Sono venti le misure cautelari emesse dal gip di Roma nei confronti anche di dipendenti infedeli di Tim che carpivano illecitamente dati sensibili di clienti. Si tratta di circa un milione e 200mila dati rubati all’anno. L’indagine, che ha portato 13 persone ai domiciliari e sette con obbligo di firma, è partita da una denuncia della compagnia telefonica.
“E’ la prima indagine in cui viene applicata una fattispecie introdotta nel nostro ordinamento nel 2018, l’articolo 167 bis del testo unico della Privacy e che colpisce chi diffonde archivi personali procurando un danno. Le banche dati sono diventate un obiettivo molto appetibile per mettere in atto attivita’ illecita”. E’ quanto affermato dal procuratore di Roma, Michele Prestipino e l’aggiunto Angelo Antonio Racanelli commentando l’operazione che ha portato oggi all’emissione di 20 misure cautelari per accesso abusivo a banca dati di gestori telefonici. Gli inquirenti hanno ringraziato “Tim, che e’ parte offesa, che non solo ha denunciato ma ha supportato il lavoro della Polizia Postale con le sue strutture tecniche”. L’indagine e’ partita nello scorso mese di febbraio. Dagli accertamenti e’ emerso uno “scenario inquietante” e che ha confermato come “i dati personali di migliaia di ignari cittadini sono diventati merce preziosa”.