politica

Covid, il nuovo Dpcm potrebbe prevedere il coprifuoco alle 18?

È durato tre ore e mezzo l’incontro di stamattina in videoconferenza tra alcuni esponenti del governo (c’erano i ministri degli Affari Regionali Francesco Boccia e quello della Salute Roberto Speranza) e diversi governatori regionali. Incontro convocato proprio da Boccia con all’ordine del giorno alcune nuove misure per contenere la diffusione del contagio da Covid. Era soprattutto la scuola il tema al centro del confronto.

Confronto che è stato aggiornato a domani mattina alle 9. In ballo c’è il nuovo Dpcm, annunciato proprio per domani, che potrebbe prevedere regole ancora diverse per negozi e circolazione delle persone, rispetto a quelle di appena pochi giorni fa.

Il virus non dà tregua e ieri gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno espresso al governo tutta la loro preoccupazione sulla tenuta del sistema sanitario nazionale se la curva dei contagi non dovesse rallentare entro pochi giorni. Tutti vorrebbero poter escludere per sempre l’ipotesi di un nuovo lockdown totale, come quello vissuto a marzo e aprile, ma per ottenere questo risultato bisogna stringere le maglie ancora un po’. Magari ipotizzando chiusure locali temporanee.

Ma proprio sulle nuove misure (per esempio quella delle scuole superiori) tra governo e Regioni e tra Regioni e Regioni l’intesa non c’è. Da qui il nuovo appuntamento a domattina.

Dice Francesco Boccia: “Il documento dell’Istituto Superiore di Sanità e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se un RT supera un certo livello – oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 – allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico. Per questo non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola ma deve dipendere dal grado di RT in ogni regione”.

Dall’incontro di stamattina sono uscite alcune ipotesi di lavoro e di misure, da valutare bene in queste ore, per tentare domattina di chiudere e dare al premier Conte il via libera per il nuovo decreto. Tra queste ipotesi ci sono:

  • La possibilità di rafforzare la rete di alberghi o strutture da trasformare in Covid Hotel per accogliere positivi asintomatici che non possono restare in casa
  • Consentire gli spostamenti tra regioni solo per motivi di lavoro o salute.
  • Bloccare la circolazione dopo le ore 18.
  • Chiusura dei centri commerciali e delle macchinette da gioco nelle tabaccherie.

“Il governo nazionale è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio”, ha detto Boccia ai governatori.

Tra governo e Regioni c’è anche un altro punto aperto: lasciare alle amministrazioni locali ampia autonomia nel prendere decisioni e adottare misure aggiuntive a quelle nazionali oppure, come chiedono proprio alcuni governatori, lasciare a Palazzo Chigi l’onere di imporre la stretta da Roma?

“Servono misure nazionali per dare segno di unità dei livelli istituzionali”, ha spiegato il governatore campano Vincenzo De Luca nel corso della riunione di questa mattina. “La logica dei singoli territori non ha senso perché epidemia è diffusa e le differenze dei territori hanno un ritardo di tre giorni. Bisogna muoversi in maniera unitaria” anche perché “differenziazioni territoriali porterebbero a reazioni diverse in Campania che non sarebbero capite”.

Condividi