Dall’analisi dei dati realizzata da Bed-and-Breakfast.it per il periodo di luglio-agosto 2020, risulta che le strutture che hanno deciso di accettare il Bonus Vacanze hanno riscontrato un aumento di richieste pari a +1.240%.
Allo stesso tempo le prenotazioni provenienti dalle OTA (Booking, Expedia, Airbnb), per le strutture che accettavano il Bonus Vacanze, sono diminuite del 20%, dimostrazione che il Bonus ha permesso di disintermediare (permettendo di chiudere le disponibilità sulle OTA) le costose commissioni a favore di un contatto e di una trattativa diretta tra Gestore e Viaggiatore.
Per tutte le strutture che invece non hanno accettato – o non potevano accettare – il Bonus Vacanze, si è comunque assistito ad un incremento di richieste pari al 30% circa rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il Mare e la Campania hanno fatto la parte del leone. Cali drastici nelle grandi città d’arte e a sorpresa la Calabria, con Scalea e Isola di Capo Rizzuto, entra tra le località più richieste in assoluto.
Nei mesi di luglio e agosto, quindi, l’Italiano non ha rinunciato al viaggio. Il numero di richieste così eccessivo per le strutture che accettavano il bonus e in aumento anche per quelle che non lo accettavano può essere spiegato dai seguenti fatti:
1) Ristretto numero di strutture che accettavano il Bonus rispetto al numero di Viaggiatori che l’hanno richiesto.
2) Contrazione dell’offerta, considerando che molte strutture hanno deciso di non aprire per limitare il rischio Covid.
Il Bonus Vacanze, quindi, ha sicuramente assolto allo scopo di promuovere il turismo nazionale nei mesi di luglio e agosto, ma è stato accettato solo da una platea minima rispetto a quella possibile; poco più del 10% del totale delle strutture che potevano hanno deciso di accettarlo. Per queste è stata sicuramente una manna dal cielo.
Tuttavia, per diventare un vero e proprio motore di ristoro, disintermediazione dalle commissioni delle OTA e destagionalizzazione per tutto il settore turistico deve essere sbrogliato dall’eccessiva burocrazia e deve essere esteso anche al settore extralberghiero non imprenditoriale, che è la maggioranza e la cui esclusione è uno sfregio alla libera concorrenza.