MUSSOMELI – Una passeggiata in macchina nel popoloso quartiere della zona bassa del paese, ci ha condotto nella stradina di Vicolo Valentino, nel cuore di Sant’Enrico, che conduce nell’attrezzato laboratorio del talentuoso mussomelese trentatreenne Calogero Caruso , dove si è tenuto l’ incontro per un’ amichevole chiacchierata. Qui, si è potuto ammirare parte del suo lavoro artistico, nonchè il laboratorio, dove solitamente realizza le sue lavorazioni eseguite rigorosamente a mano. Un giovane talentuoso, “santariisi doc”, che, con tanta franchezza e naturalezza, ha parlato inizialmente di se stesso, dei suoi hobby, del suo lavoro e delle sue aspettative, desideroso e speranzoso di sperimentare appieno la gioia di vivere, pensando a formarsi una sua famiglia nella terra dì origine, forte delle esperienze acquisite e vivere una vita serena fra gli affetti più cari. Una vita alquanto dinamica è stata la sua, fra la terra sicula e, quella londinese dove ha potuto contare sulle sue forze e sui rapporti amicali ben presto istauratisi in quel territorio. Nonostante che il lavoro non gli sia mai mancato e che avrebbe potuto proseguire alla grande, la nostalgia della lontananza dalla terra natia è stata sempre presente ed è stata assai determinante nella decisione ultima e convinta di rientrare a lavorare nella sua Mussomeli. Anche da lontano, ha costantemente e con interesse seguito gli eventi paesani utilizzando gli attuali mezzi di comunicazione, che in certo qual modo hanno, più volte, allontanato tale forte nostalgia. Contatti mai interrotti, dunque, e che, anzi, hanno favorito la decisione del suo rientro in Italia. C’è da sottolineare che- come ha raccontato Caruso – il lavoro in Inghilterra non gli è mai mancato; infatti, le allargate conoscenze in loco e i tanti apprezzamenti lavorativi nei suoi riguardi gli hanno assicurato raccogliere soddisfazioni non solo economiche ed accumulando soprattutto esperienze lavorative. Ma non tardò, poi, tanto ad arrivare la decisione di ritornare al suo paese natio, forte, appunto, dell’esperienza acquisita e con la piena consapevolezza e accondiscendenza della sua ragazza, anch’essa mussomelese, e che lavorava anch’essa a Londra, di mettere su famiglia proprio a Mussomeli. E fu così che, diversi mesi orsono, ambedue ritennero, definitivamente conclusa quella esperienza all’estero, ed hanno fatto ritorno alla loro terra natia, per riprendere la vita in quell’ambiente, a loro tanto caro, quale la famiglia, gli amici, il vicinato, le tradizioni, le feste paesane e, soprattutto assaporando il piacere della partecipazione alla vita comunitaria, e principalmente a quella di quartiere, dove le feste popolari li rendevano assai felici e gioiosi. Proprio così, Calogero Caruso, con toni pacati e comunicativi si è lasciato andare nella chiacchierata, facendo cenno ai suoi studi, ai suoi primi lavori e parlando molto bene della sua attività svolta in Inghilterra, delle tante e gentili persone conosciute, portando con sé, nel suo rientro nella sua Sicilia, nella sua Mussomeli, i ricordi di vita vissuta e, continuando a mantenere i rapporti amicali. Un rientro, dunque, senza rimpianti, ma aperto e proiettato alla creazione della famiglia per una vita serena e tranquilla.
E così rientrato lo scorso marzo , proprio all’inizio del problema coronavirus, ha realizzato nel tempo libero un mega stemma riproducente il simbolo di Mussomeli: le tre torri con sopra le api sormontate dal monogramma di Maria e la corona. E lo ha regalato all’Amministrazione comunale. “Sono partito da Mussomeli – ha fra l’altro detto – per fare esperienza in Inghilterra e confrontarmi con altre realtà lavorative. Dopo un anno ho trovato un lavoro stabile ed anche la mia ragazza lavorava. Ho sempre lavorato nel campo della decorazione in gesso e realizzazione di muri effetto pietra, e quello continuo a fare a Mussomeli, ma riposti gli strumenti del mestiere, dalle diciotto alla mezzanotte, lascio il mio estro creativo e faccio quello che mi piace di più: realizzo le mie opere, delle sculture. Ho voluto donare quest’opera al mio paese, in particolare al nostro caro sindaco Giuseppe Catania, perché vivendo fuori ci si accorge di come Mussomeli è molto cambiata in pochi anni, da come era prima e com’è adesso. Ho apprezzato tantissimo il lavoro svolto dal nostro sindaco. M’è venuto spontaneo quindi di fare qualche cosa di duraturo. Ho visto lo stemma di Mussomeli ed io ho sempre amato realizzare torri e castelli ci ho lavorato per diverse settimane. Ne ho parlato con Seby Lo Conte e insieme abbiamo mantenuto il segreto. Poi quando lo stemma è stato completato lui ha organizzato la consegna a sorpresa”. Lo stemma è stato appeso nella stanza di accoglienza del primo cittadino. Calogero Caruso ha poi sottolineato: “Tengo più di ogni cosa alla mia famiglia. E per questo sono tornato. Noi siamo tre figli e tutti tre lavoravamo fuori. Io ero l’unico che potevo ritornare, anche se in Inghilterra lavoravo alla grande ma ho preferito ritornare e iniziare da capo, pur di stare qui nel nostro amato paese. Ai giovani auguro il meglio e che ognuno possa trovare la propria felicità, perché ciò è una priorità della vita di cui non possiamo farne a meno. Io ho fatto la mia scelta, ho avuto la fortuna di potere tornare e l’ho fatto. E qui ho ritrovato tanti clienti che mi hanno rinnovato la loro fiducia ed il lavoro certo non mi manca”. Da precisare che Calogero Caruso non ha frequentato alcuna scuola d’arte, ma ha sempre amato a disegnare, scolpire, realizzare manufatti. E così quando un suo amico si laureò, gli regalò una pergamena scolpita fatta da lui. Ma prima ancora aveva realizzato il castello di Mussomeli. “Dopo quel primo regalo al mio amico, in tanti hanno voluto che realizzassi nelle proprie case opere artistiche e non solo di imbiancature e decorazione”. “Questo dono mi ha molto emozionato – ha detto il sindaco Catania. L’emozione è dovuta a questo gesto inaspettato. Un mio concittadino ha dedicato con amore e passione la sua professionalità ed il suo tempo per farmi questo dono. E si tratta di un vero e proprio pezzo d’arte fatto completamente a mano. Ringrazio Calogero con il cuore per questo suo regalo che ho deciso di appendere nel mio ufficio, alle spalle della scrivania dove trascorro la maggior parte della mia giornata”. Una storia che si commenta da sola; i buoni propositi di vita messi in campo da Calogero ed Antonella sono alla base della loro coraggiosa decisione.