Lucia Azzolina è determinata: il futuro della scuola nel post-Covid è l’aula con i mono-banchi e i docenti non laureati. La gara per l’acquisto dei nuovi arredi scolastici partirà a breve e nel mettere dietro le cattedre studenti che nn hanno ancora completato la formazione universitaria non le sembra così scandaloso.
Come funzioneranno i mono-banchi?
Dei mono banchi si sta occupando il commissario Domenico Arcuri, ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, al termine della visita a un istituto milanese. “Al momento sono quelli che ci garantiranno maggiore distanziamento – ha spiegato – ma che in futuro permetteranno l’avvicinamento, cioè di avere una innovazione didattica che permette agli studenti di lavorare in gruppo“.
Al momento il ministro non ha quantificato il numero dei banchi che serviranno in quanto sono ancora in corso le rilevazioni: “le abbiamo fatte prima con l’ufficio scolastico regionale e adesso anche con i dirigenti scolastici. Stiamo distinguendo per la scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado” ha spiegato.
Ci saranno insegnanti senza laurea?
Quanto agli studenti non ancora laureati che potranno fare le supplenze in base alla nuova ordinanza, il ministro dell’istruzione sostiene che “non è una novità”. “Credo che questo Paese debba assolutamente dare la possibilità ai giovani di lavorare, se vanno all’estro ci lamentiamo, se restano a casa ci lamentiamo. Questi giovani lavoravano già, la Lombardia è una delle Regioni che ha piu’ supplenze per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. Non è una novità, noi lo abbiamo semplicemente messo all’interno di graduatorie”.
“Questo” ha sottolineato “faciliterà le segreterie che non dovranno più avere a che fare con le Mad, (dichiarazione di Messa a disposizione, ndr.), ad impazzire dietro le Mad e daremo da lavorare a persone che hanno scelto di fare l’insegnante, che hanno fatto un percorso che era a numero chiuso. Persone preparate con passione e amore per la scuola. È un passo in avanti”.
Quando riapriranno le materne?
Anche le scuole materne riapriranno a settembre, e per far questo il ministero prevede di aumentare il personale, che sta “quantificando da regione a regione”.
“La scuola dell’infanzia è un segmento della scuola per il quale noi abbiamo la massima attenzione, perché i bambini sono quelli che hanno sofferto di più durante il lockdown e non abbiamo parlato di distanziamento nella scuola d’infanzia nelle linee guida perché non può esserci. Per questo – ha detto il ministro – a loro daremo piu’ organico di personale”.
“Noi ce la facciamo a riaprire a settembre – ha assicurato Azzolina – non servono solo gli allarmismi ma le proposte, lavorare a testa bassa con molta umiltà e portare risultati a casa. Anche le scuole dell’infanzia riapriranno a settembre e restituiremo quella socialità ai bambini” che avevano perso durante il periodo di isolamento sanitario.
Chi controllerà se i bambini stanno bene?
Non sarà obbligatorio misurare la temperatura all’ingresso delle scuole alla ripartenza a settembre. Sarà compito dei genitori controllare se i loro figli hanno la febbre, prima di uscire da casa. Il ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina, lo ha spiegato a margine della visita all’istituto comprensivo Riccardo Massa.
“Noi contiamo sulla responsabilità a casa delle famiglie. Se un bambino è già malato a casa e ha la febbre non abbiamo bisogno di mandarlo sull’autobus. Quindi la misurazione va fatta a casa, poi ogni scuola nella sua autonomia può organizzarsi come crede” ha detto. E a chi ‘obiettava’ che ci possono essere famiglie disagiate che non hanno un termometro, Azzolina ha replicato “Abbiamo dato soldi alle scuole a sufficienza per fare anche questo laddove fosse necessario. Però credo che un termometro a casa ce l’abbiano quasi tutti se non tutti”.