Eccezionale ritrovamento di un capitello ionico di grandi dimensioni all’interno di un pozzo circolare nell’area urbana di Gela. Il capitello, realizzato in pietra arenaria, è stato rinvenuto in via Sabello durante i lavori di scavo per la posa di cavi elettrici condotto sotto la sorveglianza archeologica della Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta.
“Ancora una volta gli scavi in ambito urbano a Gela restituiscono frammenti di storia di uno dei più importanti insediamenti greci del Mediterraneo dichiara l’Assessore dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana, Alberto Samonà. E’ proprio il caso di dire che in Sicilia ogni pietra racconta una terra generosa e ricca di testimonianze antiche. Dovremmo apprezzare ancora di più la nostra storia e testimoniarne con orgoglio l’appartenenza. Sono molto grato – dichiara l’assessore Samonà – alla Soprintendenza per lo scrupoloso lavoro di vigilanza ed invito i siciliani, e non solo loro, a visitare maggiormente i musei e i parchi archeologici che sono miniere di testimonianze anche approfittando delle prime domeniche del mese in cui i luoghi della cultura della Sicilia resteranno aperti al pubblico gratuitamente per favorire la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio dei beni culturali regionale”.
Il capitello è uno straordinario esemplare in stile ionico delle dimensioni di 60 cm di lunghezza per 51 di profondità e 34 di altezza, decorato sul versante frontale dalla caratteristica coppia di volute contrapposte, legate tra loro da un cordoncino ricurvo a rilievo. Due cordoncini alla base del capitello segnano il raccordo con la sottostante colonna verosimilmente caratterizzata da scanalature verticali che è attualmente in fase di estrazione dal suolo. Il ritrovamento è stato rilevato grazie alla presenza di un archeologo che il Codice degli Appalti impone quando si effettuano opere di interesse pubblico.
Durante i giorni scorsi nella stessa cavità sono state rinvenute sette grandi lastre in pietra pietra arenaria dello spessore medio di 25 cm e dimensioni approssimativamente comprese tra 40 e 105 cm di lunghezza per una profondità compresa fra i 30 e 40 cm.
Da un primo tentativo di inquadramento cronologico e culturale, sembra possibile ipotizzare che si tratti di un unico manufatto di cui le lastre costituivano verosimilmente parte della trabeazione , mentre il capitello avrà costituito una decorazione anteriore dell’edificio con collocazione storica tra la fine del VI e il V secolo a .C.
Per il decoro e l’accuratezza degli elementi architettonici impiegati potrebbe trattarsi di un edificio pubblico.
La Soprintendente Daniela Vullo evidenzia che “il ritrovamento è eccezionale sia per l’integrità dei manufatti lapidei che per la presenza dell’ordine ionico nel capitello vista la rarità degli esemplari documentati in ambito gelese e cioè gli unici due rinvenuti negli anni ’50 all’interno di una cisterna nell’area dell’Acropoli oggi custoditi presso il locale Museo Archeologico regionale”.
Lo scavo è stato diretto dall’archeologa incaricata da E-Distribuzione Marina Congiuche ha operato con la supervisione della direttrice della Sezione Archeologica della Soprintendenza di Caltanissetta, Carla Guzzone.