Scuola

Dad anti – Covid: la nuova didattica dei prof

Per i 2.635.000 studenti delle superiori comincia da domani la Dad “almeno al 75%”, come recita il nuovo Dpcm. Ed e’ corsa contro il tempo per i presidi che dovranno adeguare orari, giorni in presenza degli alunni e quelli a casa, preservando, per quanto possibile, chi avra’ la maturita’ e le prime classi. Intanto il ministero, dopo un accordo sindacale, fa sapere che i prof in isolamento o in quarantena non devono considerarsi malati e devono fare lezione a distanza. La scuola da mesi fa i conti con decisioni che stravolgono la sua organizzazione costringendo i presidi a rivedere uno dei sudoku piu’ difficile da risolvere. Il premier Giuseppe Conte cerca di rassicurare: “Credetemi, e’ stata una decisione non facile.

Abbiamo lavorato tanto per questa didattica in presenza, oggi dobbiamo integrare la Dad perche’ la curva del contagio e’ diventata davvero molto preoccupante ma contiamo di farlo solo per qualche settimana, il tempo per riportare la curva sotto controllo”. Ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha ricordato che negli ultimi anni sono stati distribuiti alle scuole un milione di tablet grazie al Piano scuola digitale e che si trovano nelle casseforti degli istituti; a questi si devono sommare gli oltre 300mila tablet acquistati con i primi finanziamenti di marzo e piu’ 100mila connessioni; in piu’, con il decreto rilancio dell’estate sono stati dati alle scuole complessivamente 331 milioni per acquistare, tra le altre cose, anche connessioni. Inoltre le scuole, a settembre, hanno fatto la ricognizione dei fabbisogni, cosa che era nelle linee guida della didattica digitale integrata. Ma il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli chiede un minimo di tolleranza : “Non e’ che domani scatta la dad almeno al 75%, il dpcm prevede un passaggio della Regione, Provincia o Asl, secondo l’articolo 1, comma 9, lettera s. Abbiamo ricevuto parecchie lamentele, c’e’ poco tempo per modificare un assetto faticosamente raggiunto.

Qui ogni settimana si cambia e i tempi della didattica sono piu’ lunghi anche se capisco che l’andamento dell’epidemia non funziona secondo i nostri desideri. Chiediamo pero’ tolleranza”. Prime difficolta’ a Roma: “Al di la’ che si adoperi il 75% o 100% di didattica a distanza, c’e’ un problema legato alle connessioni internet. Ci segnalano difficolta’ soprattutto gli istituti che si trovano oltre il Grande raccordo anulare. In molti casi questi problemi riguardano gli studenti, in altri gli istituti – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio – Fin da domani, secondo la circolare del ministero, bisognera’ avere il 75 per cento di Dad, mi auguro ci sia un po’ di tolleranza. Non si puo’ adoperare pugno di ferro solo con le scuole”. Il governatore del Veneto Luca Zaia sfida il decreto: “Il Dpcm – ha aggiunto – dice che ci devono pensare le Regioni ma poi mette l’obbligo del 75%. Io lo trovo assurdo. La mia ordinanza non toccava le attivita’ produttive, ma quelle scolastiche e la formazione professionale. Entrera’ in vigore da dopodomani, non voglio mettere nei casini le scuole”. A Milano la Dad parte da domani al 100%, cosi’ come in Campania, Sicilia e in Sardegna, dove e’ attesa l’ordinanza del governatore Solinas. Intanto un contratto integrativo sulla didattica a distanza sottoscritto finora da Anief e dalla Cisl prevede che i docenti in quarantena o in isolamento fiduciario avranno comunque l’obbligo di prestare attivita’ didattica a distanza.

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