Un’estate così calda il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) non la registrava da 141 anni e il mese di settembre, ultimo della “stagione del solleone” non ha fatto abbassare di molto l’asticella del termometro.
Un’anomalia riscontrata e analizzata anche dal Copernicus Climate Change Service- C3S e’ implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) per conto della Commissione europea e monitora il clima globale ed europeo che, tramite il suo direttore Carlo Buontempo, ha segnalato i rischi di questo surriscaldamento globale.
“A causa dei fattori climatici, il ciclo annuale tipico del ghiaccio marino prevede una diminuzione dall’inizio della primavera fino alla fine dell’estate, quando raggiunge l’estensione minima dell’anno, di solito a settembre, dopodiche’ il ghiaccio marino inizia a risalire fino a raggiungere il massimo, circostanza che tipicamente si verifica a marzo. Nell’Artico siberiano, poi, le temperature hanno continuato a essere piu’ calde della media di settembre, continuando un periodo caldo che ha colpito diverse parti della vasta regione dall’inizio della primavera. Sebbene la Siberia e l’Artico abbiano grandi fluttuazioni di temperatura di anno in anno, il calore relativo osservato quest’anno e’ stato insolito per entita’ e persistenza – ha concluso -. Nel 2020, si e’ verificato un calo insolitamente rapido dell’estensione del ghiaccio marino artico nei mesi di giugno e luglio, nella stessa regione in cui sono state registrate temperature superiori alla media, precondizionando quindi il minimo del ghiaccio marino facendo in modo che fosse particolarmente basso quest’anno”.