gli uomini sono mortali. E’ alquanto patetico sentire, come fanno certi “ intellettuali” scettici, e presunti grandi del pensiero “ che vogliono indurre a dimenticare o a mascherare la morte. Ricordiamo i tanti che in vita hanno spavaldamente negato la esistenza della morte e al punto “giusto” quando bussa alla porta sorella morte, e “ al disonor del Golgota” si chinano umili e pentiti. Ciò che veramente è dannoso, oggi, non è parlare della morte, ma tacerne la verità; è quello che molti sfortunatamente fanno. Ma chiudiamo con una battuta consolatoria . Diceva Gervaso : “Se dall’al di là nessuno è mai tornato indietro, vuol dire che non si sta poi così male”.