LE TESSERE ED IL MOSAICO ,di quest’oggi, propone una utile riflessione di DON SALVATORE CALLARI.
Nella scelta del titolo di questa rubrica , iniziandola, facevo rilevare che come “le tessere”
(piccoli pezzi colorati), formano
la figura di un mosaico,) così
l’esercizio di varie virtù forma
la figura del vero cristiano genuino e completo. Tra le varie virtù cristiane
che affiorano sul tessuto quotidiano, c’è quella del “giudizio-
giustizia “ Capita di fare valutazione
delle persone, e conseguente giudizio , mentale, o espresso. Gesù , a riguardo, parla chiaro e deciso, con un consiglio che
pare piuttosto un comando : “non
giudicate”. L’argomento non è semplice
ma presenta molteplici aspetti
che qui non affrontiamo: talvolta è vietato e può essere peccaminoso, altre
volte non ha alcun peso e può essere legittimo. Più spesso viene “usato”
in maniera ingiustificata e quel che è grave è che si condanna il prossimo.
Gesù ci mette in guardia, “ state attenti”
che voi sarete giudicati alla
maniera come giudicate voi, quasi riesumando la vecchia legge “ occhio per
occhio e dente per dente” ma applicata da Dio. Qui in terra da noi capita così:
ognuno si fa giudice , come seduto in tribunale; in questo tribunale ,
nel quale ci possiamo trovare tutti, ci si
arroga una autorità che non compete; il malcapitato soggetto a giudizio non è salvaguardato da una istruttoria, si emette
sentenza senza la presenza di un avvocato difensore, e non c’è possibilità di
appello. E Dio giudicherà seguendo il paradigma che ognuno avrà scelto.
Quindi si sarà valutati se si è stati ingiusti, o vendicativi, o falsi, o si è stati interessati a proprio vantaggio. Il Signore, dunque applicherà a noi questo criterio. E però è giusto fare una sommaria distinzione: è una battuta, spontanea, “volante” un giudizio senza malizia, senza volere fare del male alla persona in oggetto, quasi parte di una conversazione di passatempo o salottiera, senza danneggiare nessuno. Però ritorna utile la parola di Gesù .” non giudicate per non essere giudicati” Ma rimane sempre vivo e valido il dovere della carità, che porta piuttosto a scusare e giustificare. Del resto si giudica senza avere le prove, senza conoscere le intenzioni, che sono interne. E allora usare misericordia e comprensione, e perdono, se è il caso, e così potremo aspettarci da Dio di essere giudicati con amore e misericordia. E che pensare dell’ammonimento di Gesù? “Prima di cercare la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello, guarda la trave che è nel tuo occhio” Quanti giudizi si bloccherebbero sulle nostre labbra !