In questa puntata di “Le tessere ed il mosaico” Don Salvatore Callari raccoglie una frase del Concilio –“ chiamata universale alla santità”- per illustrare brevemente un aspetto della vita cristiana . Nella Chiesa cattolica ha un posto rilevante la presenza e il culto dei santi. Le nostre chiese ne ospitano numerosi. La devozione dei fedeli coltiva in maniera devota questo culto, generalmente in maniera composta e “ regolamentare “ , talvolta in qualche modo esagerato con larghe frange di folklore non propriamente indicato ad esprimere amore, rispetto, venerazione , per il santo festeggiato. E’ interessante evidenziare quale rapporto esiste tra noi e i santi. Prima di tutto dobbiamo considerare che i santi noi li guardiamo e consideriamo per devozione, ammirazione, come creature quasi trasumanate , che fanno parte di un altro mondo, non solo ovviamente allo stato attuale, ( oggi in cielo “ma anche nella loro origine e permanenza sulla terra, da creature comuni viventi. Ora sono intercessori perché amici di Dio, ed esprimono, per Sua facoltà , la funzione operando miracoli, Tanto basta per considerarli creature diverse , che per ragioni di privilegio sono in cielo, godendo la eterna felicità, e assistono amorevolmente, con la loro intercessione, le creature di questo mondo, intervenendo nei casi in cui l’uomo non ha più capacità di provvedere alle sue esigenze. Insomma , pensiamo che la “santità” dei santi è una condizione riservata a quelli che l’hanno raggiunto perché totalmente diverse da noi. Nel Concilio, questo argomento è stato studiato ampiamente, pervenendo ad una confortevole constatazione che cioè, tutti, non solamente alcuni, sono chiamati alla santità. Quale emozione pensare di andare a fare parte di simile compagnia! Ma parlare di santi come assemblea aperta per accogliere noi, suscita una certa perplessità. Molti diranno : “non è cosa mia , e “chi potrà arrivare a conquistare questo titolo”. La Chiesa ribadisce , con fermezza, che “ tutti siamo chiamati alla santità” e quindi è possibile a tutti diventare santi, Gesù ha detto; “ siate santi come santo è il Padre vostro che è nei cieli”. I titoli necessari non sono i miracoli, operati anche quando erano in terra, o una vita di straordinaria penitenza, o essere stati operatori di grandi iniziative di bene, ma una vita di amore di Dio e del prossimo, e tutte le virtù necessarie per esprimerlo. A tutti è donato lo Spirito Santo che guida e sorregge nel cammino della santità. Tutti i fedeli possono essere assidui nelle preghiere, ascoltare la Parola di Dio con interesse, partecipare ai sacramenti, essere disponibili all’ esercizio della carità con servizio attivo ai fratelli.
Vivere in spirito di umiltà . Vedere la figura di Cristo nel fratello, specialmente sofferente, Avere un equilibrato distacco dai beni terreni. Accettare con pazienza i disagi della vita e la malattia. Tutto questo è del tutto possibile ed è l’essenziale per diventare santi ed avere diritto di entrare in paradiso assieme agli altri santi