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Caltanissetta, Delia Perricone: “Migranti ‘sgomberati’ dal Cara, era da evitare il trasferimento in massa”

Redazione

Caltanissetta, Delia Perricone: “Migranti ‘sgomberati’ dal Cara, era da evitare il trasferimento in massa”

Ven, 17/07/2020 - 09:28

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Nella mattinata di oggi si è appreso che il CARA di Pian del lago –Centro di accoglienza richiedenti asilo –diventerà un centro per la “quarantena” dei migranti, per effetto di disposizione ministeriale.

Ciò ha comportato il trasferimento immediato –si potrebbe dire lo sgombero- di tutti i richiedenti asilo del CARA in diversi centri dislocati nel territorio.

Premettendo che è dovere di ogni paese civile assicurare un luogo di quarantena in un periodo di emergenza mondiale come quello che stiamo attraversando, ed è dovere etico-morale e cristiano tutelare soprattutto le persone più vulnerabili, indipendentemente dalla nazionalità, ci si chiede se la scelta di individuare il CARA come luogo a ciò preposto sia stata una scelta corretta.

Innanzitutto la Cooperativa che gestisce il Centro di accoglienza ha vinto un bando finalizzato ad ospitare richiedenti protezione internazionale e non per gestire la “quarantena”. Ci si domanda quindi se le strutture ed il personale siano effettivamente idonei a far fronte a tale delicata situazione o, se invece, sono state previste soluzioni differenti e, in questo caso, di che tipo. “Forse” la cittadinanza dovrebbe esserne informata!

Si è detto che i migranti che verranno trasferiti al CARA non sono positivi al tampone – salvo poi precisarsi che è stato effettuato unicamente il test sierologico – ma di fatto, potrebbero risultare tali successivamente e cioè durante il periodo di quarantena che infatti è imposta allo scopo di monitorare i soggetti nel caso in cui insorga tale evenienza.

Infine, alla luce delle tante considerazioni e dichiarazioni che finora si sono susseguite, pare che nessuno abbia pensato a “loro”, agli ospiti richiedenti asilo del Centro che all’improvviso sono stati collocati sui pullman per essere trasferiti separatamente altrove . Si tratta di persone che nell’attesa di concludere l’iter della loro domanda di protezione internazionale avevano intrapreso svariati percorsi, giovani ragazzi che con impegno e sacrificio seguivano cicli scolastici, che attendevano di conseguire il diploma di scuola media, che svolgevano attività sportive e alcuni di loro erano anche inseriti all’interno di squadre di calcio.

Ragazzi giunti nel nostro territorio da minori che al compimento della maggiore età sono stati accolti al CARA, e che in mancanza di familiari e affetti, avevano costruito rapporti importanti di amicizia “fraterna” sia all’interno del centro che al di fuori, giovani che a fatica avevano trovato un equilibrio, una stabilità anche emotiva. Persone che sono state divise, allontanate come fossero pacchi postali.

Vero è che il CARA non è un Centro di permanenza definitivo ma in questo caso gli ospiti sono stati privati anche della possibilità di organizzarsi autonomamente per scegliere la loro collocazione.

Mi domando allora, se non sarebbe stato più corretto adibire per la quarantena una delle tante strutture esistenti sul territorio, magari anche dismesse e la cui realizzazione è stata per altro molto dispendiosa! Forse sarebbe stata una scelta più saggia, non solo in termini di sicurezza ma anche perché avrebbe evitato questi trasferimenti di massa e di stravolgere all’improvviso la vita già difficile di tanti richiedenti asilo.

Mi domando se valeva la pena riflettere meglio sulla scelta del posto ..magari ci si sarebbe resi conto che al CARA vivevano persone, ragazzi, ma anche anziani, che avevano avviato un percorso che è stato bruscamente interrotto.

L’Italia è un paese di accoglienza ma evidentemente non si perde occasione per dimostrare che la dignità delle persone vale diversamente e che i percorsi di integrazione-la tanto auspicata e invocata integrazione-sono difficili, se non impossibili, “grazie” anche alle Istituzioni, miopi e lontane dalle realtà sulle quali intervengono e decidono …e che anzi sconoscono del tutto.

Avv. Delia Perricone