Con molta presunzione mi accingo a stendere qualche riga su un argomento importante ma difficile e rischioso. Per avere un titolo metto “ LA FEDE: LA PAURA DI DIO ”. Ovviamente è provocatorio , ma cercherò di sciogliere l’enigma. Il Cardinale Poletti ebbe a dire: “ c’è il crescere di un distacco ,o forse, più esattamente una inconfessata paura di Dio. Non col senso di un Dio giustiziere e rigoroso, ma nel senso che la fede, quindi l’accoglienza di Dio nella propria vita, richiede un rispetto e osservanza della sua legge…. E si ha paura di conoscerla per non sentirsi , poi, legati e “costretti” ad osservarla, La legge di Dio, e forse, più specificamente del Vangelo, è esigente, e quindi bisogna stare al rispetto “ dei suoi decreti”, come dicono ripetutamente i salmi. Si crede, fra l’altro di scegliere e vivere nella “ libertà”. Ma è proprio il contrario; Cristo ci ha liberato dalla schiavitù del peccato, ci ha portato la luce della verità che fa vivere nella piena libertà interiore senza temere conseguenze negative . “ La luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce perché le loro opere erano malvage. Chiunque fa il male odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere” .Lo dice il Vangelo . E allora si può dire che si cercano ragioni o argomenti convincenti che possano giustificare la mancanza di adesione a Cristo, il rifiuto del suo Vangelo, e del suo insegnamento e cercare motivi per giustificare il male che si commette. E’ come fare una legge per rendere legale un crimine passato. Ma scendendo un po’ il tono di queste righe io ritengo che per giungere alla verità occorre grande umiltà e un sincero interesse ai valori spirituali. Innanzi tutto avere il convincimento che affrontare un problema di tale natura, è mettersi di fronte ad una delle realtà che vanno oltre le capacità umane che costituiscono, globalmente, “ il grande mistero cristiano”, senza la presunzione di sapere tutto, anche in campo religioso, pur non avendo una adeguata preparazione culturale. E quando si affronta un dialogo di natura religiosa si deve avere la disponibilità alla conoscenza della verità. Purtroppo, come qualcuno ha detto: “ non ho mai visto chI si sia avvicinato alla fede, grazie ad un dibattito o dialogo e alla fine del dialogo , pur modesto e privato, tra idee opposte , uno dei dialoganti abbia accettato la posizione dell’altro. Non c’è dialogo ricco di argomenti seri, validi, per logica o per teologia, che sia capace di sconfiggere certe corazzate di incredulità. Avere fede significa accettare la verità annunciata da Cristo, perché rivelata. <non è il frutto di intelligenza umana, Avere fede vuol dire avere un maturo atteggiamento che fa aderire al Signore, affidarsi a Lui e agire responsabilmente camminando sui sentieri di Dio, “ Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo, la nostra fede”
Le tessere ed il Mosaico di Don Salvatore Callari: “La fede: la paura di Dio”
Dom, 06/09/2020 - 07:50
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