RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Si riparla di Ponte sullo Stretto: ne parlano tutti da Salvini a Renzi, da Franceschini a Musumeci, ma cosa c’è di vero in queste dichiarazioni?
Noi, che da più di 10 anni seguiamo con passione la storia del ponte, non siamo così convinti che tali dichiarazioni siano sincere e non siano invece dettate dal desiderio di racimolare voti, rubandoli a qualche partito che è stato forte al sud, ma al quale comincia a mancare terreno sotto i piedi.
Sappiano Renzi, Salvini e Franceschini che sono stati al governo anche loro e niente hanno fatto per il Ponte, adducendo ora una scusa ora un’altra, senza muovere un solo dito per far ripartire il cantiere. Basta con le chiacchiere, è l’ora dei fatti!
Dalla Comunità Europea fra poco riceveremo 173 miliardi senza paletto alcuno se non la destinazione a investimenti e il ponte sullo stretto lo è per definizione.
Altro punto a favore è che proprio Salini Impregilo, che ha contribuito alla realizzazione del nuovo Ponte “Morandi” di Genova, è la stessa impresa, onore e vanto dell’industria italiana in Europa e nel mondo, che si è aggiudicata il contratto per la costruzione del Ponte sullo Stretto.
Ma, come ben sappiamo, a nulla serve tutto ciò se non c’è un valido potenziale di utilizzo.
Qui le premesse ci sono tutte: 12 milioni di passeggeri paganti nel 2018.
E non parliamo delle prospettive: nel Mediterraneo transitano il 20% delle merci trasportate via mare nell’intero pianeta!
Con il Ponte la Sicilia potrebbe aspirare al ruolo che storicamente le compete, capitale del Mediterraneo e porta di ingresso verso l’Italia e l’Europa continentale con enormi potenzialità e prospettive di lavoro e di sviluppo.
Come più volte abbiamo ribadito, il Ponte rappresenta la prima infrastruttura strategica, ma accanto ad esso sono necessarie strade, ferrovie veloci e basi logistiche che, messe a sistema, possono contribuire ad affrontare le sfide del terzo millennio.
C’è ancora chi, ignorantemente se non in cattiva fede sostiene che prima devono essere fatte le infrastrutture interne e poi il Ponte, non comprendendo che non è un problema di priorità quanto di contemporaneità, né prima né dopo ma contemporaneamente!
Ed è un ministro del Sud, anzi proprio un siciliano, anzi un nisseno!
100.000 nuovi posti di lavoro, opportunità eccezionale per l’ingegneria e il genio italiano, occasione d’oro per l’acciaio dell’ILVA di Taranto e per il turismo in crisi: questo è il Ponte!
Nessuno pensi però che bastino le promesse: o si apre subito il cantiere, prima di qualsiasi elezione, oppure non un solo voto andrà ai soliti parolai, ai bugiardi e agli imbroglioni!
Salvatore Giunta Consigliere Nazionale Unità Siciliana LE API