Dopo la fine di questa strana stagione estiva gli operatori e le imprese del settore guardano alle vacanze invernali con maggiore consapevolezza sulla necessità di un piano strategico più organico e di lungo periodo per il rilancio di un comparto economico che pesa circa il 13% del PIL nazionale e il 15% sull’occupazione italiana. Mentre si discute a livello centrale del Fondo Nazionale per il turismo, l’iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti che si propone di mobilitare circa 2 miliardi di euro per la ripresa economica del settore puntando sulla digitalizzazione, in Sicilia cosa anima il settore trainante della nostra cultura enogastronomica, produttiva e rinomata ospitalità visto le tantissime bellezze da condividere?
La Regione lancia “See Sicily”, un intervento di 74 milioni e 900 mila euro previsto nel Piano Covid per la promozione del turismo in Sicilia e si propone di rianimare gli animi degli imprenditori del settore con nuovi bandi promessi per ottobre e novembre.
La Confederazione delle
Piccole e Medie Industrie siciliane, a seguito di una rilevazione dei
fabbisogni, di studio dei dati sulla ripresa e analisi sul nuovo scenario
normativo di aiuti offerti da Stato e Regione, individua e lavora con le sue
associate su n. 3 piani di intervento quale leva per la trasformazione dello
sconforto in coraggio:
“Nuove occasioni che necessitano di approcci e formule manageriali ripensate e ridisegnate alla luce di una nuova spinta di entusiasmo che fatica ancora ad oggi a manifestarsi e imporre con convinzione tra i nostri imprenditori locali, duramente scottati dal calo di fatturato di questo primo semestre del 2020, dalle inefficienze dovute alla burocrazia pubblica che ha messo ko il sistema dell’erogazione degli aiuti e, infine dalla nuova curva di contagi in salita.
Senza una forte spinta e un nuovo ruolo di noi associazioni datoriali verso nuovi servizi orientati a stimolare una performante progettualità e la rinnovata domanda delle imprese molte opportunità rimarranno solo occasioni mancate o investimenti pubblici spesi male. Mi piacerebbe che anche le istituzioni pubbliche ne prendessero atto e uscissero dagli schemi e logiche di palazzo, prevedendo aiuti e sostegni mirati anche a chi dall’inizio della pandemia è al fianco dell’economia e delle istituzioni con proposte e soluzioni. Non tutti, interpretano il nostro ruolo come un mero ruolo politico, anzi da quando è iniziata la pandemia siamo stati chiamati a fare i manager di tutte le aziende associate abbandonando le nostre storiche di famiglia. Il dovere ha chiamato e abbiamo risposto con diligenza e senso del dovere. Lo stesso, che oggi non mi permette di tacere di fronte a tante risorse messe in campo e alla registrazione di mancanza di voglia di fare e mettersi in gioco di buon e capaci imprenditori per via dei tanti errori e forse annunci più strumentali alle recenti elezioni che alla ripresa economica” – sostiene la Presidente della Confederazione delle Piccole e Medie Industrie (Confapi) Dhebora Mirabelli della Regione Sicilia.
Tony Cirnigliaro, CEO SiciLife, consultato da Confapi Sicilia afferma: “Parlare di una parziale ripresa del settore turistico grazie ad un agosto sugli standard degli anni precedenti è fuorviante ed anche pericoloso. Le città d’arte, motore trainante dell’economia turistica del Paese, sono rimaste quasi desertiche. Il turismo balneare ha registrato numeri importanti nelle due settimane a cavallo della festività del Ferragosto, ma con una spesa media per presenza di gran lunga inferiore a quella del 2019 (ovviamente in conseguenza del crollo degli arrivi internazionali).
Settembre, che pareva registrare un primo segnale di ripresa del mercato straniero, comincia a pagare il crescente numero dei positivi al Covid-19, con nuove restrizioni e barriere agli spostamenti che – anche se non nelle forme durissime del lockdown – determinano comunque il crollo dei viaggi, soprattutto aerei. Ottobre e novembre, da sempre i mesi post estate in cui i viaggiatori stranieri si spostano per l’Italia, non lasciano presagire nulla di buono!”
“Non solo, il fallimento epocale del più grande tour operator del mondo Thomas Cook, addebitato solo un anno fa da molti economisti e studiosi all’avvento di internet e della tecnologia, scoraggia i nostri albergatori e agenti di viaggio tradizionali, nuovamente oggi chiamati a disobbedire alle logiche di mercato che per anni hanno fatto la fortuna di ricette e formule di viaggio esclusive per quella fascia di turisti ad alto indice spendente. A questo, si aggiunge un rinnovato “effetto panico” che la storia possa ripetersi, guardando al caso Tui Berlin, mi riferisco al suo repentino crollo di fatturato durante l’emergenza Covid-19 e il piano di salvataggio di 2 miliardi di euro da parte della banca pubblica tedesca, Kreditanstalt für Wiederaufbau (o Kfw) attraverso la concessione all’80% di aiuti di Stato”, continua il Presidente Confapi Sicilia Dhebora Mirabelli.
Il turismo costituisce semplicemente la valorizzazione di ciò che ci rende unici non si può non essere al servizio delle imprese per la ripresa economica della regione tutta.