Federica De Gregorio si è laureata in Medicina con una tesi sul “follow-up a breve termine nei pazienti guariti da Sars-Cov-2”. Lo ha fatto discutendo il suo lavoro in streaming con il professor Sergio Lo Caputo della clinica di Malattie Infettive del Policlinico Riuni di Foggia e suo relatore. Lei era confinata in camera sua, perché lo scorso 13 ottobre è risultata positiva al coronavirus. “Mi è piaciuta così tanto questa tesi che ho voluto provarla in prima persona”, scherza oggi, raccontando la sua esperienza. Paucisintomatica, è stata contagiata in famiglia ed è in isolamento in casa con i suoi, positivi e paucisintomatici anche loro, mentre il fratello ha preferito trasferirsi per evitare il contagio.
La raccolta dei dati per la sua tesi era iniziata a fine luglio e si è interrotta lo scorso 13 ottobre, quando ha scoperto di essere positiva. L’ultimo tampone ha dato esito positivo, ha perso gusto e olfatto, ma non la concentrazione e gli ultimi 15 giorni per lei sono stati molto particolari, lavorando a una tesi che l’ha vista autrice e allo stesso sperimentatrice in prima persona di quello che ha scritto e studiato.
“Viverlo in prima persona mi ha fatto comprendere come siano forti le ripercussioni psicologiche a breve termine”, racconta Federica. “Sono gli aspetti su cui si è concentrata la mia tesi, scelta prima che mi ammalassi e che ho potuto approfondire con esperienze ‘vive’. Anche i miei sono positivi al virus, paucisintomatici e anche la loro reazione mi è stata utile per completare lo studio: dei 57 pazienti venuti in ambulatorio nel post acuzie, più della metà ha manifestato disturbi dell’umore e insonnia, poi pazienti con astenia e infine quelli che presentavano iposomia e anosmia, un’osservazione di quello che può succedere a chi ha presentato una malattia grave/severa e alle modalità di ritorno, gradualmente, a una vita normale pre Covid”.
Il focus della sua tesi è infatti sui sintomi persistenti a tre mesi dalla guarigione: l’astenia, gli aspetti depressivi che spingono all’isolamento per un certo periodo, la ricerca dei residui di malattia (tosse, mal di testa e leggeri acciacchi quotidiani), il cambiamento delle abitudini legati ad aspetti psicologici. Un follow-up (ossia una serie di controlli periodici sul decorso di una malattia e delle terapie) su un numero ristretto pazienti che sarà ampliato e che proseguirà nel tempo.
La tesi di Federica è completata anche con lo studio sierologico per analizzare la presenza di anticorpi per Covid-19 e studiare l’immunizzazione del soggetto nei confronti del virus: a tre mesi dal contagio lo studio ha rilevato che la maggior parte dei pazienti ha mantenuto le IgG (compaiono dopo 15 giorni dall’esposizione del virus), responsabili della protezione a lungo termine contro i microrganismi, e quindi ‘regalando’ potenzialmente protezione contro una nuova infezione perché il sistema immunitario ha memoria verso un microrganismo già entrato nel corpo. Questo è solo il primo step dello studio che prevede il monitoraggio clinico e strumentale delle persone guarite da Covid-19 a 6 e 12 mesi.
Adesso Federica deve scegliere in cosa specializzarsi. “Questa esperienza non mi ha scoraggiato”, assicura, tanto che sta pensando di scegliere proprio malattie infettive, anche se ginecologia non le dispiacerebbe. “Adesso devo aspettare il tampone negativo e lanciarmi nei tirocini post lauream per l’abilitazione, ma dubito potrò farli in presenza vista la situazione”, ammette.
Dopo aver ricevuto un bel 110 e lode, Federica purtroppo non ha potuto festeggiare “in presenza”. Ma il sorriso non l’ha abbandonata. “Va bene così: i miei amici sono venuti sotto casa con striscioni e sorrisoni. Questo mi ha riempito di gioia. Però appena potrò voglio festeggiare con il prof. Lo Caputo e le specializzande che mi hanno aiutato. Ad un certo punto ho sperato nel tampone positivo così almeno avrei potuto abbracciare i miei appena terminata la sessione invece di stare confinata in una stanza da sola. Ovviamente si è trattato della lucida follia di una momento di incoscienza ma è ovvio che di questo virus bisogna avere rispetto”.